tag:blogger.com,1999:blog-13568201245715834842024-02-19T02:54:05.541+01:00Musica, Società, MercatoRenato Rivolta - musicista, docenteRenato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.comBlogger78125tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-19680446768716914552017-12-27T14:30:00.002+01:002017-12-27T14:30:54.201+01:00 Quando uno non crede alle proprie orecchie e rimane letteralmente senza parole<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo0FDtnj4qnxjOpJ5_D4_e7CXptMLfR0elLqQkf3sgmqCtDa97_rlmFnsKEgR93sXFxrqbn14kSjdJZDA7ShBc8GKwcbgaSoxWT4IXJ2E8dyxJz52FjpjP1XfpxnBecdSDK6Mmyw_Kcu4/s1600/26112074_1468087449966533_733530402795587790_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="510" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo0FDtnj4qnxjOpJ5_D4_e7CXptMLfR0elLqQkf3sgmqCtDa97_rlmFnsKEgR93sXFxrqbn14kSjdJZDA7ShBc8GKwcbgaSoxWT4IXJ2E8dyxJz52FjpjP1XfpxnBecdSDK6Mmyw_Kcu4/s320/26112074_1468087449966533_733530402795587790_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quando uno non crede alle proprie orecchie e rimane letteralmente
senza parole, ovvero: </div>
<div style="text-align: justify;">
nuovi orizzonti dell'interpretazione musicale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Accendo la radio su Rai Classica, e capito nel mezzo di quello che
sembra essere un pezzo di musica contemporanea (a me sconosciuto) per
violino : armonici, glissati in su e in giù, strappate brutali, passaggi
velocissimi, pizzicati "bartòk" a mitraglia, grumi di note
irriconoscibili se non come "figura" o "evento stocastico", tremoli al
ponticello, silenzi improvvisi e sintomatici...insomma tutto il consueto
armamentario retorico della musica d'avanguardia. <br /> Ma in questo
caso c'è qualcos'altro che aleggia nell'aria: come una ironia, una
volontà caricaturale, come se il compositore volesse prendere in giro lo
stile delle avanguardie esagerandone parodisticamente il repertorio
"effettistico". <br /> Io sospetto che sia così anche perché tra un
glissato e l'altro, tra un effetto e l'altro, spuntano dei frammenti
quasi-tonali che mi ricordano qualcosa, che sembrano delle citazioni dal
repertorio classico del violino, che io però non riconosco. Allora mi
dico: beh, questo compositore sicuramente ha una poetica postmoderna,
non cerca il rigore interno del linguaggio ma utilizza elementi
appartenenti a epoche e linguaggi diversi per farne un montaggio a suo
gusto. Un momento sembra Sciarrino, un attimo dopo sembra Stravinskij, e
altro ancora. Chi sarà mai costui? <br /> Mentre mi passano per la mente
queste domande, mi accorgo che in realtà il brano non è per violino
solo, bensì per violino e ensemble folcloristico, perché nel frattempo è
iniziata una danza indiavolata a suon di tamburelli, archi battuti col
legno, e così via: ma deve essere una danza (che intuisco di origine
balcanica) veramente "etnica", perché il violino solista si produce in
acrobazie inaudite, fra trilli e sovracuti e glissati e jetèes, ma con
un suono degno del più rustico e folkeggiante violino rauco e scordato
di tutti i balcani, insomma una vecchia cassetta di legno trovata in
cantina, cui siano state montate delle corde precarie, spaiate, suonata
da un violinista fuori di sè e totalmente in preda all'alcol! <br />
Inoltre anche qui la musica sembra seguire una certa embrionale, quasi
irriconoscibile tonalità, con un paio di accordi (credo, mi pare di
capire, nella confusione generale) che si alternano, I-IV, tipico
procedimento armonico del bordone folk. E anche qui mi pare di
riconoscere qualche citazione del repertorio violinistico, ma non saprei
dire quale... <br /> Perciò penso, forse ho sbagliato: questa non è
musica contemporanea di un ignoto compositore post-moderno, interamente
scritta; questo è invece un ensemble folcloristico, certamente
registrato sul campo, "live" da un etnomusicologo durante qualche festa
di paese. Ho un trasalimento: che sia una delle leggendarie
registrazioni di Kodàly o di Bartòk, quando giravano per l'Ungheria alla
ricerca delle radici popolari della musica? No, impossibile: la presa
sonora è troppo buona, troppo fedele. Ai tempi di Bartòk sarebbe stato
impossibile registrare con questa qualità di suono. <br /> Intanto la
danza si è fermata improvvisamente e ricomincia il violino solo con una
sua specie di cadenza, tipo i trilli degli augellini all'inizio de "La
Primavera" di Vivaldi, mischiati ad altre cose più o meno virtuosistiche
e chiaramente improvvisate, un po' nello stile jazz-rock del buon
vecchio Jean-Luc Ponty. <br /> Ho una illuminazione: questa non è musica
contemporanea, e nemmeno folk! Questo è un gruppo jazz-ethno, è tutta
roba improvvisata! Sarà una session registrata dal vivo a qualche jazz
festival! Chissà chi è questo violinista? <br /> Non faccio a tempo a
mettere a fuoco nella memoria un nome, che inizia un'altra sezione
musicale del pezzo, e questa volta sembra una rivisitazione
contemporanea - un po' à-la-Schnittke- di una danza barocca,
settecentesca. Come se un minuetto fosse filtrato da lenti
espressioniste, e gli interpreti avessero assunto delle droghe
allucinogene tipo l'LSD. <br /> Insomma per farla breve, altri momenti
musicali i più disparati si susseguono, e io non ci capisco più niente,
rinuncio a capire cosa sia ciò che sto ascoltando, e ormai aspetto che
finisca il pezzo -accolto da scroscianti applausi, un trionfo, a quanto
capisco - solo per la curiosità di sapere chi sia questo autore a me
completamente ignoto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ed ecco infine l'annuncio : <br /> "Avete
ascoltato, dall'auditorium di Lucerna, la registrazione live del
CONCERTO IN RE MAGGIORE PER VIOLINO E ORCHESTRA DI W.A.MOZART. </div>
<div style="text-align: justify;">
Violinista PATRICIA KOPATCHINSKAJA, <br /> direttore TEODOR CURRENTZIS, <br /> orchestra MUSICA AETERNA."</div>
<div style="text-align: justify;">
Di colpo mi sono sentito vecchio, decrepito, finito <span class="_47e3 _5mfr" title="émoticône smile"><img alt="" class="img" height="16" role="presentation" src="https://static.xx.fbcdn.net/images/emoji.php/v9/f4c/1/16/1f642.png" width="16" /><span class="_7oe"> </span></span></div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-42285310575009437782017-10-06T19:10:00.000+02:002017-10-06T22:23:25.009+02:00"DEMOCRATIZZARE" LA CULTURA ? <div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoh2HNz7_WNgdLtkYuDniPgnFKb9bkZrpm6BFY48Y_QxwW5nxggaCxZhi5yD6VXcSpwPZr1fwlIMFgiVQ_UMODX75UuUT6c8_z1LpR-Xdv6tBhUSpnYIAkWgZjgOvJ3nVT_RaLiMWLYE4/s1600/1408036278993_wps_3_Que_outside_the_Empire_th.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="449" data-original-width="634" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoh2HNz7_WNgdLtkYuDniPgnFKb9bkZrpm6BFY48Y_QxwW5nxggaCxZhi5yD6VXcSpwPZr1fwlIMFgiVQ_UMODX75UuUT6c8_z1LpR-Xdv6tBhUSpnYIAkWgZjgOvJ3nVT_RaLiMWLYE4/s320/1408036278993_wps_3_Que_outside_the_Empire_th.jpg" width="320" /></a></div>
DEMOCRATIZZARE LA CULTURA? </div>
<div style="text-align: justify;">
riflessioni sparse e incoerenti sulla distribuzione e l'organizzazione dei fatti culturali. <br />
<br />
Il concetto di "<i>democratizzazione della cultura</i>", che sembra essere di per sé una cosa giusta, scontata, al di sopra di ogni possibile obiezione, é in realtà spesso applicato in modi ideologici e strumentali.
<br />
Bisognerebbe chiedersi daccapo, oggi, cosa significhi esattamente. <br />
Perché la "cultura" dovrebbe essere "democratica"? <br />
Se non lo é, non é cultura? <br />
I fenomeni del pensiero e dell'arte che non siano immediatamente accessibili a tutti, sono da considerarsi antidemocratici?<br />
<br />
Qualcuno sostiene che mancano i "<i>mediatori culturali</i>" giusti per portare la "vera cultura" alle masse popolari. Per dar loro gli strumenti giusti per una piena comprensione del fatto artistico e culturale. <br />
Non saprei. Mi pare che oggi ci siano molto più "mediatori culturali" che operatori/creatori culturali veri e propri. <br />
È una vera e propria peste del voler a tutti i costi spiegare, facilitare, rendere semplice e comprensibile ciò che - secondo i mediatori culturali stessi- è complesso. A un importante festival musicale dell'anno scorso, in alcuni concerti sinfonici furono montati sul palco dei grandi schermi nei quali apparivano in diretta durante l'esecuzione le "spiegazioni" di ciò che stava succedendo. "<i>Ora entrano i violini I, ora c'é il dialogo tra i legni e gli ottoni, ora i timpani danno il tempo</i>" e così via.
Penoso tentativo di descrivere banalmente, pedissequamente, la musica con le parole. Fortunatamente non é stato più replicato.<br />
E poi conferenze, fervorini introduttivi ai concerti, e qualche volta anche "segue dibbbbbattito": tremendo. Tutto un contorno di parole, parole, parole che alla fin fine rafforzano l'idea che la musica sia una cosa difficile da capire, che bisogna studiare, essere preparati: sennò si fa la figura degli ignoranti, se ci si limita a essere affascinati da una melodia, o ci si accontenta di fantasticare semplicemente cullati dalla musica.
<br />
Mi pare che l'eccessivo contorno dei "mediatori culturali" stia in realtà intellettualizzando la cultura, sovrapponendosi, sovrabbondante, al fatto stesso.<br />
Se io vado a vedere Piero della Francesca mi aspetto di poter sopratutto ammirare il quadro nella tranquillità e nel silenzio; al massimo desidero ricevere qualche informazione molto succinta sull'opera. Poi sarò io, se ne sento il bisogno, a casa, a cercare ulteriori informazioni, ad approfondire, a comprare libri, a leggere e costruirmi un mio percorso personale.<br />
<br />
Quindi é sufficiente moltiplicare <i>ad infinitum</i> l'offerta culturale, aumentare il pubblico, rivolgersi a tutti senza pretendere di veicolare "contenuti", educare, elevare, edificare le masse? <br />
Sappiamo benissimo che oggi i grandi festival investono in pubblicità e promozione gran parte del loro budget, proprio a questo scopo: democratizzare la cultura rivolgendosi al pubblico più ampio e variegato possibile.
E infatti non manca affatto il pubblico, anzi. Spesso mandano via la gente in coda fuori dai teatri perché non c'é più posto, nemmeno in piedi.
Dunque dove sta il problema? Non certo nella domanda. Il pubblico c'è, e in abbondanza.
Magari manca un po' la qualità? Non saprei.
Io sono uno che si accontenta. Se capita, vado volenteri ad ascoltare degli sconosciuti che suonano in modo decoroso ma non certo al livello degli astri internazionali. E godo ugualmente ad ascoltare, anche se in certi momenti magari soffro un po' per alcuni aspetti della performance che trovo insoddifacenti. Perché quello che mi interessa é la musica, non gli interpreti. In genere anche a quei concerti - specialmente se gratuiti- é pienissimo di pubblico, e la gente super contenta.
Dunque? Non è che ci facciamo dei problemi inesistenti? <br />
<br />
Il discorso di come organizzare stagioni concertistiche in una grande città è assai complesso. <br />
È verissimo che il "<i>brand</i>" del grande festival funziona già da solo come attrattore, al di là della qualità della programmazione. Ma in generale trovo che ci sia un buon equilibrio. Poi molto fanno anche le "<i>locations</i>": ad esempio, una celebre e pionieristica rassegna di musica antica di Milano, <i>Musica e Poesia a San Maurizio</i>, aveva il suo perché anche per il fatto di svolgersi a San Maurizio, luogo magico che conferisce immediato fascino a qualunque cosa.
Conosco molto bene queste dinamiche del <i>brand</i>: qualche anno fa mi trovai in coda per entrare a un concerto di London Sinfonietta, intorno a me c'era gente di tutte le età e la maggioranza di costoro NON SAPEVA cosa stava andando ad ascoltare. Si fidavano del grande festival che organizza in 10 giorni o giù di lì parecchie decine di concerti di tutti i generi musicali.
<br />
È un bene? È un male? Si saranno pentiti, una volta resisi conto di aver scelto un programma di musica contemporanea di autori inglesi? Oppure avranno scoperto che non era niente male?
<br />Chi lo sa? Sono semi buttati nel terreno, magari qualcosa cresce, magari no.
<br />
In definitiva non ho le idee chiare: ma in generale, questo zelo dello <i>Stato Culturale</i> (che é anche il titolo di un bel libro del saggista francese Marc Fumaroli) nel voler a tutti i costi democratizzare, spiegare, educare alla cultura, mi insospettisce sempre un po'.
<br />
Ci vedo un fondo ideologico, un'idea paternalistica del compito delle élites. </div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-83522538413949707212017-09-13T10:32:00.002+02:002017-09-13T10:33:34.796+02:00"Pina, io ti stimo moltissimo"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnc6FokSbqGCBuj05n00XX5dgc3klDrO1YFbcx4MccYi57rOGj3Y-LnKF8eig0UvwbTXdaIbRhosm4YEp30Bk8mNzRgcHZMw9e0c-uDphs4Ol3GfCrVR3_T0JJ9mUZ6D9SSC_Irr2o-x8/s1600/21192476_1355210657920880_1293303345940154001_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="717" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnc6FokSbqGCBuj05n00XX5dgc3klDrO1YFbcx4MccYi57rOGj3Y-LnKF8eig0UvwbTXdaIbRhosm4YEp30Bk8mNzRgcHZMw9e0c-uDphs4Ol3GfCrVR3_T0JJ9mUZ6D9SSC_Irr2o-x8/s200/21192476_1355210657920880_1293303345940154001_n.jpg" width="148" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFNfsrLHDRKHgs5CXWuasVz7ByRMwpGaAKPEZjg42QFRulLPNwD7xSMXlnbKZrM2Y-4OPMj_wVBQpy2pB7LGoThM-qZhWQmUZpTQO5wVuP3S3IfcMsEaOdts69edaqOqnsoShMXc3DEGA/s1600/Fantozzi_il_ritorno.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="304" data-original-width="544" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFNfsrLHDRKHgs5CXWuasVz7ByRMwpGaAKPEZjg42QFRulLPNwD7xSMXlnbKZrM2Y-4OPMj_wVBQpy2pB7LGoThM-qZhWQmUZpTQO5wVuP3S3IfcMsEaOdts69edaqOqnsoShMXc3DEGA/s320/Fantozzi_il_ritorno.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
Il Domenicale del 3 Settembre 2017 del Sole24 ore si apre con una lettera inedita che
Luciano Berio scrisse nel 1977 - 40 anni fa- al musicologo Massimo
Mila. </div>
<div style="text-align: justify;">
Come sempre il pensiero di Berio spicca per lucidità e per
intelligenza. Qualunque cosa si possa pensare della sua musica, mi pare
innegabile che fosse un Maestro, che aveva capito molte cose prima e
meglio di altri. <br />
A che punto siamo 40 anni dopo? <br />
Oggi il
panorama musicale contemporaneo appare molto più differenziato, ma anche
più confuso. Si sono persi punti di riferimento, criteri di giudizio, e
se dovessi riassumere in una formula semplicistica il mio sentimento
prevalente, direi che siamo immersi nel gioco di specchi fantasmagorico
del postmodernismo, che è frutto di un Pensiero Debole, molto debole. <br />
Non per questo però ho nostalgia per quegli anni. Non si torna indietro, mai. <br />
Ma non posso far a meno di domandarmi, da musicista e da comune amante
della musica, la domanda più banale e ingenua possibile, quella che
probabilmente si pone l'ascoltatore non addetto ai lavori: perché quasi
nessuna opera del secondo novecento ( quello delle "Avanguardie") mi
commuove fino alle lacrime e mi prende allo stomaco come fanno invece
Mahler, Strauss, Stravinskij, Bartók, Shostakovic ecc? <br />
Lo so bene
che i presupposti culturali, sociali, poetici, linguistici, estetici
delle Avanguardie sono completamente diversi, e lo sono per una scelta
ben cosciente. <br />
Ma rimane il fatto che l'apprezzamento delle opere
di Berio e di molti altri compositori suoi contemporanei rimane per me
quasi sempre nei confini di un ascolto di tipo razionale e non
viscerale, non istintivo: conosco i presupposti, le ragioni teoriche e
pratiche -e financo politiche- per le quali la sua musica è fatta così e
non in altro modo, in alcuni casi conosco la genesi tecnica delle
singole opere, le problematiche linguistico/formali delle quali provano a
essere una soluzione. <br />
Ma l'oggetto sonoro in sé quasi sempre
rimane in buona parte FUORI di me, non mi travolge, non penetra in
profondità nella mia anima musicale, apparentemente non mi lascia
godere, se non attraverso il veicolo razionale della conoscenza
consapevole, di un godimento giudicante, discernente, vigile. <br />
Lo
so, lo so benissimo che si potrebbe rispondere: la temperie
estetico/culturale del tardo Romanticismo di Mahler e di Strauss è
radicata profondamente in noi, ne siamo figli e nipoti, usa un
linguaggio che, per quanto allargato e lacerato in mille modi, è ancora
quello che ci viene in eredità da secoli di storia della musica, è nei
nostri cromosomi a tal punto che i suoi simboli non li percepiamo piu in
quanto tali, cioè unità semantiche veicolo di significato, ma solo come
gestalten autonome, che hanno perso per le nostre orecchie la natura di
"veicolo" e ormai coincidono tout-court con ciò che significano: il
processo di identificazione affettivo/emotiva è perciò istantaneo,
senza mediazione, e SEMBRA "naturale". Per questo - lo dico
semplificando in modo intollerabile- vanno dritte allo stomaco, e
sembrano non aver più bisogno di passare per il vaglio decodificante del
cervello: sono ormai riflessi condizionati, non mediati. <br />
Al
contrario, la musica "contemporanea" nasce da una rottura estetica
deliberata, e generalmente richiede un ascolto "strutturale"
consapevole, certo più aperto, ma anche più competente. <br />
Credo che
questo sia il prezzo che paghiamo, nella situazione storica attuale,
perché la musica di oggi continui a evolvere (non necessariamente in
senso "progressista": ma evolvere come succede a qualunque altra cosa
umana, cioè cambiare, non stare mai ferma, come è giusto che sia). <br />
Alla musica "contemporanea" sembra che siamo costretti - per ora- a
dare la stessa risposta che il rag. Fantozzi Ugo dà alla moglie che gli
chiede se la ama : <br />
<i>"Pina, io ti stimo moltissimo".</i></div>
<br />Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-60347043065283891402017-09-13T10:24:00.000+02:002017-09-13T11:50:07.201+02:00NON C'È NIENTE DA VEDERE <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh37tbSkOyE_7m480Y3Lk2PtfZxb5ryBNFZbTvM3GhPNcyqtEY60nTOoxUZPuhbbAcRHRy6axdql2JRs0QAZS51tPZPFtq_UuiqtlIOzXRpVJ9bTovnq42rMpRxt9gUdRT68sgktXJlPEk/s1600/21751876_1363528997089046_7580617376452657749_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="439" data-original-width="586" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh37tbSkOyE_7m480Y3Lk2PtfZxb5ryBNFZbTvM3GhPNcyqtEY60nTOoxUZPuhbbAcRHRy6axdql2JRs0QAZS51tPZPFtq_UuiqtlIOzXRpVJ9bTovnq42rMpRxt9gUdRT68sgktXJlPEk/s320/21751876_1363528997089046_7580617376452657749_n.jpg" width="320" /></a></div>
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"></span></span><br />
<div class="text_exposed_root text_exposed" id="id_59b8ea7011e8d0619868307">
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se nella Pop Art (Brillo Boxes, Marilyn, Kennedy, Campbell Soup,
CocaCola, banconote, graffiti ecc.) "<i>l'oggetto banale, la copia di
oggetti o di immagini di uso comune, creato intenzionalmente per
diventare un'opera d'arte non è riconosciuto in quanto Opera d'Arte che
dentro un contesto storico e sociale determinato, e solamente se è
sottomesso a una interpretazione teor</i><span class="text_exposed_show"><i>ica
e filosofica suscettibile di giustificare l'interesse che gli si porta
(...); se senza giustificazione filosofica tale oggetto sarebbe
irrimediabilmente condannato a essere gettato nella spazzatura"</i> (cit.
