tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post5667903548174751677..comments2023-03-03T23:01:18.675+01:00Comments on Musica, Società, Mercato: MUSICA ANTICA E SOCIETÀ CONTEMPORANEA Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-68739767249287013692017-09-01T09:40:05.279+02:002017-09-01T09:40:05.279+02:00Caro Renato, certamente ricorderai che Adorno desc...Caro Renato, certamente ricorderai che Adorno descrisse già molti anni fa il "tipo" d'ascoltatore di cui parli, il quale oggi pare predominare sullo scenario musicale: <br /><br />"[...] Potremmo battezzare questo tipo di ascoltatore sostanzialmente reattivo col nome di ascoltatore risentito: di esso fanno parte gli amatori di Bach dai quali in altra occasione ho difeso questo musicista, e ancor più vi appartengono coloro che si incapricciano della musica prebachiana. [...] L'ascoltatore risentito che, protestando contro la routine musicale convenzionale, è apparentemente non conformista, simpatizza in tal modo con ordinamenti e con collettività solo perché sono tali, con tutte le conseguenze sociopsicologiche e politiche che ne derivano: ne sono prova i volti ottusamente settari, potenzialmente digrignanti che si concentrano nell'ascolto delle cosiddette 'ore bachiane' o delle 'musiche della sera'. Nella loro sfera specifica sono esperti, e sanno anche far musica attivamente; tutto insomma fila liscio come l'olio, ma tutto è accoppiato con Weltanschanung e distorto su questa base. L'incapacità di costoro a un ascolto adeguato consiste nel fatto che vengono ignorati interi settori musicali che invece sarebbe importante conoscere. La coscienza di questo tipo di ascoltatore è preformata dalle mete prefisse delle sue associazioni, per lo più seguaci di idee reazionarie, e dallo storicismo. [...] Se il tipo emotivo tende al Kitsch, l'ascoltatore risentito mira a un falso rigore che realizza l'oppressione meccanica dei propri stimoli in nome di un'intima partecipazione alla sua collettività. Una volta costoro si chiamavano 'Musikanten', nome che hanno messo da parte solo sotto la smaliziata gestione antiromantica." <br /><br />Lascio indovinare di quale libro di Adorno si tratti.<br /><br />Aggiungo che tempo fa, l'amico Renzo Cresti sostenne che, se in anni passati (si riferiva specialmente agli anni '60-'70), una buona parte di colpa potesse essere attribuita ai compositori "settari", oggi non si possa essere accusati di snobismo: si è fatto molto per "introdurre" il pubblico, "vezzeggiarlo" (persino) e cercare di non escluderlo con quella severità con cui i "compagni di concerto" di Alberto Sordi, nell'episodio "Le vacanze intelligenti", trattavano come un sudicio zoticone il pover'uomo, colpevole d'ignorare che "il tacet" era in partitura. Sempre Adorno parlò di quello "stare girati verso il passato" che tu sottolinei. Molta parte in causa hanno i cosiddetti "intellettuali" odierni, feticisti del "vintage": dagli occhiali alle vesti; nel cinema persino delle pellicole passate, non "studiate o storicizzate", ma addirittura utilizzate come reazione al digitale, con la presunta funzione di "superiorità" e "inarrivabile bellezza del passato"...<br /><br />Un caro saluto<br /><br />Dario Agazzi <br />Anonymousnoreply@blogger.com