"Sto diventando un po' troppo critico per potermi illudere ulteriormente di avere qualche talento" - F. Nietzsche


"Musica est exercitium aritmaeticae occultum nescientis se numerari animi“

- G.W. Leibniz


"I pecoroni non vogliono diventare padroni del loro lavoro!" - C.T.


"Tutta la musica è contemporanea."

mercoledì 25 maggio 2016

De-stalinizzare la figura del Direttore d'orchestra!

Qualche giorno fa ho visto in tv una bella intervista di Myung-Whun Chung, nella quale a un certo momento dice una cosa che non può non colpire chi si interessi di direzione d'orchestra. Le sue parole erano più o meno : "quando ho smesso di fare il pianista e ho cominciato a dirigere, avevo la sensazione frustrante di non fare niente di utile dirigendo, di agitare le braccia ma di  essere lontano dalla musica. Per questo ogni tanto sento il bisogno di suonare VERAMENTE, tornando al mio strumento."
Queste per me sono parole di saggezza, parole di un vero musicista nell'anima.
La direzione è una funzione di servizio che è nata in un certo momento storico per necessità diciamo logistiche, cioè "mandare assieme" compagini strumentali che si facevano sempre più numerose, ed eseguire partiture sempre più complesse; il primo violino (o il vecchio concertatore al cembalo del Settecento) non era più sufficiente per questa funzione. Perciò si è trovata una soluzione tecnica: mettere in mezzo, davanti a tutti, un tizio che funge da metronomo. All'inizio era lo stesso compositore, ragionevolmente. Il quale peró  il più delle volte si arrangiava come poteva; e infatti abbiamo varie testimonianze e aneddoti dai quali si capisce che, non esistendo ancora una "tecnica" della direzione d'orchestra, le prove dovevano essere piuttosto rocambolesche e faticose, e le esecuzioni abbastanza pericolanti.
Poi col tempo intorno a questa figura di servizio è cresciuta tutta una sovrastruttura di contorno, che - non a caso a partire dal Romanticismo - idealizza l'Individuo, la persona di Genio, il depositario del Messaggio, della Verità e così via. Gli scritti di Wagner sulla direzione, non essendo ancora un vero "metodo", sono peró un segno evidente di questa nuova concezione idealizzata del Direttore ( da qui in poi con la D maiuscola).
Il passo successivo verso la mitizzazione definitiva avviene nel Novecento, (leggere in proposito  l'acuto saggio socio/fenomenologico di T.H.Adorno)  e in particolare con il grande musicista/businessman Herbert Von Karajan, il quale dedica attenzione esasperata agli aspetti visivi e sa avvalersi con grande spregiudicatezza delle tecnologie audio/video più avanzate per produrre e diffondere l' immagine di sè come Demiurgo/Stregone che evoca gli Spiriti.
Naturalmente il pubblico mondiale, storicamente e ideologicamente pronto a osannare Dittatori e Demiurghi nonostante le catastrofi da questi provocate solo pochi anni prima,  accoglie trionfalmente questa mutazione genetica del Direttore d'orchestra e ne decreta il successo a livello globale.
Da lì in poi il processo diventa incontrollabile e (speriamo di no) irreversibile. La mitizzazione del direttore arriva a livelli parossistici, e non stupirebbe che se ne facesse tra poco una figura mistico/religiosa, una specie di Santo, proprio quando il vero Papa della chiesa Cattolica invece sta intraprendendo il percorso inverso (almeno a livello dell'Immagine di sè) nel tentativo di apparire una persona "normale", che si mischia con le folle, che si lascia avvicinare come un qualsiasi prete di campagna.
Con tutto ció non intendo svalutare l'alto compito svolto dal direttore d'orchestra, nè mi sogno di disconoscere le grandiose interpretazioni forniteci dai grandi Maestri.
Ma dico che sarebbe necessario iniziare un processo di autentica de-stalinizzazione del Direttore: ricondurlo al suo compito specifico, che è quello di aiutare i veri musicisti, che sono gli strumentisti delle orchestre, a fare il loro lavoro nel modo migliore.
Tutto il resto è inutile e dannosa retorica, fumo senza arrosto che ammanta di un'aula di infallibilità una figura di servizio nata per ragioni di servizio in un certo momento storico, e forse, chissà, destinata ad esaurirsi nel futuro, quando l'orchestra sinfonica come la conosciamo oggi potrebbe non essere più al centro della vita musicale, ma essere ridotta a poche unità superstiti aventi mera funzione museale, di conservazione di un patrimonio.
Lo voglio ripetere con la massima chiarezza: ha ragione il Maestro Chung, chi  fa veramente la musica sono gli strumentisti, non il Direttore.
A quest'ultimo spetta il ruolo di coordinatore, ruolo certo altissimo e importante, ma non centrale, nonostante oggi sembri che nulla si possa fare senza uno in mezzo ad agitare le braccia, il più delle volte scompostamente.
Ci siamo troppo affezionati a questo Mito contemporaneo! E sarebbe ora di iniziare a ricondurlo al suo compito e alla sua dimensione reale. Sopratutto nell'interesse delle nuove generazioni di studenti di direzione, che subiscono loro malgrado l'influenza negativa di questa visione romantica e parossistica - oltre agli aspetti non meno attraenti e inquinanti di Successo, Potere, Denaro che tale Mito porta con sè - e se ne vedono troppo spesso i risultati purtroppo non esaltanti.
Per questo anche io nel mio piccolo seguo il consiglio del Maestro Chung, e quando posso con grande piacere imbraccio il mio violino e vado a sedermi in orchestra. Per fare musica "veramente"  :-))