Marc Jimenez - "la querelle de l'art contemporain"); </span><br />
<span class="text_exposed_show"> se nell'Arte
Concettuale poi sparisce l'oggetto materiale stesso, e il senso
dell'Opera migra dall'Oggetto al Soggetto fruitore, al quale è
interamente devoluto il compito di decidere della natura artistica del
concetto stesso, e di decrittarne a piacimento il "significato" - se ne
ha uno; </span><br />
<span class="text_exposed_show"> ALLORA è lecito chiedersi quale senso abbia esporre questi
oggetti nei musei e nelle gallerie d'arte, dato che, come gli stessi
autori in fondo dicono, NON C'È NULLA DA VEDERE. </span><br />
<span class="text_exposed_show"> Nessuna perizia
artigianale, nessuna "aura autoriale" perché spesso l'oggetto, quando
ancora sussiste come nel caso delle copie di oggetti di uso comune, non è
prodotto materialmente dall'artista ma da altri per lui - laboratori
industriali, fabbriche di manifatture o altro-, nessuna volontà di
esprimere valori tradizionali quali la "bellezza" estetica o altri
valori intrinseci alla sua fattura materiale, che il pubblico possa
apprezzare osservandolo. </span><br />
<span class="text_exposed_show"> A questo punto, mi domando se non sarebbe
in fondo più coerente NON ESPORRE, non organizzare mostre nelle quali
allineare oggetti o meta-oggetti che in quanto tali non hanno alcun
valore. Sarebbe invece più coerente, più fedele al pensiero degli
artisti limitarsi a fornire al pubblico un saggio in forma stampata o
una conferenza con i quali comunicare i concetti-base di queste correnti
artistiche, e suscitare su di essi delle discussioni pubbliche. </span><br />
<span class="text_exposed_show"><span><span> <span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span>Sappiamo
tutti che dopo Duchamp in arte e dopo Cage in musica, si sono aperte
le cataratte ed é venuto giù tutto. E' venuta l'epoca del "<i>n'importe
quoi</i>". </span><br /><span>Ma sarebbe superficiale limitarsi a una condanna sdegnata della scomparsa della "<i>Bellezza</i>", come</span></span><span><span><span>
alcuni fanno. Perché quello che é accaduto da là in poi non é la Morte
dell'Arte, ma la scomparsa di un certo modello di Arte che aveva retto
per secoli. Se per Hegel il destino dell'arte é quello di trasformarsi
in filosofia, che a suo parere é la forma di conoscenza più alta e più
complessiva che sia data all'umanità, allora con la svolta del
Concettuale siamo pienamente nella filosofia, e la "profezia " di Hegel
sembra sul punto di realizzarsi.</span></span></span></span></span></span></span> </span><br />
<span class="text_exposed_show">
Ma poi quando vedo la gente che fa lunghe code e paga biglietti per andare a
vedere una mostra di "opere" di Andy Warhol, mi dico che forse sono
tutti vittime di una colossale presa in giro. Ben che vada, di un enorme
equivoco. </span><br />
<span class="text_exposed_show"> Non c'è proprio niente da vedere, lì. </span><br />
<span class="text_exposed_show"> Al massimo, si celebra inconsapevolmente il rito di massa della finanziarizzazione del mondo e della vita.</span></div>
</div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-3637635738227060652017-09-13T10:19:00.004+02:002017-09-13T10:19:48.152+02:00LA RAI E LE MUSICHE DEL XXI SECOLO <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipTVKvTue2mgGV5BvujBo1Fszm2NrJMaCNRHYE6lZtRFlCoq5oXjXfnNtj6BqcgncEIMd5j49zeLDDYvGdLPVGmC9M-57R7YufhbWA5h6mIIr49xIsh4al6VqnlbpLZ0HIt-nSjplYQmU/s1600/9788807740961_quarta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1100" data-original-width="757" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipTVKvTue2mgGV5BvujBo1Fszm2NrJMaCNRHYE6lZtRFlCoq5oXjXfnNtj6BqcgncEIMd5j49zeLDDYvGdLPVGmC9M-57R7YufhbWA5h6mIIr49xIsh4al6VqnlbpLZ0HIt-nSjplYQmU/s320/9788807740961_quarta.jpg" width="220" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Pur con tuttle sue lacune,
RAI Cultura manda in onda spesso cose interessanti sull'arte
contemporanea: arti visive, architettura, danza, teatro, cinema : ma
niente sulla musica. Mi sembra molto strano. Se ne saranno accorti i
cervelloni di quel canale? Si saranno posti la domanda ? Per chi vede
Rai cultura, la musica consiste di tre cose : l'opera lirica, la musica
sinfonica classica, e per le musiche di oggi il rock, con le sue
numerose ra<span class="text_exposed_show">mificazioni e sottogeneri. <br />
Ora io mi domando perché alla Rai, che dall'anno scorso con
l'inserimento del canone nella bolletta dell'elettricità ha avuto un
fortissimo incremento delle risorse a propria disposizione, non sia
venuto ancora in mente a nessuno che sarebbe ora di produrre un nuovo
programma-inchiesta sulla situazione delle musiche d'oggi: di tutte le
musiche, inclusa la musica "colta"contemporanea. Naturalmente lo
dovrebbe fare senza steccati estetici e senza pregiudizi intellettuali. E
la cosa mi meraviglia ancor di più perché il "format" di successo di un
tale programma-inchiesta la Rai lo possiede da decenni, e si chiama
"C'è musica e musica". Lo aveva coordinato e presentato Luciano Berio,
più di 40 anni fa ormai. <br /> Cosa manca alla RAI per decidersi a
colmare questa lacuna, dopo tanti anni da quel programma così
importante? Le idee? La volontà "politica"? Un compositore o un
musicologo intelligente che conosca il medium e che che come Berio sia
capace di coordinare il tutto in modo semplice e senza
intellettualismi?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="text_exposed_show"><span><span><span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span>Insomma, la
RAI é o non é servizio pubblico? </span></span></span></span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="text_exposed_show"><span><span><span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span>Io capisco che questo mio post é una
vox clamans in deserto, e che finché non si rovescerà il paradigma del
"mercato" come bussola di ogni decisione culturale saremo destinati a
una corsa verso</span></span><span><span><span> l'abisso.</span><br /><span>Ma
continuo a ritenere - forse ingenuamente, può darsi- che per fare un
programma-inchiesta di quaiità non servono investimenti industriali, ma
FANTASIA, creatività e capacità di usare il linguaggio giusto, pur con
mezzi scarsi. il buon vecchio adagio: far di necessità virtù.</span><br /><span>Quanto
al pubblico: pensare al telespettatore medio come un minus habens privo
di curiosità e refrattario agli stimoli culturali nuovi é proprio
quell'atteggiamento che produce l'abbassamento progressivo del livello
qualitativo della programmazione. </span><br /><span>E' tutto da
dimostrare - a mio modesto avviso da non addetto ai lavori - che un
programma ben fatto, creativo, semplice, che proponga in modo vivace
(come lo faceva Berio) i protagonisti delle musiche di oggi,
collegandoli in un affresco ben congegnato, mettendone in luce assonanze
e dissonanze, analogie e influenze con altre discipline artistiche
eccetera, interessi solo "una fetta esigua tra noi che paghiamo il
canone". Ma quand'anche così fosse, la Rai deve decidere cosa é: se é
una tv commerciale oppure un servizio pubblico con la "mission" di
offrire il ventaglio più ampio possibile di prodotti culturali, anche
se non per il grandissimo pubblico. Poi ci vorrebbe anche una
riflessione su cosa sia questo "pubblico", nell'epoca in cui abbiamo a
disposizione centinaia di canali tematici, tutti con shares esigui. </span><br /><span>Amici,
é necessario che chi ha in mano qualche possibilità di invertire la
rotta si faccia coraggio e inizi a martellare, nei luoghi dove si
prendono le decisioni. </span></span></span></span></span></span></span></span><span class="text_exposed_show"><span><span><span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span><span><span class="text_exposed_show">Oppure nessuno dei nostri musicisti e musicologi -
che con la Rai collaborano e che certamente avrebbero almeno la
possibilità di lanciare l'idea - ha voglia di impegnarsi in questa
sfida? Perché non si fa ?</span></span><br /><span>Anche perché, quando ad es.
capita che vada in onda un concerto sinfonico (di Rai torino o di S.
Cecilia) nel quale disgraziatamente c'é anche un pezzo contemporaneo, e
questo non viene presentato, non si dice nulla nè dell'autore nè
dell'opera, il risultato é imbarazzante, addiittura controproducente.</span></span></span></span></span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="text_exposed_show"><span><span><span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span><span></span></span></span></span></span></span></span><br /></span></div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-54201655142229389132017-09-13T10:11:00.002+02:002017-09-13T10:20:20.769+02:00 ARTE COPROFILA - POUR EN FINIR AVEC L'HUMANISME <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/iSFe91XlwYQ/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/iSFe91XlwYQ?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
<div class="_5pbx userContent" data-ft="{"tn":"K"}" id="js_11">
ARTE COPROFILA- POUR EN FINIR AVEC L'HUMANISME<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Cari amici, se vi interessano le cose dell'arte contemporanea, e se i
barattoli di "Merda d'artista" del nostro Piero Manzoni degli anni '60
vi hanno sollevato qualche legittimo interrogativo o curiosità, allora
questa cosa di Wim Delvoye vi manderà in estasi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Si chiama CLOACA© ed è una raffinatissima macchina per fare....la cacca. </div>
<div style="text-align: justify;">
Cioè da una parte le si dà da mangiare a strafottere, senza limiti; lei
da brava rumina, digerisce, decompone, ha nella "pancia" tutti i suoi
begli enzimi e acidi e batteri come nel nostro apparato digerente; e
dall'altra parte, alla fine del processo, Cloaca© produce degli stronzi
che - a detta di chi l'ha vista in azione- sono perfettamente
realistici, e autentici anche dal punto di vista olfattivo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ora io vi devo confessare che questa macchina mi affascina in massimo grado, e per più ragioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Innanzitutto per la fantastica perizia tecnologica di chi ha saputo
progettare una macchina che riproduce perfettamente i complessi processi
chimici digestivo/intestinali della fisiologia umana. È una bella sfida
progettistica, vinta alla grande.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi, l'idea mi ipnotizza, mi
cattura per l'ovvio contrasto radicale tra la complessità tecnologica e
la sua totale inutilità, gratuità: è vero che le "macchine inutili" di
Tinguely avevano già abbondantemente percorso questa tematica, ma qui
c'è qualcosa in più, e più disturbante: se cercate on line altri video,
ne troverete uno dove uno stuolo di veri chef prepara "da mangiare" per
Cloaca© delle pietanze raffinate, un intero menù pantagruelico,
infinito, poi lo scarica alla rinfusa con le mani e con i mestoli su un
nastro trasportatore che convoglia tutto "in bocca" a una versione
enorme, gigantesca di Cloaca©; la quale poi da brava, dopo un po' (il
tempo che ci vuole ) fa comparire sul nastro trasportatore dall'altra
parte uno stronzo bellissimo, lungo metri e metri, per la gioja degli
astanti ( forse un po' meno per le loro narici).</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma una specie di banchetto di Trimalcione come nel Satyricon di
Fellini, più, allusivamente, la pulsione di morte del famoso film di
Ferreri "La Grande Bouffe". </div>
<div style="text-align: justify;">
Solo che qui la protagonista è una
povera macchina inanimata, il che rovescia in farsa qualsiasi
interpretazione psicologista sulla pulsione autodistruttiva e sul
celeberrimo triangolo libidico sesso-cibo-morte, eccetera. Tutta la cosa
diventa una goffa, ridicola caricatura. Ma anche terribilmente tragica e
realistica. Io ne sono affascinato, ipnotizzato, sconvolto, rimango
senza parole come davanti a una epifania numinosa. </div>
<div style="text-align: justify;">
E credo che
sarebbe ancora più tragico e disturbante se la macchina fosse un automa
dalle fattezze umane perfettamente imitate. Dovrò trovare il modo di
suggerire questa idea all'artista, se non ci ha già pensato lui. </div>
<div style="text-align: justify;">
In terzo luogo, tutta questa faccenda apre abissi insondabili quanto
affascinanti sullo statuto dell'arte contemporanea, sul suo ruolo nella
società (se ne ha uno) e sul Sistema dell'arte: artisti, gallerie,
musei, mercato dell'arte, influenza dei media, ricezione del pubblico, e
così via all'infinito. </div>
<div style="text-align: justify;">
C'è qualcosa di veramente geniale in CLOACA©, e al tempo stesso di terribilmente "Unheimlich".</div>
<div style="text-align: justify;">
<span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody">E' l'anello che mancava per chiudere il cerchio. È il trionfo finale è
definitivo della tautologia ontologica nichilista di certa arte
contemporanea. Una circolarità perfetta, arte-denaro-merda- arte e così
via <i>ad libitum ad infinitum</i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Un mistero insondabile che mi porterò dietro finché campo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
P.S. <span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody">Leggo
che l'artista colombiano Fernando Pertuz "<i>in una galleria d'arte defecò
di fronte al pubblico, poi con grande solennità passò a ingerire le
proprie feci</i>". Sembra che apparentemente qui si tratti di una
performance analoga ( ma rovesciata: prima ci sono le feci, poi queste
diventano "cibo"), invece no. Qui non c'è sublimazione artistica, c'è
solo banalità,volgarità, provocazione gratuita secondo me</span></span></div>
</div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-56679035481747516772017-08-20T10:39:00.002+02:002017-08-20T10:44:46.140+02:00MUSICA ANTICA E SOCIETÀ CONTEMPORANEA <div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuHhO42fCS4RZ3fSXVlYT7_xCiGecZun28GA9IPKKr0hN1alaFk6lWrhI7cVZTA32jSkf4M_GMFL6cGGZ7koGBHwWi7Cdq9jc_ZwsD3olnViG4ZBqZVWgXSOuOZeP1urLdOjVngak3pMQ/s1600/20954039_1340493732725906_2803605351313956599_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="667" data-original-width="960" height="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuHhO42fCS4RZ3fSXVlYT7_xCiGecZun28GA9IPKKr0hN1alaFk6lWrhI7cVZTA32jSkf4M_GMFL6cGGZ7koGBHwWi7Cdq9jc_ZwsD3olnViG4ZBqZVWgXSOuOZeP1urLdOjVngak3pMQ/s400/20954039_1340493732725906_2803605351313956599_n.jpg" width="400" /></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La musica del Settecento sembra avere oggi, nel XXI secolo, più o meno la stessa popolarità (a volte sconfinante nel fanatismo di massa) della musica pop. <br />Un vastissimo pubblico di tutte le età e livelli di scolarità e cultura accorre ai concerti, compra dischi e alimenta un mercato globale che ormai mi pare stia scavando il fondo del barile di tutto l'immenso patrimonio musicale che era rimasto per secoli sepolto nelle biblioteche. <br />Come era prevedibile e fisiologico, oggi dopo aver pubblicato decine o centinaia di versioni dei più alti capolavori del repertorio barocco </span></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">- uso questa definizione generica per comodità -</span> si riscoprono autori e opere minori che poco o nulla aggiungono alla nostra conoscenza, e si è passati ora anche a lavorare di fantasia, re-inventando con una certa spregiudicatezza opere incomplete o dubbie, proponendo versioni arbitrarie o improbabili ibridazioni etnico/linguistiche funzionali al gusto postmoderno contemporaneo (mi riferisco qui alla recente "querelle" sulle interpretazioni del celebre Jordi Savall, a parere di qualcuno piuttosto spregiudicate; ma non è che il caso più noto). </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Anche a me piace molto la musica antica, sia chiaro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E trovo del tutto normale e giusto che essa venga apprezzata da un grande pubblico, insieme alla grande pittura che da sempre si è potuta ammirare nei vari musei e nelle chiese, e all'architettura nella quale ancora oggi siamo in gran parte immersi e viviamo noi europei, che siamo così fortunati da averla davanti agli occhi ogni giorno. Sarebbe infatti ben strano se non potessimo apprezzare, accanto ai grandi pittori e letterati che da sempre apprezziamo, anche i musicisti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il Secolo d'Oro è effettivamente uno scrigno di meraviglie. Non abbastanza lontano da noi perché si siano persi gli strumenti più elementari per decifrare la bellezza delle sue testimonianze (in genere sontuose e superbamente eleganti, non hanno bisogno di spiegazione); non troppo vicino al nostro tempo al punto da risultare eccessivamente familiare o scontato per il nostro gusto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tuttavia, devo confessare che questa ondata contemporanea di autentica passione di massa - con alcune punte di fanatismo, ripeto- per la musica "antica"<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, </span>ivi compreso qualche singolo autore precedente, del Quattro/Cinquecento<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">,</span> desta in me qualche interrogativo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Al di là dell'alto valore intrinsecamente musicale della maggior parte delle opere, e fatta la tara delle tante riscoperte "minori" prive di interesse, quale è il sostrato psicologico che accende questa ondata collettiva di <span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">passione</span> ? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nostalgia per un mondo più ordinato, strutturato, intelleggibile, saldo nelle sue gerarchie sociali e etiche (la monarchia, la Chiesa, le fastose cerimonie laiche e religiose di una società che noi immaginiamo felice ed equilibrata, sbagliando di grosso) cui corrisponderebbe un linguaggio musicale altrettanto saldo e comprensibile, basato su convenzioni tonali e formali ben definite ma sufficientemente ampie da lasciare grande spazio all'invenzione? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un mondo più puro, ecologico, vicino alla "Natura", che si incarna in opere artistiche e musicali improntate a semplicità e immediatezza formali, comprensibile da tutti? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nulla di più falso: il barocco è al contrario il trionfo dell'artifizio, della ingegnosità retorica, della sottigliezza e della superfetazione formale. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una reazione all'estenuatezza del "sentimentalismo" romantico, tutto introspettivo e intimistico, che racconta del contrasto doloroso e drammatico tra individuo e società, tra convenzioni sociali e libertà personale, dilemma nel quale siamo più che mai immersi oggi e che ci assilla? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Insofferenza verso il gigantismo sinfonico e la Volontà di Potenza dell'ultimo Romanticismo, che noi percepiamo come pericoloso groviglio libidico dal quale è scaturita la tragedia delle dittature e delle guerre novecentesche, a noi ancora così vicine nella memoria? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'inadeguatezza della musica "colta" di oggi a raggiungere il grande pubblico?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La componente "nostalgica" del cercare godimento estetico in opere del passato? Si, certo: ma non credo che ci sia rapporto causale diretto tra la prima e la seconda. C'è di mezzo una mutazione radicale del concetto di Arte e della sua funzione, e noi lo stiamo vivendo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Cos'altro? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E al di là di questi interrogativi, cui sarebbe comunque interessante dare risposta, non sembra anche a voi un po' strano, innaturale, che nel cuore del XXI secolo tutto un grandissimo pubblico di amanti della musica se ne stia con la testa girata all'indietro, vagheggiando un passato della civiltà europea che non tornerà mai, e rifiuti in buona parte - non voglio generalizzare- di interessarsi alla musica di oggi, salvo le sue espressioni più commerciali, più "facili"? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Evidentemente qualcosa non va. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Molta della responsabilità appartiene senz'altro ai compositori di oggi, come ho detto: ma non tutta. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La questione mi sembra molto, molto più complicata. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma sarebbe l'argomento di un altro post :-)</span></div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-86273858234937513262017-01-26T15:25:00.002+01:002017-01-26T17:19:07.234+01:00LA FAVOLETTA IMMAGINARIA DEL PASSANTE E DELLA GRANDE MELA <div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6vmIA5m5TKsfEb7mMDojUZ5rJcbHbzxP-q4RajKfMGZQAZM5cN_Sp3kvV19zu3PHVKYnBWtIgc40UL6ukr5QNzt-OGK8_gy3GX4vR9QV78njIhGuTC13at9Wl8cGcfdWL5l2RO2Yh3BI/s1600/mela_pistoletto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="355" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6vmIA5m5TKsfEb7mMDojUZ5rJcbHbzxP-q4RajKfMGZQAZM5cN_Sp3kvV19zu3PHVKYnBWtIgc40UL6ukr5QNzt-OGK8_gy3GX4vR9QV78njIhGuTC13at9Wl8cGcfdWL5l2RO2Yh3BI/s640/mela_pistoletto.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
LA FAVOLETTA IMMAGINARIA DEL PASSANTE E DELLA GRANDE MELA </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
(alla maniera di Italo Calvino)<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">Quella cosa enorme è lì ormai da mesi, ma solo un certo giorno il Passante appena sceso dal treno "si accorge" della sua presenza, per così dire, e si sofferma a guardare, a cercare di capire. </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Molti pensieri confusi gli attraversano la mente, ma una domanda su tutti: PERCHÈ??<br />
<div>
E insieme, un sentimento misto ma spiacevole, come di sconsolata allegria, come una risata amara. </div>
</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Non che lui trovi l'oggetto "brutto" in sé: si sa, i gusti sono soggettivi eccetera.<br />
Ha visto di ben peggio, anzi di tremendo, insopportabile, nell' arredo urbano della sua città.</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
È che il Passante prova sempre una certa repressa indignazione di fronte alle manifestazioni dell'altrui invadenza e megalomania. Quando qualcuno gli sbatte in faccia una cosa come per dirgli "guarda, QUESTO l'ho fatto IO !" al nostro Passante viene da ridere dentro di sè, ma amaro, triste, pieno di compatimento per la piccolezza degli uomini che si credono - e vogliono essere creduti- grandi. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Il Passante <span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">appena sceso dal treno </span>non è un critico d'arte nè un urbanista, ma solo un comune cittadino, uno dei milioni che passano di qui indaffarati, ognuno con le sue pene e faccende, ma che anche volendo non possono non vedere "l'Opera d'Arte": che lì davanti alla Stazione Centrale, enorme e tronituante, quasi in mezzo alla vasta piazza, si impone con la sua massa pesante e ottusa. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
E allora per capire di più, il Passante si informa sull'Autore. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<br />
<a name='more'></a><br />
L'Autore risulta essere un celebre artista, M.P., <span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">"<i>tra i padri dell’Arte Povera, dal 1998 a capo della Fondazione Cittadellarte, incarna quell’idea di umanesimo contemporaneo in cui si fondono studio della forma, attenzione ai processi comunitari, amore per la filosofia, l’imprenditoria culturale e la creatività come veicolo di cambiamento collettivo.</i>"</span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Il Passante osserva la Grande Mela leggendo la citazione qui sopra: si aspetterebbe di vedere materializzato l'<i>Umanesimo Contemporaneo</i> e l'<i>Amore per la Filosofia</i> eccetera. </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Ma più probabilmente la prima cosa che gli viene a mente, suo malgrado, è il mai abbastanza onorato Conte Mascetti, celebre per aver inventato la <i>Supercazzola Prematurata</i>, che è il modello archetipico di molti dei discorsi dell'arte contemporanea. </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Però il nostro Passante non è un qualunquista, non è di quelli che hanno in odio gli "intellettuali" nè tantomeno gli artisti. E' una persona semplice che vuole sinceramente capire di più, perchè sinceramente ama l'arte in tutte le sue forme, e legge che: </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
"<i>.... la </i><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><i>Mela di MP, ennesima tappa della saga del <span style="box-sizing: border-box;">Terzo Paradiso</span>, intende rappresentare, come spiega l’autore, <span style="box-sizing: border-box;">l’entrata in una nuova era nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono, producendo un nuovo equilibrio planetario</span> (...) è l’immagine di quella sintesi paradisiaca, in cui il regno tradito della Natura e il regno spietato della Tecnica si incontrano, generando l’armonia del futuro.</i>"</span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Il nostro Passante (appena sceso dal treno) è sempre più perplesso. Per quanto si sforzi, non riesce a cogliere nel gigantesco frutto di cemento i segni inequivocabili di un <i>nuovo equilibrio planetario</i>. Ma non si dà per vinto e continua la lettura:</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">"<i>.....la Mela è lontana parente del frutto addentato da Eva; fu allora che l’uscita dell’Eden si compì, mentre iniziava la lenta caduta dell’Uomo, con la perdita del sacro, lo scollamento dall’origine e la sopraffazione del pianeta a cavallo del progresso. Il rattoppo di quel pezzetto mancante è l’artificio che sancisce l’avvenuta rigenerazione: la mela torna integra, l’uomo recupera una relazione autentica con la Terra, mentre la Tecnica, non più nemica, diventa bagaglio, opportunità.</i>" </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br /></span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Ma certo! pensa il Passante fra sé e sé - dandosi una manata sulla fronte alla maniera dell' Ingegner Alì Oco De Madrigal - stupido che sono, come ha potuto sfuggirmi il riferimento biblico? Era così chiara la simbologia, e il senso della Mela di Eva cui è stato ricucito il morso, e quindi cancellato il Peccato Originale che ci aveva precipitati in questa valle di lacrime! </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Eppure... eppure questo gigantesco frutto di cemento candido, rappezzato alla bell'e meglio con enormi punti di acciaio inox, com'é che non mi comunica alcuna emozione mitico/biblica? <br />Mi sembra piuttosto una strana candida palla da rugby gigante e tutta sformata dall'uso, con le cuciture troppo grandi, come se fosse esplosa per un calcio troppo violento e poi riparata in tutta fretta per poter continuare la partita. Sembra messa lì su quel piedistallo di cemento in attesa del fischio dell'arbitro e di un gigantesco calciatore che arrivi chissà da dove e le appioppi una pedata da mandarla a sbattere sul grattacielo (ex)Pirelli lì davanti: ma così forte, così forte da tirarlo giù! Oppure ancora, quelle borchie metalliche evocano indistintamente nella psiche del Passante vaghe inconscie fantasie erotiche sado-maso.. <br />Certo, anche questo potrebbe essere: l'Arte deve smuovere nel profondo, sollevare cose sepolte nella mente di chi la guarda.<br /> </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Mentre segue queste sue fantasticherie, il Passante si rende però conto che ancora qualcosa gli sfugge, che questo oggetto ingombrante significa per lui, comune cittadino, <b>sopratutto</b> qualcos'altro. </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Qualcosa di così evidente che uno non ci pensa nemmeno, tanto è banale. <br />Uno va a cercare nel Mito e nella Filosofia, cerca il <i>Terzo Paradiso</i> e non si accorge della Verità che è lì spiattellata davanti ai suoi occhi. </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
È lì imbambolato che continua ad osservare la Grande Mela del Terzo Paradiso quando d'un tratto scorge una scritta sul fianco in ombra del frutto, in basso. <br />
