"Sto diventando un po' troppo critico per potermi illudere ulteriormente di avere qualche talento" - F. Nietzsche


"Musica est exercitium aritmaeticae occultum nescientis se numerari animi“

- G.W. Leibniz


"I pecoroni non vogliono diventare padroni del loro lavoro!" - C.T.


"Tutta la musica è contemporanea."

giovedì 26 gennaio 2017

LA FAVOLETTA IMMAGINARIA DEL PASSANTE E DELLA GRANDE MELA



LA FAVOLETTA IMMAGINARIA DEL PASSANTE E DELLA GRANDE MELA 
(alla maniera di Italo Calvino)

Quella cosa enorme è lì ormai da mesi, ma solo un certo giorno il Passante appena sceso dal treno "si accorge" della sua presenza, per così dire, e si sofferma a guardare, a cercare di capire. 
Molti pensieri confusi gli attraversano la mente, ma una domanda su tutti: PERCHÈ??
E insieme, un sentimento misto ma spiacevole, come di sconsolata allegria, come una risata amara. 
Non che lui trovi l'oggetto "brutto" in sé: si sa, i gusti sono soggettivi eccetera.
Ha visto di ben peggio, anzi di tremendo, insopportabile, nell' arredo urbano della sua città.
È che il Passante prova sempre una certa repressa indignazione di fronte alle manifestazioni dell'altrui invadenza e megalomania. Quando qualcuno gli sbatte in faccia una cosa come per dirgli "guarda, QUESTO l'ho fatto IO !" al nostro Passante viene da ridere dentro di sè, ma amaro, triste, pieno di compatimento per la piccolezza degli uomini che si credono - e vogliono essere creduti- grandi. 
Il Passante appena sceso dal treno non è un critico d'arte nè un urbanista, ma solo un comune cittadino, uno dei milioni che passano di qui indaffarati, ognuno con le sue pene e faccende, ma che anche volendo non possono non vedere "l'Opera d'Arte": che lì davanti alla Stazione Centrale, enorme e tronituante, quasi in mezzo alla vasta piazza, si impone con la sua massa pesante e ottusa. 
 E allora per capire di più, il Passante si informa sull'Autore. 

martedì 24 gennaio 2017

FENOMENOLOGIA DEL GENIO MUSICALE: MYUNG WHUN CHUNG



FENOMENOLOGIA DEL GENIO MUSICALE: MYUNG WHUN CHUNG
(Don Carlo alla Scala) 

 Il Maestro Chung è magro come un chiodo. Come uno che si sottoponga a una dura disciplina. Forse fa meditazione o yoga. Ha un corpo secco e scattante ma non sembra muscoloso: anzi a dire la verità le spalle sono un po' cadenti, e la testa forse è un po' troppo grossa rispetto al corpo.
Quando entra nel "golfo mistico" (ahahaha!)  e si avvia al podio passando attraverso le file dei violinisti, ha un'aria che sembra vagamente annoiata, ma non manca mai di dare delle piccole carezze o buffetti amichevoli, anche affettuosi, sulle spalle dei violinisti vicino ai quali passa: a qualcuno lancia, passando, una rapida battuta, chissà cosa gli dice. Arrivato al podio, vi sale dimesso, quasi con l'espressione di uno che si appresti a svolgere un compito noioso, forse persino spiacevole. Accoglie l'applauso del pubblico senza sorridere, come una faccenda che vada espletata nel modo più rapido, informale e indolore possibile: si volge verso il pubblico solo per qualche secondo non di più, non concede ai festeggiamenti che gli vengono tributati di eccedere la brevissima durata che evidentemente lui considera tollerabile.
È vestito di nero, certo, ma non indossa il frack d'ordinanza, e nemmeno quelle giacche esotiche di varia foggia che i suoi colleghi usano, talvolta con esiti estetici imbarazzanti o goffi, nel tentativo di sostituire l'abito da cerimonia tradizionale, ormai antistorico e anche scomodo. Non è per il maestro Chung il pavoneggiarsi sventolando le code del frack come appunto il volatile campione di narcisismo. Evidentemente per lui la direzione è un fatto spirituale, un rito celebrato insieme ai suoi orchestrali: amo pensare che se potesse lo farebbe più volentieri senza che il pubblico lo potesse vedere in azione. 
Veste di nero, certo, ma dimesso, casual: pantaloni senza nastrino laterale,  e semplice T-Shirt sopra la quale una camicia (o golfino leggero) aperto. Un abbigliamento che potrebbe indossare anche per una passeggiata primaverile all'aperto. 
Come detto, non lascia che pochi secondi agli applausi. Anzi qualche volta da' l'attacco SUGLI APPLAUSI, costringendo così il pubblico a smettere di colpo, sulle prime note della musica. Una urgenza interiore lo induce a venire subito al dunque, senza perdersi in convenevoli. 
E non appena la bacchetta si abbassa, siamo precipitati di colpo in un'altra dimensione spirituale, in un tempo metafisico.
E inizia un miracolo continuo.

lunedì 2 gennaio 2017

AFFETTUOSO MESSAGGIO DI PACE AGLI ODIATORI DELLA MUSICA CONTEMPORANEA "COLTA"




AFFETTUOSO MESSAGGIO DI PACE AGLI ODIATORI DELLA MUSICA CONTEMPORANEA "COLTA"
(o "accademica" o "d'arte" o "forte" o quello che volete voi, insomma ci siamo capiti)
E AI NOSTALGICI DELLA TONALITÀ

Io ho aperto questo blog solo da qualche anno, ma in questo pur relativamente breve lasso di tempo ho visto crescere a dismisura attacchi sempre più polemici e talvolta violenti contro la "musica contemporanea" (vedi sopra la definizione a piacere). 
Sarei tentato a questo punto di appellarmi alla PresidentA Boldrini o all' ONU per chiedere l'intervento dei caschi blu in difesa di una minoranza etnica seriamente minacciata nella sua esistenza. 
Non sto a riassumere le accuse contro questa piccola e tutto sommato trascurabile nicchia fra le infinite nicchie di cui si compone il grande mercato musicale: non c'é nemmeno uno tra i miei "contatti" qui che non si sia imbattuto certamente svariate volte in post sull'argomento, seguiti da alluvioni di commenti e di polemiche, quindi tralascio la disamina e riassumo in estrema sintesi.
Le accuse provengono non solo da stimabili colleghi musicisti che sanno ciò che dicono e lo argomentano compiutamente e in modo articolato e motivato, ma ormai anche da guardiamacchine abusivi, venditori di almanacchi, vice-rappresentanti di una sottomarca della BIC (chi coglie la citazione vince un CD di Feldman), marittimi di lungo corso (quindi lontani da casa per lunghi periodi dell'anno) testimoni di Geova, abbonati a L'Unitá: categoria, quest'ultima, che credevo estinta da tempo, ma tant'è.
La parola d'ordine é : dàlli all'untore della musica contemporanea, al rogo l'eretico senza Dio!