Non è molto visibile, sembra il numero di serie o il timbro dell'impresa costruttrice. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Si avvicina per vedere meglio e legge:</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<b>"Opera predisposta in preparazione della campagna promozionale per la prossima apertura del nuovissimo grande Apple Store in centro città, a poche centinaia di metri da qui. THINK DIFFERENT" </b></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br /></span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"> (Tutte le cit. in corsivo sono prese da <a href="http://www.artribune.com/attualita/2016/03/milano-pistoletto-e-la-mela-storia-di-un-altro-errore/" target="_blank">"Art Tribune"</a>)</span></div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-583912070483536862017-01-24T11:51:00.001+01:002017-01-26T17:15:52.668+01:00FENOMENOLOGIA DEL GENIO MUSICALE: MYUNG WHUN CHUNG<div style="text-align: left;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUhyoreULIfqvlFMIPR83_pOQRAfsFoL87iZ3kbGr4VAL36zIrbJgUUo5k0vpa4PdEJzQJP_0cxNs80o0MZ7daemmHQj78C7ZGukhyphenhyphenZdW52Uk0k0LAFcTq6NEX9pWds-fI-lGhMKQUZqk/s1600/Chung+Filarmonica+prove+foto+Silvia+Lelli+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUhyoreULIfqvlFMIPR83_pOQRAfsFoL87iZ3kbGr4VAL36zIrbJgUUo5k0vpa4PdEJzQJP_0cxNs80o0MZ7daemmHQj78C7ZGukhyphenhyphenZdW52Uk0k0LAFcTq6NEX9pWds-fI-lGhMKQUZqk/s400/Chung+Filarmonica+prove+foto+Silvia+Lelli+3.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
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<br /></div>
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FENOMENOLOGIA DEL GENIO MUSICALE: MYUNG WHUN CHUNG</div>
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(Don Carlo alla Scala) </div>
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<br style="color: #454545; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px;" />
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Il Maestro Chung è magro come un chiodo. Come uno che si sottoponga a una dura disciplina. Forse fa meditazione o yoga. Ha un corpo secco e scattante ma non sembra muscoloso: anzi a dire la verità le spalle sono un po' cadenti, e la testa forse è un po' troppo grossa rispetto al corpo.</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Quando entra nel "golfo mistico" (ahahaha!) e si avvia al podio passando attraverso le file dei violinisti, ha un'aria che sembra vagamente annoiata, ma non manca mai di dare delle piccole carezze o buffetti amichevoli, anche affettuosi, sulle spalle dei violinisti vicino ai quali passa: a qualcuno lancia, passando, una rapida battuta, chissà cosa gli dice. Arrivato al podio, vi sale dimesso, quasi con l'espressione di uno che si appresti a svolgere un compito noioso, forse persino spiacevole. Accoglie l'applauso del pubblico senza sorridere, come una faccenda che vada espletata nel modo più rapido, informale e indolore possibile: si volge verso il pubblico solo per qualche secondo non di più, non concede ai festeggiamenti che gli vengono tributati di eccedere la brevissima durata che evidentemente lui considera tollerabile. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
È vestito di nero, certo, ma non indossa il frack d'ordinanza, e nemmeno quelle giacche esotiche di varia foggia che i suoi colleghi usano, talvolta con esiti estetici imbarazzanti o goffi, nel tentativo di sostituire l'abito da cerimonia tradizionale, ormai antistorico e anche scomodo. Non è per il maestro Chung il pavoneggiarsi sventolando le code del frack come appunto il volatile campione di narcisismo. Evidentemente per lui la direzione è un fatto spirituale, un rito celebrato insieme ai suoi orchestrali: amo pensare che se potesse lo farebbe più volentieri senza che il pubblico lo potesse vedere in azione. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Veste di nero, certo, ma dimesso, casual: pantaloni senza nastrino laterale, e semplice T-Shirt sopra la quale una camicia (o golfino leggero) aperto. Un abbigliamento che potrebbe indossare anche per una passeggiata primaverile all'aperto. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Come detto, non lascia che pochi secondi agli applausi. Anzi qualche volta da' l'attacco SUGLI APPLAUSI, costringendo così il pubblico a smettere di colpo, sulle prime note della musica. Una urgenza interiore lo induce a venire subito al dunque, senza perdersi in convenevoli. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
E non appena la bacchetta si abbassa, siamo precipitati di colpo in un'altra dimensione spirituale, in un tempo metafisico.</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
E inizia un miracolo continuo.<br />
<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Difficile spiegare con le parole da dove arrivi questo suono profondissimo che Chung cava da qualsiasi orchestra, nel forte come nel piano, in tutta la vastissima gamma dinamica che sa ottenere. Io l'ho ascoltato dirigere credo cinque diverse orchestre europee, il suono è sempre infallibilmente il suo. O almeno così a me sembra. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Il braccio ha delle morbidezze estreme, il movimento è sempre rilassato, rotatorio e fluido: materializza plasticamente il legato di frase, con lo stesso movimento che fanno gli strumentisti con il loro arco. Vi è sempre esatta analogia tra il braccio del direttore e quello degli archi, per ogni altro tipo di articolazione possibile: legato, tenuto, sforzato, tratteggiato, detaché, staccato, martellato, spiccato e così via. Chi suona vede nel braccio del direttore un esempio concreto del movimento da applicare all'arco, incluso ogni grado possibile di aderenza alla corda, in ogni grado dinamico. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Ma il suo braccio ha anche degli scatti felini, rapidissimi. E a volte non si capisce come riesca a ottenere dall'orchestra delle reazioni così istantanee, dei cambi totali di suono di dinamica e di carattere espressivo nello spazio di centesimi di secondo. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Dei crescendi "esponenziali" che atterriscono per la loro violenza improvvisa; dei diminuendi abissali, non meno istantanei. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Non è solo questione di prove, ne sono più che certo. È qualcosa che Chung possiede a prescindere e che può ottenere fin dalla prima lettura. Forse anche grazie al suo fisico asciutto e agli "scatti felini" alla Bruce Lee, se mi si concede l'analogia che, data l'origine orientale del Maestro, non sembra del tutto campata in aria. Quella sorta di movimento ad elastico come una fionda, rapidissimo e agile, che ammiriamo nei campioni delle arti marziali......</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
<br /></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Provo a definire a parole la meravigliosa fenomenologia direttoriale del Maestro. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
<br /></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
La prima cosa è una concezione del tempo musicale che va molto oltre le banali suddivisioni di battuta. Anzi, che sembra ignorarle del tutto. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Chung non dirige ciò che è scritto in partitura, non dirige quei segni organizzati orizzontalmente in compartimenti separati da stanghette, bensì dirige il fenomeno sonoro in sè, rispetto al quale la pura messa in pratica (per quanto precisa) della partitura sarebbe una pallida, lontanissima e pedissequa imitazione astratta. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
In altre parole, dirige EVENTI sonori che accadono in un tempo che non ha nulla a vedere con il tempo del metronomo nè tantomeno con le stanghette di battuta. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
In questo caso (nel Don Carlo) dirige il Tempo del Dramma, il tempo psicologico naturale dei personaggi raffigurati, con le sue oscillazioni, trasalimenti, esitazioni, scatti improvvisi, esplosioni repentine di energia e dissipazioni della stessa. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
La musica, come puro fatto energetico, si fa perfetta mimesi del movimento della psiche umana nelle vicende vissute dai personaggi sulla scena, all'interno della convenzione teatrale pur così profondamente rivoluzionata da Verdi. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Per questo motivo il tempo che Chung impone alla musica non è mai stabile o meccanico ma sempre ondulatorio e flessibile, anche in quei momenti nei quali dall'esame della partitura uno si aspetterebbe una scansione metronomica, esatta.</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Al contrario, anche in questi pochi momenti il Tempo assume caratteristiche mobili, è sempre direzionato: talvolta con una impercettibile "spinta" in avanti che non dà mai luogo a un vero accelerando, ma solo a una tensione temporale-direzionale interna; altre volte al contrario quasi trattenuto ma senza mai ritardare: solo pigro, solenne, faticato come qualcuno che pedali col freno tirato. Solo chi possiede una acutissima sensibilità sulla natura del Tempo musicale è in grado di gestire con precisione e chiarezza espressiva queste sottilissime sfumature, che conferiscono a ogni situazione drammatico/psicologica il colore sonoro caratteristico, esatto. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
La percezione dei tempi di reazione dell'orchestra è perfetta, nel forte come nel piano, in tutta la enorme gamma dinamica. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Quanto ho fin qui raccontato sulla raffinatissima gestione del Tempo musicale e così via, certamente non è qualcosa di nuovo: è la qualità intrinseca dei grandi interpreti, dei grandi artisti. Ma un conto è farlo con il pianoforte o il violino o il quartetto d'archi, tutto un altro conto è ottenerlo da una orchestra di 100 persone, e insieme al palcoscenico sul quale ci sono magari decine e decine di altre persone, i solisti e il coro. Questa è un'impresa che pochissimi possono realizzare. È qualcosa di veramente magico, che per accadere deve far leva su una componente di comunicativa umana, di coinvolgimento emozionale di tutte le persone interessate.</div>
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<br /></div>
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E qui vengo al secondo punto. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Il Maestro Chung ha un modo di dirigere che sembra analogo a una meditazione a occhi aperti (ma molto spesso li chiude). Non ho mai visto nessun altro direttore d'orchestra mostrare con il linguaggio del corpo la stessa concentrazione nell'ascolto. Una concentrazione intensissima, come una meditazione profonda. Il braccio e il corpo sono presenti e reattivi, colgono istantaneamente con grandissima economia di movimento i tempi di reazione dell'orchestra, suscitano energia e la veicolano in modo infallibile verso la vita naturale di ogni singola nota, ogni inciso, ogni frase/evento. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Il viso invece mantiene quasi sempre una espressione assorta, distante: uno stato quasi di trance, di incorporazione totale del senso musicale di ogni singolo evento. Qualche volta si china leggermente e si porta una mano all'orecchio, come per ascoltare con ancora maggiore intensità. È un invito alla sua orchestra : sembra che voglia dire ASCOLTATE! ASCOLTATEVI! È un invito che non ha nulla di tecnico, nulla di scolastico.</div>
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<br />
In altre occasioni avevo citato una intervista nella quale Chung, in polemica con il divismo del nostro tempo, dichiarava che chi fa veramente la musica, nel rapporto tra direttore e orchestra, è l'orchestra. Certo il direttore può e deve conferire la sua impronta, può far la differenza, questo è ovvio. Ma chi produce materialmente il suono, l'evento sonoro, sono gli strumentisti. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Verso i quali il Maestro Chung non smette di mostrare un rispetto e direi anche un amore profondo. Due piccoli fatti me l'hanno confermato.</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
1) all'inizio del II atto (mi pare) sale sul podio e da l'attacco ancora sugli applausi.</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Le trombe in orchestra non sono pronte e non suonano le prime note. Il Maestro scuote la testa, ma è per rimproverare se stesso. Sembra dire "che stupido che sono". Poco dopo si volge di nuovo verso le trombe, sempre dirigendo, si punta l'indice al petto, sorridendo dolcemente alza gli occhi al cielo e chiede scusa. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
2) Alla ripresa dopo un intervallo tra un atto e l'altro lo si vede entrare in orchestra con una borsa voluminosa. Cosa conterrà ? Lo si capisce durante il breve cambio di scena a luci basse: il maestro si siede semplicemente sui gradini del podio e estrae dalla borsa dolci o cioccolatini per tutti, che passano subito di leggìo in leggìo. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">
Un modo per dimostrare attenzione e affetto per l'orchestra, impegnata in una lunga recita di cinque ore. <br />
Sono più che certo che il suo amore é ricambiato da tutti coloro che amano e vivono profondamente la musica. </div>
</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-26194890616449567032017-01-02T23:42:00.001+01:002017-01-03T19:34:38.273+01:00AFFETTUOSO MESSAGGIO DI PACE AGLI ODIATORI DELLA MUSICA CONTEMPORANEA "COLTA" <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHSR-PcnSA9B0BEGnDbdCKc5pBR34zAsVMC0Ih2dDZSxZy9WlJnkXP4ySAwFR0rQ5xLazZ22RC1bITsezoPSH8y2kfgZsg1IkLFFrPoJ6bADcv2KFKLjPK4Y4YDPztTQOK4lpre3ZLfPc/s1600/peace-love-revolution-photo-peace-and-love-revolution-club-25215499-1024-768.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHSR-PcnSA9B0BEGnDbdCKc5pBR34zAsVMC0Ih2dDZSxZy9WlJnkXP4ySAwFR0rQ5xLazZ22RC1bITsezoPSH8y2kfgZsg1IkLFFrPoJ6bADcv2KFKLjPK4Y4YDPztTQOK4lpre3ZLfPc/s320/peace-love-revolution-photo-peace-and-love-revolution-club-25215499-1024-768.jpg" width="320" /></a></span></div>
<br />
<br />
<span style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px;">AFFETTUOSO MESSAGGIO DI PACE AGLI ODIATORI DELLA MUSICA CONTEMPORANEA "COLTA" </span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;">(o "<i>accademica</i>" o "<i>d'arte</i>" o "<i>forte</i>" o quello che volete voi, insomma ci siamo capiti)</span></span><br />
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
E AI NOSTALGICI DELLA TONALITÀ</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Io ho aperto questo blog solo da qualche anno, ma in questo pur relativamente breve lasso di tempo ho visto crescere a dismisura attacchi sempre più polemici e talvolta violenti contro la "musica contemporanea" (vedi sopra la definizione a piacere). </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Sarei tentato a questo punto di appellarmi alla PresidentA Boldrini o all' ONU per chiedere l'intervento dei caschi blu in difesa di una minoranza etnica seriamente minacciata nella sua esistenza. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Non sto a riassumere le accuse contro questa piccola e tutto sommato trascurabile nicchia fra le infinite nicchie di cui si compone il grande mercato musicale: non c'é nemmeno uno tra i miei "contatti" qui che non si sia imbattuto certamente svariate volte in post sull'argomento, seguiti da alluvioni di commenti e di polemiche, quindi tralascio la disamina e riassumo in estrema sintesi.</div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Le accuse provengono non solo da stimabili colleghi musicisti che sanno ciò che dicono e lo argomentano compiutamente e in modo articolato e motivato, ma ormai anche da guardiamacchine abusivi, venditori di almanacchi, vice-rappresentanti di una sottomarca della BIC (chi coglie la citazione vince un CD di Feldman), marittimi di lungo corso (quindi lontani da casa per lunghi periodi dell'anno) testimoni di Geova, abbonati a L'Unitá: categoria, quest'ultima, che credevo estinta da tempo, ma tant'è. <br />
La parola d'ordine é : <i>dàlli all'untore della musica contemporanea, al rogo l'eretico senza Dio!</i></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<br />
<a name='more'></a><br /></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
L'argomento cardine delle violente accuse è che la MCC (acronimo di cui al titolo) è lontana dal pubblico, che è troppo intellettuale, i suoi esponenti tutti segajoli ammanicati raccomandati massoni communisti protetti e finanziati dalla politica, che stanno nella ormai leggendaria "torre d'avorio", che <i>LaGGente</i> non capisce una fava di quella roba lì e quindi le sale sono vuote, infine che hanno distrutto la VERA MUSICA, che è invece quella.... tonale.<br />
<br /></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Cari amici odiatori e talebani, mi rivolgo a voi con un sorriso amichevole e scherzoso perché vi voglio bene - e perchè le diatribe sui gusti musicali non possono e non devono mai guastare i rapporti personali, e sono orgoglioso di contare tra di voi molti amici cari, ai quali sono legato da affetto e stima da molto tempo - e vi dico che io stesso già da tempo vado dicendo e scrivendo che la MCC ha dei problemi seri, che è caduta in una crisi molto grave; ad esempio, ne scrivevo nel 2011 in questo post <a href="http://renatorivolta.blogspot.it/2011/12/la-musica-contemporanea-e-morta.html">http://renatorivolta.blogspot.it/2011/12/la-musica-contemporanea-e-morta.html</a> al quale ha dato tra l'altro un contributo decisivo l'amico compositore Marco Tutino. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Ma vi chiedo: voi non crederete DAVVERO che il futuro della musica in questo nostro sfortunato e difficile paese sia un ritorno<i> sic et simpliciter</i> alla tonalità? </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Lasciamo da parte i talebani: so bene che quelli di voi che fanno i musicisti di professione non coltivano <i>tout-court</i> quest' idea bizzarra, anche perché il concetto di tonalità andrebbe precisato e definito: forse alcuni pensano più genericamente a un ritorno a modelli meno stringenti di quelli classici, di gravitazione armonica intorno a centri di attrazione, ma senza l'armonia "funzionale", insomma un po' Stravinskij un po' Shostakovich un po' Debussy un po' Prokofiev un pò John Adams (per capirci genericamente) e chi più ne ha più ne metta. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Benissimo! Non sarò certo io a dire che non mi va bene, visto che sono un fan di questi grandi Maestri. Se guardiamo infatti alle attuali esperienze di successo genericamente neo-tonali, americane o di altri paesi, vediamo sottotraccia la lezione assimilata dai grandi eretici del primo Novecento. È possibile che qui nel vecchio continente e specificamente in ItaGlia, remota provincia dell'Impero dove siamo mediamente sempre in ritardo di una ventina di anni, prenda piede questo stile. Sicuramente è più divertente, più vicino al "comune sentire" di un pubblico meno attrezzato, obbliga l'Autore al mantenimento di un alto livello artigianale, e anche consente migliore possibilità espressiva e comprensibilità. Ben venga. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Ma vorrei aggiungere che comunque nel nostro paese nel frattempo succedono molte ALTRE cose nel campo delle musiche di oggi (quindi anch'esse, pensate un po', <i>contemporanee</i>) e che la maggior parte di queste altre cose succedono al di fuori del circuito tradizionale dei teatri e delle sale da concerto per le quali voi pensate le vostre opere, e per un pubblico infinitamente più diversificato e variamente alfabetizzato. </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
In particolare, non so se ve ne siete accorti, ma mentre noi ci preoccupiamo di scrivere ed eseguire musiche di derivazione più o meno accademica, con gli strumenti o l'orchestra sinfonica tradizionale, nel frattempo le tecnologie informatiche e le loro ibridazioni con lo strumentario acustico ed elettrico hanno dato luogo negli anni all'apparizione di una quantità di linguaggi, variamente figli del rock, del pop, del minimal, della techno, dell'ambient, del metal, del glitch, del jazz e di tutte le infinite ibridazioni, anche con la musica "colta", che io non conosco nemmeno in minima parte, e che in buona parte rappresentano una autentica MUTAZIONE GENETICA del linguaggio musicale contemporaneo; che questa mutazione genetica ha effetto sulle modalità percettive e di ascolto delle grandi masse, trasportandole verso paradigmi di ascolto (o non-ascolto) sideralmente lontani da quelli coi quali siamo stati formati noi. <span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g">Qui
sembra che elaborazione tematica e armonica, narratività, direzionalità
del discorso musicale non siano più sentite come condizione
indispensabile ai fini dell'espressione, ma valgono invece altri
parametri quali la sottile giustapposizione di oggetti
elementari, una sensibilità particolarmente acuta per il timbro ibrido
elettronico/strumentale, molto spesso fonicamente violento, altre volte tenue come un acquerello, il tutto per così dire "immerso" in una vasca
di risonanze evocative e così via.</span></span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
Vogliamo occuparcene, prendere in seria considerazione il problema di arrivare anche a questo pubblico così alieno, così giovane e così numeroso, vogliamo pensare a noi stessi come compositori veramente <i>contemporanei,</i> oppure pensiamo che basti tornare che so, a un buon vecchio Puccini riaggiornato con un tocco di Steve Reich (tanto per dire) per ritenerci in sintonia col mondo che cambia? </div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Naturalmente è facile vedere quanto poche di queste "nuove" musiche siano veramente interess</span><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">anti, mentre dentro la gran parte di esse ci sia moltissimo onanismo autoreferenziale, ancor più che nella musica più radicale contemporanea "colta". C'è un aspetto esteriore patinato, molto tecnologico, dall'apparenza sofisticata, a cui corrisponde però una impotenza sostanziale dal</span><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"> </span><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">punto di vista espressivo; musica per Nerds che si baloccano con le ultime versioni dei software di editing audio o con masturbazioni più o meno raffinate sulla manipolazione di elementi melodici primitivi e/o insignificanti, o sui "rumori": sono in genere analfabeti di ritorno (se li giudichiamo secondo il nostro metro di giudizio accademico) che brancolano nel vuoto o si arrampicano sugli specchi, ma lo fanno in un modo che sembra molto intelligente, molto intellettuale e molto sofisticato, perciò funziona, per qualcuno. <br />Ma attenzione: se si può parlare di analfabetismo per quanto riguarda la formazione accademica, la composizione tradizionale, qui siamo in presenza di tutt'altra fattispecie di alfabetizzazione, non so se altrettanto raffinata perché la sua tradizione e storia é al momento molto più breve, ma che potrebbe col tempo avere sviluppi di grandissimo valore.<br />In margine vorrei aggiungere che mi preoccupa davvero questa impotenza creativa, questa mancanza di slancio vitale, questo baloccarsi intorno al nulla, questo intellettualismo algido e asettico, privo di un pensiero forte e di aspirazioni alte e rivoluzionarie, da parte di una generazione che in realtà a ben vedere dovrebbe invece scendere per le strade e mettere tutto a ferro e fuoco, fare la rivoluzione! Ma questo è un altro discorso, sul quale magari tornerò in altra occasione. </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br /></span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Perciò cari amici, per concludere: va benissimo scannarsi su Serialismo vs.Tonalità, su Boulez (Satana artefice di tutti i mali del mondo!) vs. Arvo Pärt o chi volete voi.</span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Ma non facciamo come i capponi di Renzo che litigano mentre stanno per essere messi entrambi in padella! <br />LÀ FUORI c'è un mondo molto più grande del nostro, che di Boulez non ha nemmeno mai sospettato l'esistenza e che della seconda scuola di Vienna se ne fotte, perché ascolta e gode delle lagne monocordi di Brian Eno (per dire). </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Forse è il caso che cerchiamo di metterci in sintonia anche con questo pubblico, che è il pubblico contemporaneo vero, di capire meglio che tipo di alfabetizzazione e percezione musicale nuova stia nascendo; per entrare in un circuito potenzialmente ben più grande - il che non guasterebbe nemmeno al nostro portafogli - e per innalzare magari un po' la qualità della musica che questo grande pubblico ascolta, sollevandolo dal livello infimo nel quale è precipitato. </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Altrimenti, ci ritroveremo a rimpiangere i vari Berio Stockhausen Boulez: quelli almeno la musica la conoscevano, la pensavano davvero, pur con tutti i difetti che volete; mentre questi <i>Nerds</i> di oggi,</span><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"> se continuiamo e disinteressarcene, presto o tardi ci cancelleranno, e sarebbe un peccato, per tutti. </span></div>
<div style="color: #454545; font-family: "uictfonttextstylebody"; font-size: 17px; text-align: justify;">
<br />
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Con affetto, </span><br />
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="st"><i>Oṃ</i> <i>Maṇi Padme Hūṃ</i> (sanscrito, devanāgarī ॐ मणि पद्मे हूँ)</span></span><br />
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="st">PEACE & LOVE </span></span><br />
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="st"> </span> </span><br />
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">John e Renato</span></div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-85822598869573514712016-12-27T10:59:00.000+01:002016-12-27T10:59:02.857+01:00Ha ragione chi teorizza la scomparsa dell'arte?<div style="text-align: justify;">
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"></span></span></div>
<div class="text_exposed_root text_exposed" id="id_58623ab1e44631490118546">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbe9piDgLOs2QSoVgkVnfhFqS63jG9dHar37dcI40Ug5pv92g5TFBt9xQYft8bhJxUytO9BxLELE9eTI27CB4_i0MKsDQ2QnEW6_3kc9IvJoyZwNTdwMGThppGAYHvwjCvJZpyL2296OI/s1600/15665946_1102878603154088_1102415428895006040_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbe9piDgLOs2QSoVgkVnfhFqS63jG9dHar37dcI40Ug5pv92g5TFBt9xQYft8bhJxUytO9BxLELE9eTI27CB4_i0MKsDQ2QnEW6_3kc9IvJoyZwNTdwMGThppGAYHvwjCvJZpyL2296OI/s320/15665946_1102878603154088_1102415428895006040_n.jpg" width="320" /></a></div>
</div>
<div class="text_exposed_root text_exposed" id="id_58623ab1e44631490118546">
È
curioso osservare come nel campo delle arti visuali il dibattito su
"cosa sia Arte", ovvero quale caratteristica qualifichi come "artistico"
un manufatto o una performance o anche solo un concetto che permetta di
qualificarlo come "Opera", sia ancora acceso e vivace, e si pubblichino
tuttora libri sull'argomento, come quelli raffigurati nella foto;
mentre invece nel campo della musica, fatta sal<span class="text_exposed_show">va
la controversia che ciclicamente riemerge intorno alla figura centrale
di John Cage, pare che si dia per scontato che è musica (intesa come
manifestazione artistica) qualsiasi produzione sonora, più o meno
organizzata o improvvisata, artificiale o naturale, a patto che esista
una comunità - o perfino soltanto un singolo individuo- disposta a
considerarla tale. <br /> Da un lato quindi sembrerebbe che nel campo
musicale si sia "più avanti" rispetto alle arti visuali/visive, avendo
ormai archiviato il problema e assimilato questa sorta di universalismo
ecumenico tipico della fine del XX secolo e del postmoderno
globalizzato, che mette tutto sullo stesso piano; dall'altro lato però a
me pare che questa apertura totale sia gravemente lacunosa perchè si
basa su una tautologia circolare - che vale anche per le arti
visive/visuali - secondo la quale il criterio discriminante non risiede
nelle qualità intrinseche dell'opera, nella sua fattura concreta, ma
nella "intenzionalità" del soggetto creatore o dei fruitori, i quali vi
riconoscono una artisticità, e ciò basta a sancirne la qualifica sociale
di "Opera d'arte". <br /> Non sarò certo io a volermi trasformare in un
novello Hanslick e dettare il canone estetico del XXI secolo. Nessuno ha
il diritto di contestare l'altrui giudizio - sia esso fondato su
strumenti critici adeguati oppure su sensazioni superficiali. <br /> Ma
sono disorientato e mi domando come mai il dibattito pubblico sull'estetica musicale contemporanea sia così povero di stimoli, o
così a me pare, e prenda per buono lo stato delle cose senza
apparentemente più porsi delle domande di fondo.<br /><span> Forse ha
ragione chi teorizza la ormai totale dissoluzione dell'arte - intesa
come concetto che ci arriva dal Romanticismo, e che identificava quelle
espressioni appartenenti alla sfera della pura estetica- per completa
assimilazione/</span><wbr></wbr><span class="word_break"></span>identificazione col Mercato e le sue leggi, che ha convertito qualsiasi esperienza estetica in Merce ?</span></div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-63567770404095101642016-12-21T17:38:00.002+01:002016-12-21T23:11:27.754+01:00"NEL SECOLO SCORSO SCRIVEVO MUSICA CON LE NOTE" (oggi con i suoni)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhablkOj4VzJsMhRBfx5hvM1YhiYfYJXW5jvmbQVfkKqQjTA9P1tvI6AUTedhtSbkQuJSBeRKqXHye1g9AEC2InsS-jCpOpvx-6YU18MjX7tyycArfF4fLyayeGU_7H3GF51Q6clmmPYZY/s1600/km+2493.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhablkOj4VzJsMhRBfx5hvM1YhiYfYJXW5jvmbQVfkKqQjTA9P1tvI6AUTedhtSbkQuJSBeRKqXHye1g9AEC2InsS-jCpOpvx-6YU18MjX7tyycArfF4fLyayeGU_7H3GF51Q6clmmPYZY/s320/km+2493.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><i><b>"NEL SECOLO SCORSO SCRIVEVO MUSICA CON LE NOTE"</b></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><i><b>(sottinteso: oggi con i suoni).</b></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Una riflessione sulla "Musica Concreta Strumentale" europea.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questa frase, pronunciata scherzosamente da un amico compositore, vale una rivoluzione copernicana, e sintetizza perfettamente lo stato attuale della musica "d'avanguardia " europea. È un cambio totale di prospettiva, che apre orizzonti infiniti e imprevedibili.</div>
<div style="text-align: justify;">
In verità questa "rivoluzione" ha le sue radici saldamente affondate nel primo Novecento (ma forse anche ben prima: penso ad esempio alle incudini del Rheingold), quando iniziò l'erosione delle barriere tra "suono" e "rumore": molti furono gli autori che contribuirono in modi più o meno radicali a questo lento processo, ma se dovessi indicare il primo, il più coraggioso, direi forse Varèse, con l'irruzione nel circolo chiuso della musica di suoni presi dalla realtà esterna, quali sirene, metalli, suoni industriali e cosi via.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un altra invenzione del Novecento che alimentò questo processo fu lo sviluppo della tecnologia audio, che diede luogo alla nascita della Musica Elettronica. Per la prima volta i compositori ebbero accesso al mondo infinito dei suoni al di fuori del piccolo recinto delle note. Suoni infiniti e inauditi, che non esistono in natura e che possono essere creati ex novo, plasmati e organizzati a piacere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi nacque, nella seconda metà del Novecento, la Terza Via, la cosiddetta "Musica Concreta Strumentale", che esplora le possibilità sonore alternative degli strumenti tradizionali; non in cerca di "effetti" stranianti e/o evocativi come potrebbero essere i corni "chiusi" di Mahler o i tremoli al ponticello degli espressionisti, ma per le loro qualità puramente foniche: suoni complessi, instabili, ai confini col rumore bianco, oppure aggregati inarmonici variamente "colorati" o "sporchi".</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Questo linguaggio è certamente influenzato dall'indeterminato universo sonoro scoperto dall'elettronica, ma vuole forse aggiungere alla freddezza di quest'ultimo il calore della performance strumentale, la componente umana alle prese con l'esecuzione strumentale live, il gesto scenico dell'interprete. Nella musica concreta strumentale il teatro è molto spesso parte integrante dell'evento musicale: lo strumentista deve compiere dei gesti inediti, ad alto valore visivo. Il violinista deve strofinare l'arco in mille modi alternativi sul corpo dello strumento, e non solo sulle corde: deve esercitare una pressione esagerata fino a produrre dei grattamenti, percuotere la cassa, utilizzare oggetti diversi dall'arco per estrarre suoni dallo strumento. Lo strumentista a fiato deve soffiare senza produrre note, deve simulare dei pizzicati, schiocchi, colpi di ogni genere, deve produrre soffio "colorato" in tinte diverse.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il pianista, mèmore della lezione di Cage, "prepara" lo strumento in modo da cavarne suoni e rumori infiniti: strofina sulle corde ogni sorta di oggetto, vi infila spaghi che poi tira col gesto del pescatore che imbarca la sua rete, producendo note o suoni tenuti a piacere: vi percuote sopra oggetti metallici, palline da ping-pong, lo strofina con spazzole di ogni tipo, e così via. L'universo delle percussioni poi è il paradiso della musica concreta: qualsiasi oggetto della vita quotidiana può far parte di questo mondo inesauribile, può essere usato per produrre suoni: dalle pentole ai cassetti agli asciugacapelli alle caffettiere alle radio transistor...ancora una volta, Cage fu lo scherzoso suscitatore di questa rivoluzione, ma forse viene troppo spesso imitato in modo intellettualistico, perdendo di vista la fondamentale componente giocosa e vitalistica del suo far musica con qualsiasi "strumento".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dunque dicevamo: far musica con i suoni e non più con le note.</div>
<div style="text-align: justify;">
Andare alla Cosa-in-Sè, al fenomeno concreto, scavalcando la sua simbolizzazione codificata dalla "scrittura" tradizionale, che espelleva dalla musica ciò che non fosse a priori integrabile nel mondo delle "Note".</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo andare al-Suono-stesso potrebbe essere influenzato da una duplice ispirazione, che è parte del nostro Tempo, della temperie culturale nella quale viviamo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da un lato, l'atteggiamento fenomenologico, scientifico, che si pone senza griglie precostituite di fronte all'oggetto della propria indagine e lo studia nel dettaglio, lo cataloga, lo analizza, lo esplora per le sue qualità e potenzialità intrinseche.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dall'altro, direi Cageanamente, vi è una attitudine che potrei chiamare pan-naturalistica o filosofica, che estende il concetto di Musica ad ogni possibile Ente (fenomeno sonoro) del Mondo naturale o artificiale, come oggetto dell'espressione umana poiché l'Uomo vi si può rispecchiare proiettando sul suono in quanto tale, anche quello amorfo e/o casuale, la propria affettività, e conferirgli senso espressivo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La musica concreta strumentale sembra oscillare, con esiti diseguali, tra i due estremi di questo pendolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Però la Musica non è fatta solo dalla scelta per così dire "della materia prima".</div>
<div style="text-align: justify;">
È fatta anche e sopratutto di architettura, di Forma. Che cosa sia la Forma è un argomento della massima complessità. Vorrei qui semplificarlo al massimo, col seguente enunciato:</div>
<div style="text-align: justify;">
la Forma (la Struttura) è lo strumento che permette di gestire l'Energia.</div>
<div style="text-align: justify;">
E questo è il punto a partire dal quale potrebbe prendere le mosse una riflessione filosofica sull'essenza profonda e trascendentale della Musica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Perché l'Energia a sua volta è l'elemento primario della musica (come di ogni altro fenomeno nel nostro mondo), è ciò di cui è fatto il suono, vibrazioni. Dunque esistono processi energetici già nell'intima natura del singolo suono: la vibrazione viene suscitata da un agente esterno, e se lasciata al suo naturale percorso essa attraversa varie fasi, descrivibili in dettaglio dall'analisi spettroscopica, e poi naturalmente si dissipa e infine si estingue. Ogni suono è dunque interpretabile come una Creatura vivente, in un certo senso, con una sua propria vicenda individuale in miniatura, esattamente come ogni altro essere vivente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Potremmo certamente accontentarci (di nuovo, Cageanamente) di partecipare affettivamente, traendone un godimento estetico, alla vicenda esistenziale di un singolo suono.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma forse sarebbe chiedere troppo alla nostra percezione oggi così assediata e invasa dalla sovrabbondanza di stimoli, di informazioni complesse provenienti dal mondo nel quale viviamo? La nostra percezione musicale è abituata a confrontarsi con opere stracolme di suoni (di note) nelle quali gli eventi si susseguono a grande velocità e con grande varietà di situazioni e di atmosfere. Siamo abituati a seguire psicologicamente sviluppi musicali decisamente teleologici, definiti, ed estremamente complessi, anche nelle musiche apparentemente semplici quali uno schema di danza settecentesca, una Gavotta, una Corrente...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È altresì vero che una delle tendenze fondamentali del nostro tempo, anch'essa dal vago sapore pan-naturalista/ecologico, non a caso in contrasto patente con la iper-tecnologicizzazione e la complessità del mondo contemporaneo, è quella di ricercare la purezza, l'essenzialità, la semplicità: caratteristiche che si possono facilmente riconoscere nello stile cosidetto "minimalista" in tutte le sue manifestazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il minimalismo - per lo meno quello degli inizi- contrappone al mondo rutilante, complesso e sovrabbondante della contemporaneità un linguaggio essenziale, "semplice". Mette alla prova le facoltà di ascolto e di concentrazione del fruitore, lo invita a fare attenzione ai più minuti fenomeni sonori che si svolgono davanti ai suoi occhi, o per meglio dire davanti alle sue orecchie, e possibilmente a trarne godimento estetico attraverso un atteggiamento psichico a metà strada tra l'analitico e il contemplativo, o di volta in volta l'uno o l'altro di questi, a seconda dello stato d'animo del momento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma il minimalismo risulta così efficace, e non a caso è divenuto largamente popolare, perché possiede almeno due fortissime funzioni strutturali creatrici di senso: da un lato una dimensione ritmica molto chiara, un ostinato costante che sembra assolvere a una funzione archetipica elementare della percezione umana, la continua iterazione di cellule mnemonicamente assimilabili con facilità - e questo infatti è un elemento che condivide con linguaggi popolari quali il rock. Dall'altro lato lo stile minimalista si caratterizza per una chiara direzionalità dei suoi processi evolutivi, per quanto elementari essi possano essere, come ad esempio la semplice accumulazione/rarefazione energetica, o la modulazione armonica graduale e così via: direzionalità attuata attraverso le tradizionali pratiche artigianali della manipolazione tematica e dell'orchestrazione, ma con processi generalmente molto più dilatati rispetto alla musica "classica".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dunque, dicevamo che la Forma ( la struttura) è strumento di gestione dei flussi energetici, e abbiamo visto che per assolvere a questo scopo, cioè per risultare percepibile e mnemonizzabile, necessita di fondarsi su parametri auto-evidenti che fungano da guida percettiva, come i segnali posti in certi tratti delle passeggiate di montagna servono a guidare, a tenere per mano l'escursionista evitandogli di cadere nel vuoto o di perdere l'orientamento e il sentiero, smarrendosi nell'indeterminatezza delle infinite possibilità = nessuna possibilità.</div>
<div style="text-align: justify;">
E naturalmente non esiste solo il parametro ritmico o quello tematico tra le risorse a disposizione di un compositore: esistono molti ulteriori parametri tra i quali ad esempio i processi armonici, vettori per eccellenza dell'energia, e i processi dinamici, agogici, melodici, fraseologici, timbrici e così via. Si potrebbe pensare che un'opera musicale valga tanto più quanto più tutti questi parametri siano attuati contemporaneamente al massimo grado di complessità o di innovazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma nella storia della musica vi sono capolavori che innovano in modo più radicale soltanto alcuni di questi e non altri, sfruttando questi ultimi come guida, come corrimano al quale l'ascoltatore può reggersi per poter apprezzare la novità introdotta dai primi.</div>
<div style="text-align: justify;">
E forse è stato proprio questo l'errore, se di errore si può parlare, commesso dalle avanguardie del Novecento: pensare di fare tabula rasa in un sol colpo, di rinnovare dalle fondamenta il linguaggio musicale, senza lasciare all'ascoltatore alcun corrimano al quale reggersi per non perdere il sentiero?</div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente ciascuno è libero di desiderare, al contrario, di perdersi nell'indeterminato sperimentando - nel campo protetto dell'estetica - la singolare vertigine delle infinite possibilità nello spazio senza, o con rarissimi, riferimenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma questo è un atteggiamento forse riservato a una cerchia di addetti ai lavori, o di persone dalla sensibilità acuta, dalla cultura vasta e multiforme e da un particolare desiderio intimo di libertà da ogni schema precostituito. È un fatto innegabile che nella storia le forme artistiche e culturali mutano normalmente con processi relativamente graduali, in una dialettica costante tra "vecchio" e "nuovo", seguendo e assecondando le nuove funzioni che la società in generale esprime indirettamente nell'arte e nella cultura, come conseguenza del mutamento di pensiero della parte più propulsiva della società stessa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non dico che questa DEBBA essere la norma: dico che è ciò che di solito avviene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il Ring di Wagner fu profondamente rivoluzionario e traumatico sotto molteplici punti di vista, drammaturgici e musicali, ma si mantenne all'interno di una forma di spettacolo tutto sommato ancora tradizionale, l'Opera lirica con i suoi protagonisti/personaggi, la forma in due o più atti senza pezzi chiusi, già sperimentata con successo dallo stesso Wagner, eccetera. II Sacre di Stravinskij trasformò l'orchestra romantica in una macchina percussiva, ma usò la forma relativamente libera della musica da balletto per narrare una storia a "tableaux", come era nelle consuetudini di questo tipo di spettacolo ottocentesco, illustrandola con una struttura musicale a pannelli, che permetteva la coesistenza di un alto grado di libertà creativa con la narrazione funzionale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Concludendo: per non allargare troppo il campo e per venire al punto dal quale questa riflessione si è dipanata un po' disordinatamente, torno alla Musica Concreta Strumentale.</div>
<div style="text-align: justify;">
È difficile dire se questa "Terza Via" sia veramente feconda a lungo termine: la incalzano da un lato le infinitamente più vaste possibilità sonore della tecnologia audio e dell'informatica musicale, che apre mondi sonori veramente infiniti e che di fatto già dall'inizio utilizza suoni "concreti", presi dal mondo reale, e li manipola con sofisticazione e finezza impossibile al mondo puramente strumentale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dall'altro lato la Musica Concreta Strumentale è per così dire minacciata dagli sviluppi della "Nuova liuteria", cioè da quella relativamente nuova corrente di ricerca che mira a inventare una organologia concepita appositamente per la nuova musica, cioè in poche parole strumenti nuovi, acustici, elettronici, informatici, o ibridi, pensati in funzione delle esigenze del pensiero contemporaneo che scrive con i suoni e non con le note.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Probabilmente tutte queste diverse forme di espressione musicale sono destinate a convivere in futuro, ciascuna in una propria nicchia con un proprio pubblico competente e appassionato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma per quanto riguarda il problema della Forma ( e dell'Energia) le risposte sono a mio parere ancora vaghe e insoddisfacenti. Ciascuno di questi differenti stili musicali rimane per il momento troppo spesso nel campo del catalogo di suoni più o meno originali o interessanti, della "trouvaille" e dell'aneddotica successione di eventi scorrelati, interpolati da ampi spazi di sintomatico silenzio: ma la cui logica generale rimane senza direzionalità, con una insufficiente o addirittura del tutto ignorata gestione dell'energia. O almeno, questo è ciò che io percepisco, e che mi confermano molti amici compositori o musicisti che condividono la mia sensazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
C'è ancora molta strada da fare. I miei migliori auguri di buon lavoro agli intrepidi compositori e interpreti che hanno voluto coraggiosamente abbracciare questa sfida. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-83760185589461972282016-12-08T15:41:00.000+01:002016-12-08T15:45:12.271+01:00CORSI E RICORSI STORICI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-hrA5QgKrHj-KO2aClAlvQv0gOEWls8wqyYywJwOEipGtVZu8VeZBhddzKU33cKb0qLnARsHOuwIspXrnNrW-bSalGo2V4LJzsjKZp8rHi819xV2HaWRPtVWSHa6M2FllsIXIc7denJ8/s1600/15391507_1087418258033456_9070453444768186288_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-hrA5QgKrHj-KO2aClAlvQv0gOEWls8wqyYywJwOEipGtVZu8VeZBhddzKU33cKb0qLnARsHOuwIspXrnNrW-bSalGo2V4LJzsjKZp8rHi819xV2HaWRPtVWSHa6M2FllsIXIc7denJ8/s320/15391507_1087418258033456_9070453444768186288_o.jpg" width="239" /></a></div>
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span id="goog_1216723688"></span><span id="goog_1216723689"></span><br />
Grazie a un recente post di un amico, ho fortunosamente recuperato dai
più dimenticati recessi della mia disordinata biblioteca questo libro,
relitto di un epoca tramontata e rimossa, pubblicato nel 1971 da un
Perniola trentenne ma già pienamente integrato nel mondo degli studiosi
di alto livello, e infatti pubblicato nella collana di estetica curata
da due "mammasantissim<span class="text_exposed_show">a" dell'epoca, Luciano Anceschi e Luigi Pareyson. <br /> Leggendo il risvolto di copertina, trasecolo: <br />
"L'arte non è una manifestazione piena e totale della creatività umana,
ma una sua alienazione....l'arte, intesa come significato senza realtà,
e l'economia, intesa come realtà senza significato, costituiscono la
struttura del mondo borghese: in esso alla spiritualità impotente della
prima corrisponde la materialità violenta della seconda. Entrambe
cercano di chiudere l'uomo in un contesto totalitario fondato sulla
separazione." <br /> Parole che evocano il sapore inconfondibile di un
tempo nel quale, sotto il vessillo allora egemonico della visione
marxista del mondo, molti provarono a elaborare una critica radicale
dello stato delle cose, con il sogno di rovesciare un intero modello
sociale e culturale e rifare tutto da capo, in un modo più giusto e più
umano. </span></span></span></span></span><br />
<a name='more'></a><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"><br /> Come sappiamo, troppa retorica, troppo dogmatismo
intellettualistico hanno finito per affondare Il generoso progetto,
sconfitto nel frattempo dalla ennesima mutazione tecnologica del
capitalismo, che invece ha saputo adattare la propria struttura
economico/ideologica alla necessità di dare una nuova facciata
presentabile- e anzi ancora più attraente di prima- alla realtà dello
sfruttamento dell'uomo sull'uomo. </span></span></span></span></span><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"tn":"K"}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"><br /> Ma oggi sembra che di nuovo ci
troviamo forse alle soglie di un altro cambiamento epocale: lo dicono
vari segnali che provengono dalla società, pur se ancora confusi e
contraddittori, e i cui esiti sono massimamente incerti e pericolosi. <br />
E allora chissà, forse è giunto il momento di andare a rileggere ciò
che si pensava e scriveva 40 anni fa, non solo il nostro Perniola
naturalmente, sfrondandolo dalle incrostazioni e dalle retoriche del
tempo ( inclusa una prosa illeggibile, che nei pensatori francesi in
particolare toccò vette ineguagliabili) per vedere se sarebbe possibile
recuperare almeno qualche affilato strumento critico che ci aiuti a
condurre con profitto la necessaria autopsia di questo cadavere che
ormai ci pesa addosso da troppo tempo, del quale è palese lo stato di
incipiente putrefazione, e del quale dovremmo finalmente sbarazzarci;
non prima però di aver compreso di quale male è morto. </span></span></span></span></span>Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-9700004021059303292016-09-27T09:22:00.002+02:002016-09-27T09:23:18.400+02:00DIONISO AL CONCERTO DI MUSICA ELETTRONICA (Cronaca semiseria) <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDse75yYxkijKFgNdFKtocrAdSJ2KGEF2CRj7jBYMDb4CPrbjREqsUGoetlfxCsIRHkYr5kbCxK7IKdVKKJr8da7PopUhwtTepoh-cgkAFDw4-6KXlNeXuGdWhpc0ioy5pQp_1xcu1ivs/s1600/mixer-449614_1280-696x391.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDse75yYxkijKFgNdFKtocrAdSJ2KGEF2CRj7jBYMDb4CPrbjREqsUGoetlfxCsIRHkYr5kbCxK7IKdVKKJr8da7PopUhwtTepoh-cgkAFDw4-6KXlNeXuGdWhpc0ioy5pQp_1xcu1ivs/s320/mixer-449614_1280-696x391.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="5ups3-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="5ups3-0-0">
<span data-offset-key="5ups3-0-0"><span data-text="true"> "Remix concettuale": questa la definizione di ciò che ci aspetta, a quanto dice uno degli addetti ai lavori. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="e1hrk-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="e1hrk-0-0">
<span data-offset-key="e1hrk-0-0"><br data-text="true" /></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="epioh-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="epioh-0-0">
<span data-offset-key="epioh-0-0"><span data-text="true">I PARTE</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="8jigr-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="8jigr-0-0">
<span data-offset-key="8jigr-0-0"><span data-text="true">Sul palcoscenico non c'è alcuna presenza umana: solo dei totem primitivi, dei menhir tecnologici. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="6hoso-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="6hoso-0-0">
<span data-offset-key="6hoso-0-0"><span data-text="true">Presenze impersonali, inquietanti. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="3oeqn-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="3oeqn-0-0">
<span data-offset-key="3oeqn-0-0"><span data-text="true">Sono creature di un altro mondo. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="d04ab-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="d04ab-0-0">
<span data-offset-key="d04ab-0-0"><span data-text="true">Le loro bocche sdentate sghignazzanti su colli troppo lunghi, i loro occhi senza orbite sono rivolti verso di noi, impersonali, ieratici. Ma sappiamo che è da quelle bocche e da quegli occhi che uscirà lo tsunami inaudito di suono, l'onda che ci sommergerà. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="dgda7-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="dgda7-0-0">
<span data-offset-key="dgda7-0-0"><span data-text="true">E sarà subito Trance oceanica ansiogena. Siamo venuti qui per questo. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="av2pj-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="av2pj-0-0">
<span data-offset-key="av2pj-0-0"><span data-text="true">Tutti noi seduti al buio, siamo sommersi da suoni sibili schianti battiti di ali uragani e maree provenienti da ogni parte intorno a noi a volume devastante. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="391vt-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="391vt-0-0">
<span data-offset-key="391vt-0-0"><span data-text="true">Mi dico: mette un po' a disagio in verità vedere questo pubblico che assiste a una sorta di Rito di devozione collettiva al Dio onnipotente della Macchina. C'è una fortissima componente Dionisiaca senza dubbio, ma la violenza primigenia è qui sterilizzata: si assiste, ordinatamente seduti in silenzio ognuno al proprio posto e al buio, a questa sublimazione collettiva della violenza. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="dn6qq-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="dn6qq-0-0">
<span data-offset-key="dn6qq-0-0"><span data-text="true">L'Uomo della Macchina è il sacerdote che officia il Rito dall'altare allestito in mezzo a noi, in platea, da dietro la sua consolle luminosa come il quadro comandi di uno shuttle ( il paragone è scontato, ma pertinente: il Cosmo, lo Spazio è l'immagine che viene più facile alla mente quando si ascolta musica elettronica: forse a causa del riverbero lunghissimo, dei profondissimi orizzonti siderali che il suo utilizzo ispira).</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="40kc4-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="40kc4-0-0">
<span data-offset-key="40kc4-0-0"><span data-text="true">L'Uomo della Macchina dunque è colui che solo è autorizzato a evocare la potenza del Dio, a provocarne l'Epifania immateriale, sub substantia sonoris. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="4hb47-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="4hb47-0-0">
<span data-offset-key="4hb47-0-0"><span data-text="true">Viene il sospetto che questo desiderio di trance pseudo-mistica non a caso interessi così tanto il pubblico, in maggioranza di giovani, che c'è qui: come se fosse un modo per partecipare virtualmente a un sacrificio pagano e violento, ma metaforizzato in forma sonora e perció priva del pericolo di far scoppiare un'orgia o una violenza di massa, come invece sarebbe piu logico aspettarsi da questi giovani precari, che hanno ancora tutta la vita da vivere ma con davanti un futuro incerto e oscuro. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="84p7h-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="84p7h-0-0">
<span data-offset-key="84p7h-0-0"><span data-text="true">Dovrebbero scendere in piazza e spaccare tutto, fare la rivoluzione, penso dentro di me.</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="3grf0-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="3grf0-0-0">
<span data-offset-key="3grf0-0-0"><span data-text="true">Invece se ne stanno lì buoni buoni seduti nel loro posto numerato, e hanno applaudito con cortesia e moderazione la lunga presentazione pre-concerto. Hanno applaudito disciplinatamente le Autorità civili e religiose e ora stanno zitti e buoni al buio, invece di uscir fuori e spaccare tutto. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="2tlb5-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="2tlb5-0-0">
<span data-offset-key="2tlb5-0-0"><span data-text="true">Ma forse quello cui partecipiamo qui è ancora e sempre quello stesso rito apotropaico che in ogni tempo gli uomini celebrano, evocando la violenza in forma simbolica per scongiurarne l'esplosione concreta e reale. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="fja9u-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="fja9u-0-0">
<span data-offset-key="fja9u-0-0"><span data-text="true">Da questo punto di vista, la qualità intrinseca della musica sembra a me essere davvero poco importante. E forse anche per questi ventenni. Non siamo qui per la musica, ma per qualche altra ragione oscura che non riesco ad afferrare. </span></span><br />
<a name='more'></a></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="ficc1-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="10sfg-0-0">
<br />
<span data-offset-key="10sfg-0-0"><span data-text="true">II PARTE </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="746h6-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="746h6-0-0">
<span data-offset-key="746h6-0-0"><span data-text="true">Gustav Mahler "remix concettuale". Così dice il programma di sala: che questo secondo performer, che viene dall'Austria, si ispira a Gustav Mahler. I prodotti DOC di casa vanno sempre promossi. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="9b1a6-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="9b1a6-0-0">
<span data-offset-key="9b1a6-0-0"><span data-text="true">Ora sul palco c'è un Uomo con i soliti laptop sul tavolo, ma ANCHE con una chitarra elettrica.</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="de04e-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="de04e-0-0">
<span data-offset-key="de04e-0-0"><span data-text="true">Oso sperare in una performance meno virtuale e più fisica. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="89euk-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="89euk-0-0">
<span data-offset-key="89euk-0-0"><span data-text="true">Inizia con il ron-ron profondo di un gatto gigante. Poi lunghe ondate di accordi consonanti vanno e vengono. Forse evoca il fantasma di Mahler? E chi lo può riconoscere?</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="3ohim-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="3ohim-0-0">
<span data-offset-key="3ohim-0-0"><span data-text="true">Poi il suono del rotolamento di pneumatici su asfalto duro, a tutta velocità in un lunghissimo tunnel molto risonante. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="cuvvi-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="cuvvi-0-0">
<span data-offset-key="cuvvi-0-0"><span data-text="true">Una citazione della chitarra di Hendrix agonizzante e urlante di dolore durante quel suo (di lei) leggendario assassinio rituale col fuoco sacro. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="7ohis-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="7ohis-0-0">
<span data-offset-key="7ohis-0-0"><span data-text="true">Tramonto marittimo con tenere lontane figure in controluce (la spiaggia del Lido veneziano? Siamo a Visconti ? oppure alla copertina di Elio/ST "del meglio del nostro meglio"?) </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="2jk48-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="2jk48-0-0">
<span data-offset-key="2jk48-0-0"><span data-text="true">Mentre in alto lontano chissà dove nel cielo un jet passa sulle nostre teste. Tutti a chiedersi dove va, o da dove viene. Dalla Cina, dalla Patagonia? </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="ff3aq-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="ff3aq-0-0">
<span data-offset-key="ff3aq-0-0"><span data-text="true">Il motore diesel da 500.000 cc, forse quello di una nave petroliera, sovrasta e cancella il fischio del jet, fa tremare tutta la sala, e le nostre viscere, con il suo profondo pulsare infrasonico. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="difnk-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="difnk-0-0">
<span data-offset-key="difnk-0-0"><span data-text="true">Dopo ancora un po' di visioni mistico/tecnologiche, il tutto finisce con una specie di sfumando rassegnato. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="m69i" data-offset-key="5o7nl-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="5o7nl-0-0">
<span data-offset-key="5o7nl-0-0"><span data-text="true">Ho come il sospetto che il Dio della Macchina stasera non fosse molto in vena. Ha fatto il suo numero, un po' come il vecchio elefante dello zoo, quello che, inforcati gli occhiali dal suo vecchio domatore, fingeva annoiato di saper contare con la proboscide su una lavagnetta. Noi bambini, cinici e disillusi, facevamo finta di crederci. L'elefante ( che era un'elefantessa, scoprimmo poi) è morto, avvilito solo vecchio e malato, anni fa. Aveva fatto una onorata carriera di contabile. Non se ne ricorda più nessuno, o quasi.</span></span></div>
</div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-28157176087736760952016-08-04T11:27:00.001+02:002016-12-08T15:38:03.510+01:00CONNECT ?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg79S5PWAFgGwBRAVEktW_IuM9Fppft0SwxIrmrTrIx7NSXh-Sebi2SD23spwkXLpB7GfWnflaPiUlWENW-yeimA9Vm95Jk3YGHYVf9peZtOnKJROQdVf492lF5fzmhs4_8qgRs7KSdC5E/s1600/Concerto+pubblico+e+orchestra+MiRepubblica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg79S5PWAFgGwBRAVEktW_IuM9Fppft0SwxIrmrTrIx7NSXh-Sebi2SD23spwkXLpB7GfWnflaPiUlWENW-yeimA9Vm95Jk3YGHYVf9peZtOnKJROQdVf492lF5fzmhs4_8qgRs7KSdC5E/s400/Concerto+pubblico+e+orchestra+MiRepubblica.jpg" width="400" /></a></div>
<span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><span id="goog_1543956502"></span><span id="goog_1543956503"></span><br /></span>
<span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span>
<span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><b><i>CONNECT</i></b></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">Leggo sulla preziosa rivista cartacea edita da Ensemble Modern, Frankfurt, il lancio di un progetto di cooperazione internazionale tra lo stesso EM, London Sinfonietta, Asko, Remix, chiamato <a href="https://www.ensemble-modern.com/en/news/news/562" target="_blank">CONNNECT</a> che sarà eseguito nei quattro paesi dove risiedono i predetti ensembles, e consiste nel commissionare ad alcuni (giovani) compositori dei lavori che includano un intervento attivo del pubblico nell'esecuzione.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">Va da sè che questa partecipazione, per ovvi motivi, non puó essere molto raffinata. Dalle interviste ai compositori ricavo che il pubblico potrà suonare varie piccole percussioni distribuite all'ingresso del concerto, oppure mormorare, recitare in vario modo brani di poesie tratte dal programma di sala, o produrre suoni - vocali o di altro genere: sempre seguendo una serie di istruzioni precedentemente impartite, e integrando così, come previsto in partitura, la parte musicale eseguita dagli interpreti professionisti. Potrà eventualmente anche spostarsi insieme agli esecutori, nel caso che l'opera preveda da parte dei musicisti professionisti una esecuzione "itinerante" o spazializzata. E così via.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"> </span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">Per riflettere su questo progetto è necessario tenere a mente il contesto più ampio: la musica contemporanea "accademica", quella che discende in qualche modo dalla "Neue Musik" del '900, perde appeal in tutta Europa, fatica a finanziarsi e rischia di ghettizzarsi sempre di più, con un suo pubblico fedele certo, che peró invecchia, con i suoi riti più o meno consolidati. Non era questo il progetto originale della Neue Musik, la quale, al contrario, nei pensiero utopistico dei suoi esponenti più d'avanguardia, credeva di sostituirsi del tutto, nel mondo del futuro, alla musica "classica"!</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"> </span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">Il pionierismo dell'avanguardia è ormai consegnato alla Storia. Le formazioni specializzate in questo repertorio, oggi pienamente istituzionalizzate da parecchi decenni, finanziate in larga parte da denaro pubblico, sanno che in futuro queste risorse diminuiranno seguendo inevitabilmente il trend politico/culturale del nostro tempo. Quindi cercano giustamente di rimodulare la loro offerta e di rinnovare allo stesso tempo il pubblico e la proposta culturale in modo più adeguato alla nuova situazione sociale, alle tendenze attuali.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"> </span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">E indubitabilmente il concetto di <i>CONNESSIONE</i>, di <i>PARTECIPAZIONE</i>, in vari modi coniugato, nel mondo reale come in quello virtuale dei media e dei social media, è il trend principale del nostro tempo.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"> </span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">Ecco quindi che l'idea di coinvolgere il pubblico direttamente nell'esecuzione, annullando in qualche modo la distanza tra i musicisti sul palco e la gente seduta in platea, sembra essere una risposta, sia pur parziale, per rimettere in moto le cose e risvegliare l'interesse della gente e dei media.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">Benissimo: del resto l'idea non è affatto originale, se si pensa alle performances di John Cage e altri in campo musicale (roba degli anni 50/60 del Novecento!) e del nostro Ronconi nel teatro: penso al suo Orlando Furioso degli anni '70, allestito in vari spazi di una ex fabbrica, con scene recitate in contemporanea in varie sale che il pubblico poteva visitare nell'ordine preferito.<br />Questi due precedenti storici bastino per esemplificare una grande quantità di proposte simili che si sono viste nella seconda metà del Novecento.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"> </span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">È poi recentissimo il "Concerto per orchestra e pubblico" di Nicola Campogrande, (vedi foto-articolo di Repubblica) che ha avuto delle esecuzioni pare molto gradite dal pubblico partecipante, e ha attirato l'attenzione dei media non specializzati. Io non l' ho ascoltato e non posso giudicare.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">Comunque, è ovvio che non si inventa mai nulla ex-novo, e che sembra saggio riprendere una tendenza del passato, se si è in grado di svilupparla meglio, di adeguarla al presente.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"> </span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">Dipenderà quindi dalla qualità artistica- non solo dal suo potenziale di socializzazione - di questo progetto CONNECT se avrà fortuna.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">Sinceramente, ciò che desumo dal lungo articolo sulla rivista di EM nelle dichiarazioni d'intento dei suoi serissimi promotori, non sembra andare molto più in là di un retorico, politicamente corretto appello alla "partecipazione attiva" del pubblico nella realizzazione di particolari "atmosfere" musicali, magari anche affascinanti singolarmente dal punto di vista sonoro, ma credo tutto sommato dal fiato corto, e mi domando: è veramente così che pensiamo il futuro della nostra musica? Siamo di fronte a un espediente massmediatico oppure a una proposta articolata, pensata a fondo, di lungo respiro? </span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px; white-space: pre-wrap;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px; white-space: pre-wrap;">La nostra é l'Era della Connessione, della Condivisione: ma anche qualche volta della demagogia.
</span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 18px; white-space: pre-wrap;">N</span><span class="Apple-style-span" style="color: #1d2129; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">on vorrei che alla fine ci ritrovassimo in una <i>no man's land</i>, a metà strada tra i vecchi happenings degli anni '60 e il pubblico festante che applaude a tempo la Radetsky March ogni 1 gennaio a Vienna :-))</span>Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-32284132988853791292016-06-05T23:07:00.003+02:002016-06-05T23:07:16.082+02:00LA STORIA NEGATA - Musica e musicisti nell'era fascista<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTURZZrz5Cjd5aP7c9OKMVynPTUT_MFWT3uzakLklmp8BxkFFmB3E0dCJJi78b-imyR_nAEobkXzrgdY1txuGZJl1l9Io0n4CyqzscNYV0w362eRTHXtBqwRaKVhXcjsznsVv9pZLRYhE/s1600/748b-500x500.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTURZZrz5Cjd5aP7c9OKMVynPTUT_MFWT3uzakLklmp8BxkFFmB3E0dCJJi78b-imyR_nAEobkXzrgdY1txuGZJl1l9Io0n4CyqzscNYV0w362eRTHXtBqwRaKVhXcjsznsVv9pZLRYhE/s400/748b-500x500.jpg" width="400" /></a>"L'epurazione di un parte del nostro patrimonio nazionale è stata, in musica, più efferata che nelle altre arti. (...) è stato facile, per i partiti trionfanti dopo la Guerra Civile in Italia, eradere semplicemente ció che avrebbe meritato una complessa discussione. (...) la revisione postbellica ha causato una soluzione di continuità capace di mettere in crisi la stessa identità nazionale della musica del Novecento italiano. Se l'Italia è ancora "il paese del Melodramma", per dirla con Bruno Barilli, la colpa è sopratutto degli operatori culturali (....) che hanno agito in modo distruttivo. "</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questa la tesi di fondo del bel libro di Alessandro Zignani (Zecchini Editore) che, da un punto di vista genericamente definibile "conservatore", restituisce un panorama complessivo, se non esauriente, e illuminante sulla situazione dei musicisti italiani nella prima parte del Novecento e in particolare durante il Ventennio. Denso di informazioni, e ricco di ironia e sarcasmo che permette di guardare anche con un certo distacco alle baruffe e alle lotte per il potere tra compositori che si contendevano i favori del Duce, è un libro che consiglio perché mi pare un contributo indispensabile per iniziare in modo sistematico a colmare una lacuna storica e musicologica sulla quale per anni abbiamo rifiutato di volgere l'attenzione.<br />Casella, Respighi, Giordano, Pizzetti, Malipiero, Lualdi, Sinigaglia, Ghedini, Bossi, Pick-Mangiagalli, Porrino, Salviucci, Pilati, Gnecchi, Mulè, De Sabata, Marinuzzi e molti altri sono stati i protagonisti della musica italiana nella prima parte del secolo: più cosmopoliti e meno provinciali di quanto ci siamo abituati a ritenere, meritano ben maggiore attenzione di quella finora loro riservata. <br />Non per rinverdire un becero neo-nazionalismo musicale, ma perché è più saggio conoscere i nostri padri, e comprendere da dove siamo venuti, invece che tentare di seppellirli per sempre, come vergognandosene, dopo averli condannati con un processo sommario.</div>
<div style="text-align: justify;">
<span><span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span>I tempi sono maturi per un ripensamento, sia perché sempre nella stori</span></span><span><span><span>a
ci sono i "corsi e ricorsi", ma ancor più perché la "spinta propulsiva"
delle ex-avanguardie mi pare definitivamente esaurita, ed è ormai oggi nelle
cose una "revisione della revisione".</span></span></span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span><span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span><span><span><span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span>Le
generazioni nate nei decenni immediatamente successivi alla II guerra mondiale
sono cresciute in un clima culturale di "progressismo ideologico" che ha
avuto tanti meriti, ha favorito l'emergere di tante nuove proposte
artistiche, ma doveva sgombrare dallla visuale</span></span><span><span><span> coloro che considerava relitti polverosi ed equivoci di un passato
del quale vergognarsi. Oggi il clima è cambiato e possiamo tornare a
guardare con più serenità a quelli che, volenti o nolenti, sono stati i
nostri progenitori.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span><span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span><span><span><span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span><span><span><span data-ft="{"tn":"K"}"><span class="UFICommentBody _1n4g"><span><span>Un
altro merito del libro è demistificare la divisione
fascisti/antifascisti tra i musicisti del Ventennio: almeno fino al
1938, anno dell'introduzione delle leggi razziali, furono tutti più o
meno legati al Fascismo, chi per convinzione, chi per carr</span></span><span><span><span>ierismo,
chi per poter continuare a far musica, chi per ingenuità. Il Regime tollerava, premiava, distribuiva cariche, prebende, posti
d'insegnamento, commissioni per opere nuove. Più o meno tutti se ne
avvalsero: molti anche ben oltre il 1938, ricoprendo cariche di
prestigio e riconoscimenti pubblici. E non faccio nomi. Alcuni
superarono indenni la fine del Regime e conservarono le loro posizioni
nel Dopoguerra, fino all'altroieri....</span></span></span></span></span></span> </span></span></span></span></span></span> </span></span></span></span></span></span></div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-26440656961737498522016-05-25T12:21:00.001+02:002016-05-25T12:21:46.159+02:00De-stalinizzare la figura del Direttore d'orchestra!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPFZiUdf8JRzbUhEmULnSreA9dHrfRy4itzFLNSVuYDKuHe-dP_2_qLhxhAPp1nMOsJV5JmVym6_awDEno5Nqpb_0ZrhEsMuHfaF-iUkfxMc_PQb5pP7gntpDLRAUpSTXSvxdKVZa6wMk/s1600/1936311_929816530460297_2438409229854329544_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPFZiUdf8JRzbUhEmULnSreA9dHrfRy4itzFLNSVuYDKuHe-dP_2_qLhxhAPp1nMOsJV5JmVym6_awDEno5Nqpb_0ZrhEsMuHfaF-iUkfxMc_PQb5pP7gntpDLRAUpSTXSvxdKVZa6wMk/s400/1936311_929816530460297_2438409229854329544_n.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Qualche giorno fa ho visto in tv una bella intervista di Myung-Whun Chung, nella quale a un certo momento dice una cosa che non può non colpire chi si interessi di direzione d'orchestra. Le sue parole erano più o meno : "quando ho smesso di fare il pianista e ho cominciato a dirigere, avevo la sensazione frustrante di non fare niente di utile dirigendo, di agitare le braccia ma di essere lontano dalla musica. Per questo ogni tanto sento il bisogno di suonare VERAMENTE, tornando al mio strumento." <br />Queste per me sono parole di saggezza, parole di un vero musicista nell'anima. <br />La direzione è una funzione di servizio che è nata in un certo momento storico per necessità diciamo logistiche, cioè "mandare assieme" compagini strumentali che si facevano sempre più numerose, ed eseguire partiture sempre più complesse; il primo violino (o il vecchio concertatore al cembalo del Settecento) non era più sufficiente per questa funzione. Perciò si è trovata una soluzione tecnica: mettere in mezzo, davanti a tutti, un tizio che funge da metronomo. All'inizio era lo stesso compositore, ragionevolmente. Il quale peró il più delle volte si arrangiava come poteva; e infatti abbiamo varie testimonianze e aneddoti dai quali si capisce che, non esistendo ancora una "tecnica" della direzione d'orchestra, le prove dovevano essere piuttosto rocambolesche e faticose, e le esecuzioni abbastanza pericolanti.<br />Poi col tempo intorno a questa figura di servizio è cresciuta tutta una sovrastruttura di contorno, che - non a caso a partire dal Romanticismo - idealizza l'Individuo, la persona di Genio, il depositario del Messaggio, della Verità e così via. Gli scritti di Wagner sulla direzione, non essendo ancora un vero "metodo", sono peró un segno evidente di questa nuova concezione idealizzata del Direttore ( da qui in poi con la D maiuscola).<br />Il passo successivo verso la mitizzazione definitiva avviene nel Novecento, (leggere in proposito l'acuto saggio socio/fenomenologico di T.H.Adorno) e in particolare con il grande musicista/businessman Herbert Von Karajan, il quale dedica attenzione esasperata agli aspetti visivi e sa avvalersi con grande spregiudicatezza delle tecnologie audio/video più avanzate per produrre e diffondere l' immagine di sè come Demiurgo/Stregone che evoca gli Spiriti. <br />Naturalmente il pubblico mondiale, storicamente e ideologicamente pronto a osannare Dittatori e Demiurghi nonostante le catastrofi da questi provocate solo pochi anni prima, accoglie trionfalmente questa mutazione genetica del Direttore d'orchestra e ne decreta il successo a livello globale. <br />Da lì in poi il processo diventa incontrollabile e (speriamo di no) irreversibile. La mitizzazione del direttore arriva a livelli parossistici, e non stupirebbe che se ne facesse tra poco una figura mistico/religiosa, una specie di Santo, proprio quando il vero Papa della chiesa Cattolica invece sta intraprendendo il percorso inverso (almeno a livello dell'Immagine di sè) nel tentativo di apparire una persona "normale", che si mischia con le folle, che si lascia avvicinare come un qualsiasi prete di campagna.<br />Con tutto ció non intendo svalutare l'alto compito svolto dal direttore d'orchestra, nè mi sogno di disconoscere le grandiose interpretazioni forniteci dai grandi Maestri. <br />Ma dico che sarebbe necessario iniziare un processo di autentica de-stalinizzazione del Direttore: ricondurlo al suo compito specifico, che è quello di aiutare i veri musicisti, che sono gli strumentisti delle orchestre, a fare il loro lavoro nel modo migliore.<br />Tutto il resto è inutile e dannosa retorica, fumo senza arrosto che ammanta di un'aula di infallibilità una figura di servizio nata per ragioni di servizio in un certo momento storico, e forse, chissà, destinata ad esaurirsi nel futuro, quando l'orchestra sinfonica come la conosciamo oggi potrebbe non essere più al centro della vita musicale, ma essere ridotta a poche unità superstiti aventi mera funzione museale, di conservazione di un patrimonio. <br />Lo voglio ripetere con la massima chiarezza: ha ragione il Maestro Chung, chi fa veramente la musica sono gli strumentisti, non il Direttore. <br />A quest'ultimo spetta il ruolo di coordinatore, ruolo certo altissimo e importante, ma non centrale, nonostante oggi sembri che nulla si possa fare senza uno in mezzo ad agitare le braccia, il più delle volte scompostamente. <br />Ci siamo troppo affezionati a questo Mito contemporaneo! E sarebbe ora di iniziare a ricondurlo al suo compito e alla sua dimensione reale. Sopratutto nell'interesse delle nuove generazioni di studenti di direzione, che subiscono loro malgrado l'influenza negativa di questa visione romantica e parossistica - oltre agli aspetti non meno attraenti e inquinanti di Successo, Potere, Denaro che tale Mito porta con sè - e se ne vedono troppo spesso i risultati purtroppo non esaltanti.<br />Per questo anche io nel mio piccolo seguo il consiglio del Maestro Chung, e quando posso con grande piacere imbraccio il mio violino e vado a sedermi in orchestra. Per fare musica "veramente" :-))</div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-17802205047829627362016-03-29T15:26:00.002+02:002016-03-29T15:26:47.606+02:00I ROLLING STONES A CUBA per la prima volta <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkobM69s71r4ywDqLumz1kVnaouJDYcPLaxMpA1x7HcJTwT4oBGd9pcsSU1GhE3klSRoCbYMxbd5rs26lFAbhdamVf6bVNIQ02UErL65SBhpoWba35y_dTdVBlRLxRt8J_mUOAdVQbcM4/s1600/TRS.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkobM69s71r4ywDqLumz1kVnaouJDYcPLaxMpA1x7HcJTwT4oBGd9pcsSU1GhE3klSRoCbYMxbd5rs26lFAbhdamVf6bVNIQ02UErL65SBhpoWba35y_dTdVBlRLxRt8J_mUOAdVQbcM4/s320/TRS.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Marzo 2016 <br /> </div>
<div style="text-align: justify;">
Non posso non rimanere molto colpito dal
fatto che il primo evento culturale che sancisce simbolicamente e
trionfalmente la fine dell'isolamento politico di Cuba sia stato, ieri,
proprio un concerto gratuito dei Rolling Stones. <br /> La cosa assume una
rilevanza unica sia come segno di ciò che si vuole che sia il futuro
del costume, della cultura, dell'ideogia, della vita di quell'isola, sia
per la stessa rock band inglese, l'unica impresa industrial/culturale
multinazionale di quel tipo ancora in piena attività e finanziariamente
performante da 50 anni. <br /> Non sono capace di fare qui una analisi
delle ragioni e delle conseguenze di questo evento che certamente è
storico per Cuba ma anche per il mondo "sviluppato". <br /> Sarebbe molto
facile scadere in condanne moralistiche, e chiedersi ad esempio se non
sarebbe stato più opportuno un grande concerto che so, di New York
Philarmonic con direttore d'orchestra cubano e repertorio sudamericano, a
sancire la nuova amicizia tra i vecchi nemici.<br /> Ma certamente c'era
bisogno di qualcosa che avesse copertura mediatica internazionale, e che
potesse essere accolto dai cubani con entusiasmo. Ho sentito dire in
verità che l'isolamento culturale dell'isola era tale che molti
ignorassero quasi gli Stones, o conoscessero soltanto la loro canzone
forse più famosa, "Satisfaction". Anche qui, non si può fare a meno di
notare come questo stesso titolo diventi, 50 anni dopo esserlo stato in
Occidente, lo slogan ideale per i cubani di oggi: prima "I COULD get no
satisfaction", con il sistema politico castrista, ma adesso arrivano gli
americani, i loro investimenti, la loro "libertà", e la satisfaction
diventa a portata di mano per chi si rimbocca le maniche. <br /> Quanto
agli Stones, con questo concerto che vale come se avessero suonato
all'indomani della caduta del muro di Berlino, assumono una statura
storico/politica che forse prima era solo virtuale, e diventano così
l'avanguardia simbolica di tutte le altre industrie multinazionali che
seguiranno presto a Cuba le loro orme : del turismo, delle costruzioni,
del commercio, della ristorazione e così via. Inutile far la lista:
inizia da Mac Donald, Apple e così via. Ma queste non forniranno
certamente gratis i loro servigi.<br /> Io non sono mai stato a Cuba e
quindi non so se in questo passaggio storico prevalgano gli aspetti
negativi per il futuro dell'isola, per la sua integrità naturale,
culturale, umana, oppure quelli certamente positivi di un sicuro aumento
del tenore di vita della popolazione, con più posti di lavoro, salari
migliori, case e servizi e così via. <br /> Ma certo con oggi finisce il
Mito (tutto occidentale forse) dell'ultimo luogo nel quale si tentava di
resistere all'ideologia del pensiero unico capitalista, chiusi nel
sogno di una "revolución" continua alla quale probabilmente non credeva
più nessuno, ma che rimaneva nonostante tutto il simbolo di un
orgoglio nazionale, di un fortissimo amor di patria. <br /> Leggo che le
agenzie turistiche degli Stati Uniti stanno promuovendo a tappeto in
queste settimane le crocere a Cuba con lo slogan "andateci subito, prima
che possiamo rovinarla". Se lo dicono loro.....</div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-18271779207661379512016-03-29T15:08:00.004+02:002016-03-29T15:57:37.173+02:00Gianandrea Gavazzeni, le avanguardie e noi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3JBd3B4Wh5ggy2qGmMrEglGW6e4BTRlGHgVai32gwMZcKT9XE6QwjqlByoDe25UOhy6nRn_nEOtQJJ4c9halI5uwG5-miwRfLJh1pH1uIWHpmR9eQw2sg_XgbLItmXVHcbEtO8gq9bN0/s1600/Non+eseguire+Beethoven+.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3JBd3B4Wh5ggy2qGmMrEglGW6e4BTRlGHgVai32gwMZcKT9XE6QwjqlByoDe25UOhy6nRn_nEOtQJJ4c9halI5uwG5-miwRfLJh1pH1uIWHpmR9eQw2sg_XgbLItmXVHcbEtO8gq9bN0/s320/Non+eseguire+Beethoven+.jpg" width="238" /></a></div>
<span id="goog_1107388296"></span><span id="goog_1107388297"></span><br />
<span style="font-family: "verdana"; font-size: small;">Qualche settimana fa ricordavo come
alcuni musicisti/intellettuali non di primissimo piano, ma molto attivi nei
decenni centrali del Novecento, come Gianandrea Gavazzeni, siano forse
ingiustamente caduti nell’oblìo, e trascurato il valore del loro operato culturale
e della loro riflessione estetica. </span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana"; font-size: small;">Oggi
leggo un suo breve saggio del 1966 (nel libro “Non eseguire Beethoven, e altri
scritti”) nel quale, occupandosi delle opere di Ildebrando Pizzetti, coglie
l’occasione per esprimere perplessità circa la temperie culturale del
Dopoguerra e l’egemonia del pensiero “d’avanguardia”. Ne estraggo alcuni passi:
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "verdana";">“L’ultimo
dopoguerra pone problemi inquieti, difficili e contradditori. Il processo é
ancora in atto e non varrebbe ripercorrerne oggi l’istruttoria. La revoca in
dubbio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>cominciò allora, e investì
i maggiori musicisti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>compresi
nella “generazione dell’80”. Perfino colui che pareva incombustibile,
Stravinsky, venne drammaticamente implicato nella polemica adorniana.</span></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "verdana";">I
moduli sociologici vollero sostituirsi ai parametri estetici, portando avanti
idee e metodi già cari al positivismo passato. Proprio l’estetica dei valori fu
data per morta; involgendo ogni rapporto tradizionale dentro l’agonia della
cultura borghese. Mentre ancor oggi, dopo vent’anni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>da quelle saghe, non é stabilito con qualche garanzia sicura
se codesta agonia sia davvero una realtà –estetica e sociale– o non piuttosto
un luogo retorico<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>comodamente
maneggevole.</span></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "verdana";">Non sembra poi, dopo un ventennio,
che la tentata cancellazione della “generazione dell’80” abbia dato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la stura a tali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>capolavori e a tali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sorprese di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>linguaggio, di poetiche, da giustificare l’avventatezza e
rapidità del procedimento giudiziario (.....) Quanto alla “ nuova musica” o
“neoavanguardia”, la partita é<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>troppo aperta... senza tralasciare l’ipotesi che musica, pseudomusica,
come categoria utilitaria, o commestibile, sia del tutto inutile e
nient’affatto necessaria all’uomo civilizzato contemporaneo.. Leggo in
questi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>giorni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la raccolta di un critico d’arte e
poeta di colta finezza (....) Alessandro Parronchi- Pregiudizi e libertà
dell’arte moderna; il suo rapporto sulla pittura recente, sui vizi e le
volontarie distruzioni, offre esatto parallelismo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alla situazione musicale, con la coraggiosa difesa di un
mondo falsamente dato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tutto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per morto, ancora attivo in una realtà
della vita spirituale odierna e delle sue necessità. (....) La possibilità che
il nostro singolo giudizio sia errato dà il continuo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>movimento alla vita musicale del nostro spirito.
Proprio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la revoca in dubbio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>costituisce uno stimolo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>operativo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>incessante. Soltanto<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>l’odierno irrazionalismo non ha dubbi che certi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>montaggi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>rumoristici appartengano<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>all’assoluto del valore artistico o della liceità
sociologica.”</span></i></span></div>
<a name='more'></a><span style="font-size: small;"><br /></span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana"; font-size: small;">Fin
qui, la pungente sortita di un Gavazzeni garbato polemista che rivendica il
diritto al pensiero e al giudizio autonomo contro l’egemonia del “modernismo”.
I passi sono troppo brevi per dedurne un pensiero articolato, ma la sua
posizione<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>interlocutoria emerge
chiara; e ancora più chiara sarà per chi<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>volesse leggere tutti i suoi<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>scritti, nei quali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si
occupa spesso di autori quali Boito, Catalani, Pizzetti, e molti altri oggi
quasi caduti nell’oblìo.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana"; font-size: small;">Queste poche righe di Gavazzeni mi
hanno fatto pensare che noi abbiamo<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>un problema: in particola<span style="font-size: small;">re i</span> musicisti nati all’incirca nel ventennio 1950-1970 sono
cresciuti in un clima culturale pieno di fermenti e di novità: la “riscoperta”
di Mahler, Bruckner e della Seconda scuola di Vienna, l’emergere delle ricerche
filologiche sulla musica antica. Ma sopratutto, la presenza<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>egemone del pensiero “progressista” (all’epoca
non si chiamava ancora così) che tracciava da un lato nella musica strumentale
una linea diretta Beethoven-Mahler-Schoenberg-Webern per arrivare senza
soluzione di continuità a Stockhausen- Boulez- Nono- Berio & c., saltando
tutto quello che c’era in mezzo (tranne Stravinskij, oggetto però sovente di
giudizi oscillanti e dubitosi) e considerandolo fenomeno marginale, attardato,
storicamente irrilevante; e dall’altro in quella del teatro musicale
Verdi-Puccini-Berg-ancora Stockhausen-Nono & c. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana"; font-size: small;">Ovviamente, questa linea culturale
ha una sua <span style="font-size: small;">legittimità</span>: ma non era l’unica possibile, nè l’unica esistente. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana"; font-size: small;">Più
passa il tempo, più si fa evidente la lacuna della quale siamo vittime tutti,
in particolare le generazioni 1950-1970: aver tagliato fuori dalla storia della
musica del Novecento – italiano, in particolare- un buon numero di autori che
hanno avuto un innegabile valore autonomo, pur non rispondendo ai canoni
estetici prevalenti, e la cui rivisitazione e frequentazione (non dico
rivalutazione, perché il giudizio non può che essere personale) oggi potrebbe
utilmente aiutare a ricostruire il passaggio che manca tra le ultime propaggini
del romanticismo e quella galassia variegata e instabile che viene
collettivamente denominata “musica contemporanea”, intendendo con ciò la musica
colta della seconda metà del Novecento nel nostro paese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana"; font-size: small;">E’
ora di dare retta a Gavazzeni, uscire dal prisma interpretativo obbligato nel
quale siamo cresciuti, e allargare il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nostro sguardo attento a un patrimonio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di musiche italiane immeritatamente marginalizzate, forse
non generose di capolavori indimenticabili ma imprescindibil<span style="font-size: small;">e</span> per completare,
pur con le debite luci e ombre, l’autoritratto di una nazione, e cogliere anche
la ragione per la quale ancora oggi (r)esiste, a dispetto del mainstream
istituzionale, un folta schiera di compositori che si riallaccia a linguaggi,
estetiche, stili anteriori e/o alternativi a quello dell’ avanguardia “istituzionale”.
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<br />Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-68201211164011091752015-05-20T16:38:00.004+02:002015-05-20T19:14:45.968+02:00CO2 di Giorgio Battistelli al Teatro alla Scala<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4DNwionI0Xu6Qe65oeyFQ-yavSXuWEcUbM37P2eh7amX07jUgJMfGCdlvEuolbHqpfSk7ZUrZTASeUeliBV7RnGlQQFN1youLcJU5Zs1aPizN9kuCNBWvBQEeH_4NaCZSlZLxrNMU4YU/s1600/UG03LSZG3480-U105091616410bpH-U1050101384605k8-318x170%2540LaStampa-NAZIONALE-krjD-U1050101384605k8-700x394%2540LaStampa.it.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4DNwionI0Xu6Qe65oeyFQ-yavSXuWEcUbM37P2eh7amX07jUgJMfGCdlvEuolbHqpfSk7ZUrZTASeUeliBV7RnGlQQFN1youLcJU5Zs1aPizN9kuCNBWvBQEeH_4NaCZSlZLxrNMU4YU/s400/UG03LSZG3480-U105091616410bpH-U1050101384605k8-318x170%2540LaStampa-NAZIONALE-krjD-U1050101384605k8-700x394%2540LaStampa.it.jpg" width="400" /></a></div>
<div>
<div style="font: 15.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; min-height: 18.0px;">
<br /></div>
<div style="font: 15.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Giorgio Battistelli ha un acuto senso del Teatro e della drammaturgia.</span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">I suoi lavori sono sempre ispirati a soggetti di grande efficacia, perché ben conosciuti dal pubblico per le precedenti celebri versioni cinematografiche (<i>Prova d'orchestra, Teorema, Miracolo a Milano, Divorzio all' italiana</i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">) o perché trattano, sia pur metaforicamente, temi importanti, quali il Potere, il Lavoro (<i>Riccardo III, Experientum Mundi</i>).</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per il Teatro alla Scala ha scritto un lavoro che richiama i temi dell' EXPO che in questi mesi si svolge nella città: non solo la nutrizione e i problemi della sua produzione ed equa distribuzione, ma sopratutto la sostenibilità a lungo termine della vita stessa del pianeta e dei suoi abitanti, umani e animali. </span><br />
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Tema estremamente ambizioso, probabilmente il più alto che possa oggi trattare un artista, all'incrocio tra scienza e filosofia.</span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Come sintesi delle tematiche affrontate nell'opera, consiglio di leggere qui la <a href="http://www.teatroallascala.org/includes/doc/2014-2015/CO2/testo-burton.pdf" target="_blank">scheda molto interessante scritta da Ian Burton</a> per il sito del Teatro.</span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"></span><br />
<a name='more'></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Raccontare CO2 sarebbe inutilmente lungo in questa sede. Basti dire che si tratta di un grande apologo mitico/storico/scientifico sulle ben note problematiche del riscaldamento globale e sugli effetti potenzialmente catastrofici del cambiamento climatico indotto dall'antropizzazione e dalle attività industriali. Le scene si svolgono tra Mito (la Creazione e il Giardino dell'Eden), vita quotidiana (il supermercato globalizzato), Politica internazionale (la Conferenza di Kyoto e l'inapplicato Protocollo che ne scaturì), visioni mistico/scientifiche (l'ipotesi di Lovelock "Gaia, il pianeta vivente"). <br />
</span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">L'invito alla presa di coscienza di ciascuno di noi per modificare i consumi in direzione più ecosostenibile é, pur nella sua estrema importanza e centralità, probabilmente la parte meno efficace dell' opera, perché in fondo ci dice ciò che tutti già sappiamo.</span></div>
<div style="font: 15.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">E la -forse inevitabile- presentazione di grafici e statistiche talora eccessivamente didascalici, con i dati scientifici che mostrano la catastrofe ecologica che ci attende dietro l'angolo, fa sì che lo spettatore in alcuni momenti abbia l'impressione di assistere più a un congresso di <i>No-Global</i> che a un'opera di teatro musicale. I numeri e le statistiche mal si acconciano a essere rappresentati in forma sublimata sotto il segno dell'arte: ma é un prezzo che l'autore è evidentemente disposto a pagare perché su questi dati si fonda appunto la tesi dell'opera. </span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Forse sarebbe stato opportuno sottolineare in modo più marcato un aspetto filosofico della questione, controverso quanto affascinante, e che avrebbe potuto far elevare il tema dell'opera a un livello superiore e se vogliamo, più provocatorio: la specie umana, per gli ecologisti, si é contrapposta alla "Natura" e ha modificato il clima del pianeta fino a renderlo pericoloso per la sua (dell'Uomo stesso) sopravvivenza. <br />Ma la specie umana non viene da un Altrove, é essa stessa "Natura".</span><br />
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Nel sottofinale il personaggio di Gai dice chiaramente: "la Specie Umana potrà scomparire, ma io continuerò a vivere". </span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Sarebbe come dire: la tua estinzione, o Uomo, non ha più importanza di quella delle migliaia (milioni) di altre specie animali e vegetali che sono avvenute da che il pianeta é abitato. E' inscritta anch'essa come una delle tante possibilità, nient'affatto catastrofiche, del Cosmo. E' inscritta fin dall'Inizio nella Natura che, leopardianamente, non si cura delle sue creature. </span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Forse é mancato all'autore il coraggio di giungere a queste conseguenze pessimistiche. Forse ha preferito insistere sul lato morale della questione, facendo della sua opera un appello etico (pressante quanto ben noto) piuttosto che un più inquietante interrogativo esistenziale. </span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 18px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Dal punto di vista musicale, Battistelli si conferma compositore attentissimo alla immediata fascinazione sonora ed anche molto colto, come sanno tutti coloro che conoscono la sua attività di direttore artistico di istituzioni concertistiche. </span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">La musica di CO2 é quasi sempre estremamente evocativa, sa catturare anche il pubblico non "addetto ai lavori" con un uso efficacissimo di molteplici declinazioni stilistiche delle musiche "colte" come di quelle extra-colte: e così troviamo, amalgamati in un tessuto che pur essendo multicolore rimane omogeneo e compatto, "fasce sonore" alla Ligeti, "informale", aggregati accordali "spettrali", riferimenti al mondo Pop/Rock (in orchestra c'é il basso elettrico e una pletora di percussioni), canti rituali della Grecia antica, accenni di salmodie medievali e così via. L'uso dell'orchestra é sempre misurato, e la scrittura procede per campi accordali a fasce sonore, sempre </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">molto ben resi nell'orchestrazione, accuratamente evitando di cadere in citazioni evidenti o ricalchi troppo letterali, e valorizzando al massimo l'evocatività del materiale utilizzato. </span></div>
<div style="font: 15.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">L'abilità dell'autore é poi manifesta sopratutto nella sapiente giustapposizione/ modulazione delle diverse situazioni sonore corrispondenti alle varie scene del soggetto drammaturgico, che non durano mai fino al punto di venire a noia, e ciascuna delle quali ha una sua propria "cifra" stilistico/linguistica che le conferisce identità precisa e originale. Quella che a me é piaciuta particolarmente é la scena di massa dell'assemblea dei delegati a Kyoto, quasi del tutto corale, nella quale la scrittura alterna in modo vivace ed efficacissimo (e tragicamente ironico) parlato, declamato, urlato, cantato, e così via, coerentemente con il caos di quella tempestosa storica Conferenza.</span></div>
<div style="font: 15.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Una tecnica della scrittura vocale di massa peraltro già ben utilizzata più volte da Luciano Berio, e che Battistelli non ignora e riprende da par suo in modo personale. </span></div>
<div style="font: 15.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Le parti corali sono infatti quelle a mio parere meglio riuscite: oltre alla conferenza di Kyoto, il coro di voci bianche fuori scena, la salmodia antico greca, il sestetto della penultima scena. </span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Più debole invece, a mio avviso, il trattamento delle parti vocali solistiche, che non volendo utilizzare stilemi scontati quali quello lirico "di tradizione" o quello dell'opera "contemporanea d'avanguardia" né volendo ricorrere a linguaggi vocali della contemporaneità più Pop (e per fortuna: in un simile soggetto avrebbero avuto un effetto contrastante con il senso dell'opera) non riesce a inventare una terza via originale e rimane a metà strada tra il declamato ieratico e il recitativo. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">
Del resto, questo della vocalità rimane a mio parere IL problema del teatro musicale contemporaneo dopo Berg, col quale hanno dovuto fare i conti tutti i più grandi compositori, da Ligeti a Berio a Stockhausen e così via. </span><br />
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 18px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">La regìa di Robert Carsen valorizza e sostiene pienamente il contenuto dell'opera, al punto che ci si potrebbe chiedere se in mancanza di una regìa così "giusta" e visionaria il lavoro avrebbe ugualmente colto il meritato successo. </span></div>
<div style="font: 15.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Ogni scena é risolta in modo efficace, sia dal punto di vista delle soluzioni tecniche della macchina teatrale e dei movimenti di massa, sia da quello della fascinazione visiva. </span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Il soggetto d'altra parte, con l'assenza quasi totale di personaggi "reali" dotati di una loro psicologia individuale, ad eccezione del protagonista-scienziato il Dott. Adamson, pone problemi rilevanti al regista, che si trova a dover manovrare principalmente situazioni astratte o di massa, quasi senza quella componente essenziale del Teatro che é la <i>Dramatis Persona.</i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Dunque Carsen ha molto lavorato sull'impatto visivo, con proiezioni multimediali (naturalmente), e attenta alternanza di situazioni molto movimentate (Supermercato, Conferenza di Kyoto ) e molto statiche (Giardino dell'Eden, Apocalisse finale) </span><br />
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">In alcune occasioni, come ad esempio nella Danza scatenata dei ballerini di tutte le civiltà del Mondo (non saprei come chiamarla altrimenti) forse si é un po' fatto prendere la mano dalla dimensione spettacolare/ginnica, e a me é venuto in mente - mutatis mutandis - uno show del <i>Circle du Soleil</i> che qualche giorno fa é andato in onda in televisione: ballerini, acrobati su trampoli, personaggi che volano per aria, e così via. Ma questa é una impressione personale, senza alcuna importanza. </span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 18px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Per concludere: se potete, andate a vedere questo CO2. <br />Prefigura una ipotesi di possibile teatro musicale futuro, che non rifiuta la dimensione spettacolare e si pone verso il pubblico senza alcun severo cipiglio "d'avanguardia"; vuole coinvolgere su un tema di interesse collettivo con un linguaggio sorvegliato ma adatto a tutti senza essere semplicistico, e a me pare che tutto sommato ci sia riuscito. Gli applausi prolungati di tutto il teatro, dal loggione alla platea, ne sono una dimostrazione esauriente. </span><br />
</div>
<div style="font: 15.0px Helvetica; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">E non fate caso al logo della Apple che viene continuamente messo in scena, con veri Mac utilizzati dai personaggi in scena e con la proiezione su grande schermo del desktop del Sistema Operativo MacIntosh: probabilmente la Scala ha pagato le royalties per l'utilizzo del <i>Brand</i>. Oppure chissà, la Apple ha sponsorizzato il teatro in cambio della pubblicità, sarebbe interessante saperlo.</span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Certo é un caso singolare nella storia recente del teatro musicale. </span><br />
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Ma così va il mondo, amici! </span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 18px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 18px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 18px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 18px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font: normal normal normal 15px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 18px; text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-59260073284312959522015-04-21T15:02:00.002+02:002015-04-21T15:02:17.783+02:00Claudio Abbado: Homo Faber o cantore del Tramonto dell'Occidente? <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk2iQaquIwJa73Lwpd2QQdTWMvebKnPsaphT8qeRNrdx3AC5dR6ZpHf3cRt_RPAWXmgDI9uV06Hh8Z1AS3pWQPuXxgPheO1pz1c70RH6iJFAGvgjnqeszay3oDgP0AtjmzVwo4l9dXqXE/s1600/6165120.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk2iQaquIwJa73Lwpd2QQdTWMvebKnPsaphT8qeRNrdx3AC5dR6ZpHf3cRt_RPAWXmgDI9uV06Hh8Z1AS3pWQPuXxgPheO1pz1c70RH6iJFAGvgjnqeszay3oDgP0AtjmzVwo4l9dXqXE/s1600/6165120.jpg" height="320" width="232" /></span></a></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-size: 14px; line-height: 19px;">Ho appena finito di leggere questo libro, che mi pare il rendiconto abbastanza sommario ma fedele di una vicenda umana e artistica esemplare, vissuta nel fuoco dell'attualità, interpretando la temperie socio/culturale con coraggio e passione utopistica.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-size: 14px; line-height: 19px;">Abbado fu innanzitutto homo faber, e si fece creatore di opere non solo artistiche ma anche istituzionali.</span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-size: 14px; line-height: 19px;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-size: 14px; line-height: 19px;">Fu alto interprete del suo tempo in un periodo (anni ca.1960-2000) caotico e tormentato, ma traboccante di fermenti art</span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-size: 14px; line-height: 19px;"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;">istici. Gli è capitato di nascere e vivere nel momento "giusto", e strada facendo ha inventato gli strumenti per realizzare le sue aspirazioni, che forse in altro contesto storico non avrebbe nemmeno immaginato.<br />Non intendo affatto con questo sminuire il suo valore.<br />Dico solo che oggi noi siamo invece immersi in una nebbia nella quale orientarsi, intravvedere il cammino da percorrere è più difficile. Dopo la grande crisi bellica e lo sconvolgimento culturale post-bellico, il bisogno di rimettere al giusto posto valori e priorità era impellente e chiaro per tutti.<br />Oggi viviamo ancora nel fall-out, nell'eco sempre più lontana di quella esplosione, e siamo in un no-man's-land nel quale si intravedono già i futuri sconvolgimenti sociali e culturali, ma questi sono ancora abbastanza distanti, non ci colpiscono ancora direttamente, rifugiati come siamo nelle nostre ridotte sempre più anguste e cieche, ma in grado ancora per un po' di proteggerci.<br />Oggi, a voler urlare a voce alta che la catastrofe prossima ventura è già qui, fuori dalla nostra porta, si viene presi per pazzi. Ci è dato in sorte di vivere in questa illusoria oasi storica, nella quale le forze telluriche che squasseranno il nostro mondo stanno ancora accumulandosi sottoterra, e noi possiamo ancora per un po' occuparci delle nostre meschine "carriere" personali, o di musichette da ballo per far divertire e distrarre i passeggeri del Titanic sul quale navighiamo.<br />Tornando al libro: mi pare indulgere eccessivamente nel dipingere Abbado come il cantore del "Tramonto dell'Occidente", una specie di Tiresia che vede solo il Negativo e la Fine della Civiltà.<br />Se ha dato questa impressione, sopratutto nel periodo centrale, scaligero, della sua carriera, è perché si è assunto il compito (e il dovere storico) di rimettere al posto che loro competeva certi compositori della "Krisis" mitteleuropea dimenticati dalla nostra troppo spensierata borghesia melomane.<br />Un ultimo appunto sull'autore del libro: è per me incomprensibile, e a tratti fastidioso, questo utilizzare spesso un linguaggio misterico, filosofeggiante, che mi pare forzare le intenzioni e le interpretazioni di Abbado (perfino sull'opera comica rossiniana!) in un contesto tragico da Finis Historiae.<br />Non sono sicuro che il Maestro avrebbe approvato.</span></span></span>Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-26727904737852102762015-02-27T17:51:00.000+01:002015-03-12T10:06:27.290+01:00Schoenberg e Korngold, Il sogno infranto della "Felix Austria"<!--[if gte mso 9]><xml>
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<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho preparato questo testo per un concerto da me diretto il 17 Febbraio 2015 con <i>L'Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi</i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> di Milano, nella serie <i>Discovery. </i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La serata prevedeva una introduzione storico/critica con esempi musicali. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Parte del testo che qui sotto riporto era destinata al libretto di sala, parte alla mia presentazione orale prima dell'esecuzione delle opere musicali. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il programma era il seguente: </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Gustav Mahler - Blumine, movimento
sinfonico (1883-1888)</i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span lang="EN-US"><i>Arnold Schoenberg - Kammersymphonie II op.38
(1906-1940) </i></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><span lang="EN-US">Franz Schubert/Anton Webern - Deutsche
Tänze D820 (comp. 1824 - arr. 1931) </span></i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span lang="EN-US"><i>Erich Wolfgang Korngold - SUITE aus Shakepeare
"Viel Lärmen Um Nichts" op 11 (1918) </i></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Pubblico ora qui il testo, pensando che forse potrebbe interessare in particolare a chi volesse leggere una abbastanza approfondita descrizione formale della</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i> II Kammersymphonie op.38 </i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">di Arnold Schoenberg, e le note storico-biografiche su Erich Wolfgang Korngold. Buona lettura! </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrcAyUJJAyylaD4AJhSMgqES5e0DKkl6qBE00IphDDIRzZkJS8ROQaBxP7sABFAGgIOyi8hbPJ-bWhRgjLY7GXfpBaonIMHVEHHp37ncjhUNS3cmqVp-enQk2P0XbyB764BTZew0krGOo/s1600/0079BB33_0BDB03090C7A76A0843E80A0593916B9.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrcAyUJJAyylaD4AJhSMgqES5e0DKkl6qBE00IphDDIRzZkJS8ROQaBxP7sABFAGgIOyi8hbPJ-bWhRgjLY7GXfpBaonIMHVEHHp37ncjhUNS3cmqVp-enQk2P0XbyB764BTZew0krGOo/s1600/0079BB33_0BDB03090C7A76A0843E80A0593916B9.jpeg" height="320" width="256" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Stefan Zweig</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Scrive Stefan Zweig, nel suo libro<i style="mso-bidi-font-style: normal;">
“</i>Il Mondo di Ieri<i style="mso-bidi-font-style: normal;">”:</i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">I</i><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Times; mso-bidi-font-size: 18.0pt;">l tempo in cui son
cresciuto fu l'età d'oro della sicurezza(...)Tale fede in un «progresso»
ininterrotto ed incoercibile ebbe per quell'età la forza di una religione (...)
ma noi che nel nuovo secolo abbiamo imparato a non lasciarci più sorprendere da
alcuno scoppio di bestialità collettiva, noi che dal domani aspettiamo ancor
più atroci eventi che dall'ieri, siamo ben più scettici circa la perfettibilità
morale degli uomini. Noi fummo costretti a dar ragione a Freud, allorché egli
riconobbe nella nostra cultura e nella nostra civiltà solamente un sottile
diaframma, che ad ogni momento può essere sfondato dagli impulsi distruttivi
del mondo sotterraneo (...) Oggi, dopo che la grande bufera lo ha frantumato,
sappiamo definitivamente che quel mondo della sicurezza è stato un castello di
sogni.<o:p></o:p></span></i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Times; mso-bidi-font-size: 18.0pt;">Due brevi opere di Mahler e di Schubert, numi
tutelari e universali della viennesità musicale, sono in questo concerto la
dorata e commossa cornice del confronto analitico e parallelo che svolgeremo
tra altri due compositori, </span>Arnold Schoenberg e Erich Wolfgang Korngold,
entrambi figli di quella stessa città, nati nella <i style="mso-bidi-font-style: normal;">età dell’oro della sicurezza</i> evocata da Zweig e poi, ciascuno a suo
modo, interprete della <i style="mso-bidi-font-style: normal;">krisis</i> e del
tramonto di una certa civiltà mitteleuropea che sembrava destinata a essere
rappresentata per sempre dall’impero austro-ungarico. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Schoenberg e Korngold si consideravano eredi e continuatori della
tradizione musicale europea, che rivendicavano come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">humus</i> comune, al di là delle divisioni estetiche. Le loro vite
corsero parallele, anche nel comune destino da emigrati negli Stati Uniti dal
1933/34, ma le loro carriere ed esiti artistici risultarono alla fine opposti:
l’uno fu il controverso e discusso capofila della Nuova Musica, le cui
invenzioni non hanno ancora smesso di influenzare le avanguardie di oggi;
l’altro seppe interpretare e rinnovare la tradizione con minore radicalità di
linguaggio, ma divenne a sua volta un capofila e un modello ancora oggi imitato
nell’applicare la musica alla nuova arte popolare del cinema hollywodiano.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tra tonalità e serialismo, tra avanguardia e conservazione, il
dibattito continua ai giorni nostri, a un secolo e più di distanza.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkb79DFxfFPKqWyRtQabAHK83RuOrM3_By_e2Gi9IN-4BX7DksMYeF2tHF3J3kp4y8ZZBIWR29cZMkp5Ut-SwUuESrddSq-k6hVPXwMR3S7h2y8dpyqp7sxIHN05TuF8rUGVLDF994xl4/s1600/Mahler-Gustav-05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkb79DFxfFPKqWyRtQabAHK83RuOrM3_By_e2Gi9IN-4BX7DksMYeF2tHF3J3kp4y8ZZBIWR29cZMkp5Ut-SwUuESrddSq-k6hVPXwMR3S7h2y8dpyqp7sxIHN05TuF8rUGVLDF994xl4/s1600/Mahler-Gustav-05.jpg" height="320" width="259" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo concerto fa parte di una serie che l’Orchestra Verdi ha
intitolato <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Discovery,</i> con la quale ci
si propone di offrire una panoramica su autori moderni o contemporanei poco
conosciuti in Italia.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma io ho voluto iniziare da <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mahler,</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">
</b>perché questa sera vorrei che noi tutti insieme ci lasciassimo affascinare
- e anche magari un po’ stregare - dal profumo di una Vienna che non c’é più e
che non é quella giustamente celebre del concerto di Capodanno, ma quella
melanconica e nostalgica che tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo
presagisce l’ inevitabile tramonto della cosiddetta <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Felix Austria: </i>ma che dal fondo di questa crisi di identità estrae
miracolosamente una delle più potenti rivoluzioni culturali, filosofiche e
artistiche della Modernità, cariche di scoperte e innovazioni che non hanno
ancora esaurito il loro effetto ai nostri giorni.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quale migliore compositore dunque, se non Mahler, per introdurre
questo profumo di nostalgia un po’ malata per un mondo vagheggiato, nel quale
l’Uomo e a Natura, la Vita e la Morte siano infine riconciliati dal suono di
una melodia semplice e tenera che ci fa perdere in una estasi aurorale fuori
dal Tempo e dalla Storia?<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US"><br /></span></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US">1- Gustav Mahler - <i>Blumine</i>, movimento sinfonico (1883-1888) 8' </span></b></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span lang="EN-US">2.2.2.2 - 4.1.0.0. - Timp - Arpa - Archi </span><span lang="EN-US"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i>Blumine</i></span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>faceva parte della prima versione della
I Sinfonia, composta tra il 1884 e il 1888, ed era il brano centrale dei tre
che componevano la prima parte della Sinfonia stessa, che<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nel <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Programma</i>
poetico sottinteso l’autore aveva intitolato <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Aus den Tagen der Jugend (Dai giorni della gioventù). </i>E’ un
ispirato idillio in forma di romanza, o serenata tripartita, nella altrettanto
serena tonalità di do maggiore. Secondo qualche musicologo l’ispirazione a
comporre <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Blumine </i>sarebbe venuta a
Mahler durante uno di quei suoi<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>periodi – non infrequenti per la verità! – di innamoramento: in questo
caso, pare per una graziosa e biondissima soprano del Teatro Reale di Kassel,
una certa Johanna Richter.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Infatti
é l‘autore stesso a descrivere in una lettera a un amico di averlo composto in
soli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>due giorni, e di averlo
fatto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in uno stato di rapimento e
di felicità. Cionondimeno, dopo l’esposizione curiosamente affidata alla
cornetta in Fa, in una atmosfera per la verità più bucolico/alpestre che
erotica, (!!)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>l’episodio centrale
in la minore é più drammatico e si snoda intorno<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a un dialogo tra l’oboe solo e i contrabbassi, in una
atmosfera tipica del Mahler più cupo e disperato.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Le ragioni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per le quali
Mahler decise quasi subito di espungere <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Blumine
</i>dalla Sinfonia<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>sono molteplici;
forse a causa di alcuni critici che lo avevano curiosamente definito
“triviale”;<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>forse perché l’inciso
iniziale della tromba é lo stesso del Tema nel finale della I Sinfonia di
Brahms, e temeva di essere accusato di plagio?; forse – e questa é probabilmente
la ragione più forte – perché non sembrava più coerente con la struttura della
Sinfonia, una volta che l’autore ebbe deciso di cancellare dalla partitura
anche i titoli programmatici .</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Fatto sta che la partitura fu perduta per lungo tempo, perché Mahler
l’aveva donata a una sua studentessa americana (chissà che anche in questo caso
non ci fosse qualcosa più della semplice simpatia?), Jenny Feld Perrin, e<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>gli eredi la custodirono fino<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a quando nel 1959 la misero all’asta!
L’acquirente, James Osborne, generosamente la donò alla Università di Yale,
dove fu scoperta nel 1966 dal musicologo Donald Mitchell dentro il
manoscritto–copia della versione di Amburgo della Sinfonia, contenente appunto
il movimento <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Blumine.<o:p></o:p></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><br /></i></span></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPjgz78ote1NN5RfpyQ30jLYeg1udfHpJLaAEXFMAYlEPlWCWYiFU2nV3r48eepbP10V2hJ-uWecw4poL-mw27LlFX07Y_wDQrM-4Ar60DyY4LEpQhtpexlZsHokz34WWblY14SE00sMc/s1600/erich-wolfgang-korngold-at-piano.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPjgz78ote1NN5RfpyQ30jLYeg1udfHpJLaAEXFMAYlEPlWCWYiFU2nV3r48eepbP10V2hJ-uWecw4poL-mw27LlFX07Y_wDQrM-4Ar60DyY4LEpQhtpexlZsHokz34WWblY14SE00sMc/s1600/erich-wolfgang-korngold-at-piano.jpg" height="200" width="160" /></a></div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8JQCls82EuArXi62pj6lDiDwn_vpQkw_V6KfqtPHd8fu7ExGlymcGc6OSO7pEhGmYWcQQ4u7e5qpBM9Gm9RfiQLejIt5UxR2JUh_h8MXyiBHkfCNJLbU35RHm6dUan6ToknI8NrSKf2Y/s1600/Arnold_Schoenberg_la_1948.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: none; color: black;"></span></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8JQCls82EuArXi62pj6lDiDwn_vpQkw_V6KfqtPHd8fu7ExGlymcGc6OSO7pEhGmYWcQQ4u7e5qpBM9Gm9RfiQLejIt5UxR2JUh_h8MXyiBHkfCNJLbU35RHm6dUan6ToknI8NrSKf2Y/s1600/Arnold_Schoenberg_la_1948.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8JQCls82EuArXi62pj6lDiDwn_vpQkw_V6KfqtPHd8fu7ExGlymcGc6OSO7pEhGmYWcQQ4u7e5qpBM9Gm9RfiQLejIt5UxR2JUh_h8MXyiBHkfCNJLbU35RHm6dUan6ToknI8NrSKf2Y/s1600/Arnold_Schoenberg_la_1948.jpg" height="200" width="158" /></a></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Veniamo ora al nucleo vero e proprio di questo concerto, che consiste nella giustapposizione critica di due eminenti compositori Viennesi, dalle storie
opposte ma in un certo senso parallele:<b> Arnold Schoenberg</b> e <b>Erich Wolfgang
Korngold.</b></span><br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Forse sarebbe più coerente intitolare questo singolo concerto una <i style="mso-bidi-font-style: normal;">RE-discovery</i>, in quanto i due autori non
sono certamente autori contemporanei, essendo nati entrambi a Vienna alla fine
del XIX secolo: 1874 Schoenberg, 1897 Korngold. E altrettanto certamente non
sono degli sconosciuti; ma rimangono in Italia poco frequentati, e su di
loro<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si sono stratificati nel
tempo dei giudizi un po’ approssimativi. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dunque non sarà un concerto di musica <i style="mso-bidi-font-style: normal;">contemporanea</i> (e forse qualcuno ne sarà felice!!),<i> </i>ma la proposta di due opere rare che simboleggiano
esemplarmente la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">frattura</i> del
linguaggio musicale che all’inizio del Novecento contrappose i compositori
conservatori della tradizione classica e romantica europea a quelli che
cercavano un rinnovamento della musica nella direzione della atonalità prima,
della dodecafonia poi.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non a caso abbiamo scelto due autori viennesi, perché Vienna, la
grande capitale politica e culturale, fu come tutti sappiamo nei primi anni del
secolo il teatro delle più importanti correnti culturali europee, e in essa
convivevano negli stessi anni i principali esponenti delle diverse
tendenze artistiche. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E’ una ovvietà dire che per poter comprendere appieno, e non solamente
con un ascolto curioso e aperto ma sostanzialmente acritico, la musica <i style="mso-bidi-font-style: normal;">contemporanea </i>(cioé, quella che scrivono
veramente OGGI gli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>autori viventi)
é utile conoscere almeno a grandi<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>linee le ragioni della frattura da cui é nata quella che ancora oggi
qualcuno, con un curioso equivoco cronologico, chiama musica <i style="mso-bidi-font-style: normal;">contemporanea</i>, riferendosi a opere che
ormai risalgono a 100 e più anni fa! Il nostro </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">concerto intende
dunque essere un piccolo contributo di conoscenza, focalizzato su due grandi
maestri che,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>pur appartenendo allo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>stesso mondo geografico e culturale,
pur essendo entrambi di origine ebraica e quindi entrambi emigrati negli Stati
Uniti quasi contemporaneamente (nel 1933 uno, nel 1934 l’altro), hanno avuto
due vite e due percorsi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>artistici
singolarmente opposti.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Presenteremo per prima la II KS di Sch., accompagnandone
l’introduzione storica e la descrizione formale per brevi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>cenni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e con esempi musicali. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
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</div>
<div class="MsoNormal" style="font-weight: bold; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-bidi-font-size: 13.0pt;">2- Arnold Schoenberg - <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Kammersymphonie II op.38</i> (1906-1940) 24' </span></b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span lang="EN-US">2.2.2.2
-2.2.0.0. - Archi 12.10.8.6.4</span><span lang="EN-US" style="font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="font-weight: bold;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-bidi-font-size: 13.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">I primi abbozzi furono iniziati<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il 1 agosto 1906,<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>(battute 1-143<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e 166-251)
subito dopo la composizione della I KS op. 9 con la quale l’autore iniziava ad
abbandonare la temperie postromantica dei suoi precedenti lavori, quali ad
esempio il sestetto per archi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Verklärte Nacht, </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e si avviava all’allargamento
indefinito del campo tonale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quasi subito infatti la composizione si<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>interruppe, e fu ripresa inutilmente<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>più volte: nel 1911, poi nel 1916,
fino<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>al suo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>completamento<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>finale nel 1939, cioé 33 anni più tardi. Una vita! Non per
nulla Glenn Gould ha chiamato quest’opera <i style="mso-bidi-font-style: normal;">un
fastidioso<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>scheletro nell’armadio
musicale di Schoenberg !</i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quale era il problema che prese tanto tempo per essere risolto?</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il problema della prima
fase compositiva era trovare la via giusta per uscire dall’armonia tonale, che
Sch. riteneva ogni giorno di più un esito indispensabile, storicamente
necessario. Raggiungere la piena padronanza dei mezzi tecnici per fare questo
cambio di linguaggio fu un processo lungo e faticoso.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sch. dichiarava in una intervista:<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> Al tempo della I KS comporre era un grande piacere. Il lavoro andava
avanti facilmente e sembrava così convincente, che ero sicuro che il pubblico
avrebbe reagito<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>spontaneamente e
positivamente alle melodie e ai sentimenti,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>trovando questa musica così bella come io<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la sentivo. </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">“In tempi recenti é diventato
invece un dovere verso me stesso. Non era più questione di piacere personale.
Io ho un compito, una MISSIONE.. non sono che l’altoparlante di un’idea”. <o:p></o:p></span></i></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ci sarebbe da riflettere su questa
concezione del lavoro dell’artista come<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>una sorta di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">missionario laico</i>
per l’affermazione di un’ Idea.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Dovere <i style="mso-bidi-font-style: normal;">versus </i>Piacere.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sch. sentiva di far interamente
parte della tradizione classica, e si ispirava ai grandi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>maestri quali Beethoven e Brahms
(quest’ultimo da lui<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>particolarmente ammirato per la grande sapienza “architettonica”).
Riteneva che il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>compito
dell’artista fosse di rinnovare il linguaggio dell’Arte, guardando<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>al futuro come il luogo dell’utopia e
della libertà. In questo aveva molto in comune con l’ideale
romantico-illuminista Beethoven; ma da lui forse lo differenziava un empito
quasi mistico di fede nell’istinto profondo che sa scoprire la Verità nascosta
nella psiche. Non a caso Sch. viveva in quella stessa Vienna nella quale il
dottor Freud scopriva, negli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>stessi anni, l’importanza dei processi psichici sulla vita degli individui.
<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Già fino dal 1911 il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>linguaggio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di denso
cromatismo post-wagneriano col quale era stata concepita la II KS era diventato
per lui il simbolo di un fallimento<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>del passato, e l’unica possibile alternativa che appariva credibile ai suoi occhi a quel tempo era il passare all’Atonalità. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L‘intensa emozionalità dello stile liberamente atonale e atematico
delle opere composte nel frattempo (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Erwartung,
</i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e altre) avevano<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>condotto Sch. in un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">cul-de-sac. </i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il linguaggio<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>espressionista era una solo temporanea soluzione del problema.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per un certo periodo l’Autore pensò quindi di trasformare l’opera in
un melologo, associandole un testo proprio, intitolato <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Wendepunkt (</i>punto di svolta), nel quale analizzare la propria <i style="mso-bidi-font-style: normal;">empasse </i>creativa. Sarebbe forse stato
una interessante testimonianza artistica di un creatore che indaga su
procedimenti razionali e irrazionali che direzionano la propria ricerca. Una
specie di autoanalisi pubblica, attraverso la creazione di un Opera. Il
progetto del melologo però venne abbandonato, per comporre altri lavori di più<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>immediata urgenza espressiva.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma l</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">asciamo un attimo questo
problema estetico e proseguiamo nella tormentata vicenda della composizione
della II KS.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il 12 Dicembre 1916 Sch., in una lettera a Alexander Zemlinsky, suo
maestro e amico, scriveva: “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">ho deciso di
completare la mia II KS che ho iniziato nel 1907. Due movimenti sono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>stati<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>scritti, uno é completo tranne le battute finali, l‘altro é
finito a metà. </i></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho intenzione di fonderli in un
solo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>movimento. Poi vorrei
scrivere una seconda parte, ma é sempre
possibile che io abbandoni il
progetto”</span></i></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Secondo la maggior parte dei musicologi e dei critici la II KS “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">rappresenta una regressione. Né la sua
armonia può essere guardata come un passo avanti verso la dissoluzione della
tonaità”. </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ora, proprio questo a me sembra un esempio tipico dell'atteggiamento che pretende che la
storia della Musica abbia un andamento teleologico, come seguendo la freccia del tempo verso le <i>magnifiche sorti e
progressive. <o:p></o:p></i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per quale motivo la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">dissoluzione della tonalità </i>dovrebbe rappresentare
un progresso in assoluto? In Arte non é<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>come nella scienza: le conquiste non <i style="mso-bidi-font-style: normal;">migliorano la vita </i>come fa un nuovo farmaco o una
scoperta<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>scientifica. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">In Arte é un continuo ritornare
sui propri passi per adattarsi al mondo che cambia, e non é mai meccanica la
relazione tra lo sviluppo delle tecniche compositive e il <i>progresso.
</i>A volte per dire cose importanti per il proprio tempo occorre invece
riscoprire tecniche e procedure del passato, rileggendole alla luce del
presente. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lo disse, una volta per tutte, Giuseppe Verdi
in una sua celebre sentenza: <i>Tornate all'antico, e sarà un progresso. </i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quindi la II KS, al contrario della I, “accetta” di rimanere nel
campo (pur allargato) delle relazioni<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>tonali piuttosto che cercare continuamente di evaderne come faceva la I
KS. Le dissonanze che contiene derivano semmai dal moltiplicarsi di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>appoggiature, ritardi, sospensioni e
ambiguità armoniche ottenute attraverso scivolamenti cromatici, prevalentemente
nella voce del basso, che permettono di modulare verso toni lontani senza
passare attraverso il processo tradizionale di preparazione e risoluzione
accordale delle modulazioni. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo processo é stato definito affine a quello<span style="mso-spacerun: yes;"> usato </span>da Anton Bruckner, il grande sinfonista
austriaco che visse a Vienna i suoi ultimi anni fino alla morte nel 1896, e
che il giovane Schoenberg, nato nel 1874, certamente ebbe modo di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>conoscere e di subire il fascino del
cangiante tessuto armonico<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>bruckneriano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Infine, nel 1939, quando Sch. era già da anni in USA, arrivò
l’occasione giusta per terminare finalmente il lavoro. Una commissione dal
direttore Fritz Stiedry per la sua orchestra <i style="mso-bidi-font-style: normal;">New Friends in Music, </i>a New York.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ma
le difficoltà di conciliare il suo<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>stile giovanile di tanti anni<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>prima con l’evoluzione del suo<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>linguaggio, giunto ormai alla piena maturità del sistema dodecafonico sviluppato
nel frattempo, rimanevano, e sono<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>testimoniate da una lettera che SCH. indirizzò al direttore d’orchestra:
</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Durante l’ultimo<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>mese ho<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lavorato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a completare la II KS. Ho impiegato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la maggior parte del tempo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a cercare di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>capire “che cosa voleva dire l’Autore. Dopotutto, nel
frattempo il mio stile é<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>diventato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>molto più<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>profondo e oggi ho<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>molte difficoltà a sviluppare le idee
musicali che scrissi tanti anni fa senza troppo pensarci su, fidandomi del mio
senso della forma:<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>esse non sono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>più conformi alla mia attuale esigenza
di un alto grado di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>logica
visibile . Il mio materiale é molto buono: espressivo, ricco e interessante. Ma
bisognerebbe svilupparlo nel modo come ero capace di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fare all’epoca.” <o:p></o:p></span></i></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">In un altra lettera a Stiedry, non datata, si legge che Sch. pensava
di aggiungervi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>non solo un terzo
movimento, dei quali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>esistono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>degli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>schizzi<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>preliminari, ma anche un quarto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e un quinto!</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Finalmente, e non senza molta fatica, la II KS<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>viene completata nella sua forma
attuale in due movimenti, con una ripresa del I nella coda del II, e il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>linguaggio armonico trova finalmente
una concilazione tra l’impianto tonale della concezione originale e l’acceso
cromatismo di quella finale, attraverso un uso sapiente delle ambiguità tonali
e degli accordi per quarte, che l’autore usa, insieme ai già citati
scivolamenti cromatici, non più come strumenti per uscire dalla tonalità, bensì
questa volta come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">passepartout</i> per
modulare agilmente fra campi tonali molto<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>lontani. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La musicologa Catherine Dale, alla quale devo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ampi stralci<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>questa
introduzione, ha scritto con una felice formula:<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“Se la I KS può essere
considerata come profetica nella emancipazione della DISsonanza, la II Ks
potrebbe essere considerata invece come la conquista dell’emancipazione della
CONsonanza.” <o:p></o:p></i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Infatti il</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">linguaggio</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">armonico</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">di</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sch. a partire dalla seconda parte degli</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">anni ’30 era tornato più</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">volte a sperimentare un uso libero
della tonalità, insieme ad altri</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">sistemi armonici. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sch. paragona il suo lavoro a quello<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>dei grandi maestri del passato, e argomenta che così come Haydn, Mozart,
Beethoven, Brahms usavano spesso il contrappunto antico inserendo fughe, canoni
all’interno<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>delle loro
composizioni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>essenzialmente
omofoniche, allo stesso modo lui stesso combinando tonalismo e serialismo
poteva accrescere il potenziale espressivo della sua musica. In una lezione
tenuta all’Università della California intorno al 1940 dichiarava <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“c’é ancora tanta bella musica da scrivere
in Do maggiore!”</i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vediamo più da vicino la KS, con
alcuni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>esempi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>musicali .</span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L’opera, nella sua forma finale, si compone di solo due movimenti: un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Adagio </i>in Mi bemolle minore dal brumoso
clima postwagneriano, malinconico e drammatico; un <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Allegro con fuoco in 6/8 </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in sol maggiore dal carattere di vivace danza popolare.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">IL I MOVIMENTO</b>, in mi
bemolle minore si può definire un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Lied </i>in
forma tripartita, con ben quattro motivi tematici principali e una Coda. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">IL I° TEMA del I movimento<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>é esposto dal flauto, ed é<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>costituito da una nobile melodia molto espressiva,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>basata principalmente su intervalli di
5° e di 2°minore. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La frase si compone di vari incisi concatenati con perfetta logica
discorsiva , come un pensieroso soliloquio con commentari e riprese interne, e
conclusione finale sul mi bemolle della tonalita d’impianto .</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*1 (solo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>flauto)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 1 -11<o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ascoltiamo ora la stessa frase con l’accompagnamento dell’orchestra, e
consideriamo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>come l’armonia sia
particolarmente instabile e passi attraverso varie sfumature impreviste, per
poi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tornare alla tonalità
principale di mi bemolle minore, dopo peripezie molto espressive. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*2 (tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 1 -11<o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">il II° Tema appare quasi subito, nella tonalità principale, ed é
esposto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dai<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>violini. Consiste di una lunga melodia
elaborata che termina nel registro<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>acuto. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*3
(violini primi)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 11-19 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Alla presentazione di questo secondo tema segue una parte “di
transizione” intensamente contrappuntistica<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>durante la quale appare un</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> ulteriore inciso tematico,</b>
che i critici<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>trascurano ma sul
quale io vorrei<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>attirare la vostra
attenzione perché é un “oggetto” molto breve, ben caratterizzato, facilmente
memorizzabile e riconoscibile, che Sch. usa intensivamente come elemento
di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>contrappunto.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E’ introdotto dai celli/bassi<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>e dai<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>violini, in
imitazione. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*4 <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(celli/bassi e violini)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 23-31 </span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">A questo punto Sch. ha già messo insieme una notevole qualtità di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>idee musicali, che sarebbero già
sufficienti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per allestire un lungo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>movimento sinfonico, secondo le regole
classiche della composizione tonale.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma non contento, fa comparire un secondo gruppo tematico, costituito
da due temi esposti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in successione
nel breve giro di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>poche battute:</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">-<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un III tema molto
nobile e cantabile,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dal carattere
vagamente wagneriano,<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>presentato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dalle viole in
un tempo <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Poco più<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>mosso</i>
.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*5<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 53-62 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E subito dopo, il IV tema, esposto dai violini, dal capriccioso
profilo cromatico che potrebbe richiamare il Bartòk<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>della <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Musica per arpa
archi celesta e percussioni </i>(che vide<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>però la luce a Basilea nel 1937). Qui é da notare il carattere per la
prima volta molto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>vigoroso della
musica, con la discesa cromatica dei bassi con pesanti accenti. ritmici </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*6<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 62-67 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Segue un primo esteso episodio di “sviluppo” o “ commentario”<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>, nel quale il III<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e IV tema sono ripresi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>più volte, in contrappunto,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dalle varie sezioni dell’orchestra. Da
notare in questo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>episodio la
“fioritura”<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>cromatica dei legni
che prolunga il IV tema e gli<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>conferisce un carattere<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>quasi “barocco” o bachiano. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*7<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(flauti/oboi/clarinetti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 84-88<o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L’energia si dissipa e si ritorna al tempo iniziale, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Adagio</i>, con una ripresa variata della
prima Esposizione, nella quale il<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>I tema é<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>presentato dalla
tromba con sordina, questa volta in dialogo con una viola e un oboe soli, e
successivamente ricompaiono tutti
i 4(5) temi principali, diversamente strumentati e armonizzati. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*8<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 95-106 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La Coda chiude il I
movimento con un processo di rarefazione<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nel quale i diversi temi vengono citati in modo incompleto, spezzettato,
come se l’ordito della trama si strappasse lasciando dei vuoti, fino alla
laconica, antiretorica conclusione dei bassi e celli nel registro grave, come a
suggellare malinconicamente una vicenda tormentata. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ascoltiamone le ultime 8<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>battute:<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*9<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 157- 165</span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">--------------------------------------------------</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Il II MOVIMENTO</b>
curiosamente contrastante é un allegro in 6/8, in forma di sonata, pur con
qualche eccezione rispetto allo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">standard </i>formale;
parte in sol maggiore (!!) con un tono<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>scanzonato che potrebbe benissimo appartenere al Mahler delle citazioni
musicali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>folcloristiche e
popolari, e in alcuni momenti, per il suo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>scatenato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>virtuosismo strumentale, anche allo
straussiano <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Till Eulenspiegel lustige
Streiche (1894-5)</i> anch’esso in tempo di 6/8-2/4 </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">I temi principali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dell’<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Esposizione</b> sono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>due: </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">TEMA 1 presentato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dai
clarinetti </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*10<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(clarinetti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 170-174 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">TEMA 2, dell’ oboe, dal clima più disteso cantabile, in forma
simmetrica classica di 2+2 battute</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;">*11<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>(oboe)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>185 (con levare) – 188 <o:p></o:p></span></b></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">tema che é subito ripreso dai violini e poi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fittamente intrecciato al tema 1, conducendo così ad un
rapido episodio di transizione . </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il cambio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tempo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ANIMANDO </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>segna
l’inizio della seconda parte della “esposizione” , introdotta da una piccola
fanfara dei corni </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*12<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(corni)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 219-224 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">e seguita da un virtuosismo dei legni, in perfetto stile straussiano
alla <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Till Eulenspiegel</i>, come
abbiamo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>detto prima</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*13<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(flauti e clarinetti) <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 231 (in levare)-237 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L’Esposizione si conclude così altrettanto virtuosisticamente, e
inizia lo <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Sviluppo</b>, che
coerentemente con le regole più classiche della forma sonata, inizia nella
tonalità della dominante,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Re
maggiore </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*14<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 263 – 271<span style="mso-spacerun: yes;">
</span><o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nel corso del lungo, vorticoso, fantasmagorico e virtuosistico
elaborato sviluppo,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che qui non
possiamo descrivere per ragioni di tempo, a un certo punto c’é una cosa
interessante: la sovrapposizione di<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>due metri , 6/8 e 2/4 . Questa tecnica <i style="mso-bidi-font-style: normal;">poliritmica </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>serve a
Sch. per mantenere la caratterizzazione ritmica di un tema ripreso dal I
movimento</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*15<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 62-64<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>I
movimento<o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">e qui variamente sovrapposto agli altri temi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>del II movimento, che rimangono nel loro<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tempo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di 6/8</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*16<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 367-372<o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">RIPRESA</b>, ma in forma
accorciata, variata e come vista attraverso uno specchio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>deformante, con trasposizioni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e distorcimenti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dei<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>profili melodici,<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b>arriva quando ritorna la fanfara in tempo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ANIMANDO,</i> questa volta esposta dalle trombe<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(mentre nel’Esposizione, come
ricordiamo,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>erano i<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>corni) </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*17<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(trombe)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 391-396 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dopo un punto culminante nel quale<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si assiste a un grande accumulo di energia, </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*18<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 428 -441 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Segue la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">CODA</b>, cui si
arriva con un processo simile a quello che terminava il I Movimento:
rarefazione, spezzettamento e dei temi, rallentamento del tempo e della
tensione. La CODA<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si presenta come
un graduale ri-avvicinamento al tema principale del I Movimento, come in un processo mnemonico di ricostruzione durante il quale si estraggono dal
subconscio lacerti fantasmatici dei temi già ascoltati in entrambi i<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>movimenti. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il finale ultimo é basato sull’alternanza dei due accordi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>principali (che avevamo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>trovato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>già nella prima misura di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tutta la KS) Mi bemolle minore e La minore, che armonizzano<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>le quarte discendenti presenti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nel primo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tema del flauto.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questi due accordi minori, dei quali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>va sottolineata la distanza di un tritono, suonano come il
“motto” che impregna di sé tutta la KS. Questo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">motto</i> discende di registro progressivamente, da quello<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>acuto dei<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>legni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fino<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a quello dei contrabbassi, e termina in
questo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>registro<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>oscuro con il lungo accordo tenuto
di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>mibemolle minore, in crescendo
su una lunga fermata, per aumentare la tensione tragica con cui<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si conclude l’opera. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*19<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battute 479- fine</span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit_IOQh9drzUIRwEeSl4zWTNMUiQYlCkqWO96umhWM8c52mXNAyx3UPaa7oHTJ9lIkFBmZkQKaMtxAQbVN3xDfMUwLeh1KSHVd1kRwpMHDPfazipyYeTVG9N2ggWW7AqzY-CaCMbigyA0/s1600/FranzSchubert.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit_IOQh9drzUIRwEeSl4zWTNMUiQYlCkqWO96umhWM8c52mXNAyx3UPaa7oHTJ9lIkFBmZkQKaMtxAQbVN3xDfMUwLeh1KSHVd1kRwpMHDPfazipyYeTVG9N2ggWW7AqzY-CaCMbigyA0/s1600/FranzSchubert.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge7qhQLuz5kc1y3kZl6z7xduqUgygyfa-9xqwS4VpIIZnpe7KEfCBmTGRexp4g134-BNcFKzn7JUFCbL8zav_KTkIL4VPwUsuEQhFPQ8qvjHEqeO_EmUkhvxpaDVbxcx6p8O46qrzEcVo/s1600/a_webern.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge7qhQLuz5kc1y3kZl6z7xduqUgygyfa-9xqwS4VpIIZnpe7KEfCBmTGRexp4g134-BNcFKzn7JUFCbL8zav_KTkIL4VPwUsuEQhFPQ8qvjHEqeO_EmUkhvxpaDVbxcx6p8O46qrzEcVo/s1600/a_webern.jpg" height="200" width="152" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><o:p> </o:p></span></b><b><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><br /></span></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><br /></span></b></span></div>
</div>
<!--EndFragment-->
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
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<div class="MsoNormal" style="font-weight: bold; text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US"><br /></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-weight: bold; text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US"><br /></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-weight: bold; text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US"><br /></span></b></span>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US"><br /></span></b></span>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US"><br /></span></b></span>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US"><br /></span></b></span>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US"><br /></span></b></span>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US"><br /></span></b></span>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US"><br /></span></b></span>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US">3- Franz Schubert/Anton Webern - Deutsche
Tänze D820 (comp. 1824 - arr. 1931) 10' </span></b><span lang="EN-US"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span lang="EN-US"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">2.2.2.2. - 2.0.0.0.
Archi 12.10.8.6.4</span></span><span lang="EN-US" style="font-family: Verdana; font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></div>
<!--EndFragment--></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><br />
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
</div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Propileo </i>(per
sottolinearne la commovente solennità) della seconda parte della serata ho
scelto le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Danze Tedesche D820 </i>di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Franz Schubert,</b> nella elegantissima
orchestrazione fattane nel 1931 da Anton Webern, che era, tra gli allievi di
Schoenberg, quello che più di altri forse si sentiva legato all’eredità storica
della tradizione musicale -<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e
infatti é sua la famossima orchestrazione del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ricercare a 6<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>voci
dall’Offerta Musicale </i>di Bach. Anche se Webern fu colui che più di ogni
altro estese i confini del linguaggio musicale ben oltre la stessa dodecafonia
del suo maestro Schoenberg, e si inoltrò in terreni inesplorati e rarefatti. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La profonda devozione per la commovente semplicità di queste </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Danze, </i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">quintessenza della nostalgica
“viennesità” ed estratte dalla sconfinata produzione pianistica schubertiana,
emerge dall’orchestrazione weberniana essenziale, rarefatta, che valorizza il
carattere in miracoloso equilibrio tra il nobile e il popolaresco di queste
brevissime composizioni. Sono in sostanza due semplici danze in tempo di ¾ -
niente a che fare col walzer, qui, semmai col minuetto settecentesco – dal
percorso formale bipartito, ognuna delle quali con 2 </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Trii.</i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #151822; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Schubert aveva passato
l'estate del 1824 a Zseliz, in Ungheria, dando lezione alle contessine
Esterhazy. Queste danze sono infatti state scritte per Karoline e Marie
Esterhazy nell'ottobre, appena prima che Schubert rientrasse a Vienna. I primi
biografi hanno molto ricamato su un presunto innamoramento di Schubert per
Karoline, che però pare assai dubbio. Forse la cosa interessante è che, quando
soggiornava in Ungheria, Schubert era particolarmente incline a farsi ispirare
dalla musica popolare: infatti della fine del 1824 è anche il
"Divertimento all'ungherese" <br /><span class="Apple-style-span" style="font-size: x-small;">(nota biografica gentilmente fornita da Luca
Ciammarughi) </span></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdMvl0ESmBhhVDYIBDeKLGGZn3zGvXFsjlW0pC-APZWw49RhotTbWE_hImLJ8MSsc2cHUld8Wxod54aNtvih4qVlzVanqGsxLGMKLDk9cTI9ENdONu3XG7v235_M-kfw4sGaI6U7Z0Nvk/s1600/Korngold.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdMvl0ESmBhhVDYIBDeKLGGZn3zGvXFsjlW0pC-APZWw49RhotTbWE_hImLJ8MSsc2cHUld8Wxod54aNtvih4qVlzVanqGsxLGMKLDk9cTI9ENdONu3XG7v235_M-kfw4sGaI6U7Z0Nvk/s1600/Korngold.jpg" /></a></div>
</div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Veniamo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ora a<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> Erich Wolfgang Korngold, </b>che nasceva a
Vienna nel 1897 in una famiglia colta e agiata. Suo padre Julius Korngold era
una personalità molto in vista: rigido conservatore, aveva ereditato nientemeno
che da Eduard Hanslick il prestigioso incarico di critico musicale della <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Neue Freie Presse</i>, dalle colonne dalla
quale tuonava contro Richard Strauss per il suo eccessivo “modernismo”, e
naturalmente contro la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">cerchia
Schoenberghiana</i> colpevole di inquinare l’ambiente musicale con esperimenti
a parere di Julius Korngold intellettualistici e vacui. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ben introdotto quindi nell’ambiente ai più alti livelli, e dotato di
un talento musicale straordinario,<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>fin dalla più tenera età il<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>giovane Erich inizia a comporre, e nel 1908 viene presentato dal padre a
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Gustav Mahler,</b> che ne riconosce
subito le doti eccezionali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e gli
consiglia di studiare con il compositore <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Alexander
Von Zemlinsky</b>, che era il didatta più famoso di Vienna, e anche l’unico
maestro avuto e riconosciuto dallo stesso <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Schoenberg</b>,
che peraltro si considerava, ed era realmente,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un autodidatta. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Le prime composizioni di Korngold, scritte a partire dal 1906, quando
aveva 11 anni! ebbero tutte un successo clamoroso, incluse le prime produzioni
operistiche. Nel volgere di pochi anni il pubblico viennese arrivò a
considerarlo “ Il nuovo Mozart”.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma questa eccezionale precocità artistica, come spesso succede, celava
degli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>aspetti caratteriali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>forse meno<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>felici. Come Mozart, anche Korngold soffrì la pressione di
un padre autorevole e severo, che voleva a tutti i<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>costi promuoverne il talento eccezionale.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Scrive il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>suo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>biografo Brendan Carroll : </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Per ciò che concerneva il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>suo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>mestiere e la sua vocazione, Erich Korngold a 15 anni era
già un artista maturo. Lavorava 12 ore al giorno<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per fare i<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>suoi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>compiti <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>scuola e per scrivere le sue partiture.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ma anche se </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">le persone intorno<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a lui<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>avevavo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>l’impressione
che egli giocasse con tutto il suo lavoro quotidiano, sempre sereno e di buon
umore (.....) sicuramente le cose erano<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>ben diverse (...) c’era un curioso contrasto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fra questa precocità inspiegabile e la maniera in cui
cresceva da un<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>punto di vista
emozionale ed umano. A quindici<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>anni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>era ancora molto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>bambino rispetto ai giovani<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>della sua età, e aveva ancora da
affrontare i<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>problemi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>della pubertà. <o:p></o:p></i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L’influenza del padre severo e conservatore probabilmente ebbe effetti
non solo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sul carattere, ma anche
sulla carriera del dotatissimo figlio perché, come scrive il musicologo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mario
Tedeschi Turco:<o:p></o:p></b></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">“le diatribe fra il terribile critico
della Presse e i sostenitori della seconda scuola di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Vienna si ripercossero sulla musica di Erich: <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Anton Webern</b> scrisse a Schoenberg
parole assai dure sulla frequenza di<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>concerti dedicati a Korngold e sulla qualità della sua musica, e solo <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Alban Berg</b> ne parlò favorevolmente,
tanto da esprimere il desiderio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di
intraprendere con lui<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un rapporto
di amicizia e colleganza. Ma il padre stroncò sul<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nascere la possibilità di una tale collaborazione, convinto
più che mai<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dell’insensatezza
della Neue Musik.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(....) non v’é
dubbio che le posizioni conservatrici ad oltranza di Julius Korngold<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fecero perdere a Erich molta della
stima che il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>pubblico<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>gli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>aveva tributato<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>ai suoi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>esordi.” <o:p></o:p></span></i></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Presso il pubblico cominciò allora ad affermrsi il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>binomio<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Korngold = reazione, e questa fama l’autore se la porta
dietro, immeritata,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fino<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ai<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>giorni nostri. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La Vienna di inizio secolo, come abbiamo detto, era il crogiolo delle
principali correnti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>artistiche
europee. E a Vienna erano compresenti le due anime musicali opposte, l’una
di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>rottura (Schoenberg e il suo
circolo), l’altra di cauta conservazione della tradizione classica e romantica:
in questa seconda tendenza, certamente maggioritaria e prevalente all’epoca,
possiamo nominare Mahler e Strauss come padri nobili, poi Zemlinsky, Schrecker
e anche il nostro Korngold. A queste si aggiungano alcune figure “minori”
quali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ernst Krenek, che
oscillavano tra gli uni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e gli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>altri. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma ciò che é importante sottolineare, e che troppo spesso si
dimentica, é<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che fra tutti questi
diversi artisti, anche se appartenenti a fronti opposti e talvolta in accesa
polemica, vi fu sempre grande rispetto reciproco,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a volte vera
amicizia. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Zemlinsky fu maestro di Schoenberg come di Korngold, Berg fu
ammiratore di quest’ultimo.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il
musicologo <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Tedeschi Turco</b> scrive
ancora: </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">“La comune ascendenza wagneriana
e brahmsiana svela la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">sostanziale
continuità di una tradizione </b>che solo nel secolo scorso venne considerata,
al contrario, opposizione. La forza cogente della tradizione si rivela
insospettabilmente il punto comune di produzioni assai diverse: che subisca una
profonda metamorfosi o che ritorni sviluppata ed estremizzata, la diversità
affondava le proprie radici nel medesimo terreno.”<o:p></o:p></span></i></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lo stesso Korngold, pur non adottando il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>linguaggio atonale dei colleghi Schoenberg Berg e Webern, da
lui comunque stimati, dichiarava: “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Io non
mi chiudo contro gli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>arricchimenti
armonici che dobbiamo a Schoenberg. Ma non rinuncio per questo alle eccellenti
possibilità espressive della musica “antica”. <o:p></o:p></i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Korngold fu insomma un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">conservatore
illuminato, </i>un artigiano
fedele all’insegnamento della tradizione, mai pervaso dall’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Urlo Espressionista</i> bensì interamente devoto a un’arte del comporre
che potremmo definire apollinea - anche se i soggetti delle sue opere liriche, e
di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Die Tote Stadt</i> in particolare<i style="mso-bidi-font-style: normal;">, </i>subiscono l’influsso<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>del simbolismo alla Maeterlinck e
dell’incombente psicologismo freudiano. Ma fu sempre<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>preoccupato di non perdere il contatto con il pubblico. E
infatti sarà proprio nel lavoro per la nuova arte popolare, il cinema, che
Korngold, trasferitosi in America,<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>saprà applicare il suo<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>enorme talento musicale e drammaturgico, cogliendo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>grandissimi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>successi. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ora la scena cambia e<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>siamo nel <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">1934:</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Korngold e Schoenberg sono ormai esuli
negli Stati Uniti, entrambi in fuga dal clima di persecuzione antisemita che
non promette niente di buono, dopo l’elezione di Hitler a Cancelliere del
Reich. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma mentre Korngold parte a seguito dell’invito del regista Max
Reinhardt a comporre le musiche per il film <i style="mso-bidi-font-style: normal;">A
Midsummer Night’s Dream</i>, e a Hollywood trova l’ambiente più adatto al suo
grandissimo talento - talento incentivato anche da un sontuoso contratto di
lavoro stabile con la Warner Bros. – il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>secondo, Schoenberg,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lascia la Germania dove si era trasferito da Vienna,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>perché a Berlino l’antisemitismo é
ancor più<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>pericoloso e incombente:
l’Accademia di musica dove insegna composizione gli da’ il benservito per via
delle sue origini giudaiche, e la sua musica praticamente non viene più
eseguita in Germania. Accetta quindi l’offerta di insegnare al Conservatorio
Melkin, tra Boston e New York. Ma per il clima rigido e i viaggi faticosi la
sua salute peggiora, e quasi subito si trasferisce nella più calda California,
anche lui<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a Hollywood come
Korgold, dove viene invitato come docente dall’università di Los Angeles. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">A Hollywood e in tutti gli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Stati Uniti c’era allora il fior fiore dell’intellettualità europea:
ebrei rifugiati come Schoenberg e Korngold, ma anche Thomas Mann, Koussevitzy,
Stokowsky,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Mengelberg, naturalmente
Stravinskij e tanti altri tra i quali Alma, la vedova di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Gustav Mahler, col nuovo marito Franz
Werfel. Dal suo diario leggiamo questo piccolo ritratto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>della nuova vita in America:</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Viviamo in una piccola cerchia
di persone di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>valore. C’é Arnold
Schoenberg, ci sono i<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>due Mann
(Thomas e Golo), Thomas il<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>riflessivo e la sua piccola moglie...e sopratutto c’é Erich Korngold
con sua BELLA moglie (acuta osservatrice la signora Werfel/Mahler!).
Quando<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>siede al pianoforte siamo
tutti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>felici. NON POSSO DIRE COSA
RESTERA’ DI LUI, ma é<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>comunque
geniale.” <o:p></o:p></span></i></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tratteggiato questo breve ritratto dell’autore e del contesto
storico/sociale nel quale agì, passiamo<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>a descrivere in sintesi l’opera che andiamo ad eseguire. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Innanzitutto dobbiamo rilevare che mentre Schoenberg scriveva quasi
sempre mosso dalla propria<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>“ispirazione”<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>artistica,
inseguendo la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">missione </i>di rinnovare
il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>linguaggio musicale, ed ebbe
sempre molte difficoltà a procurarsi commissioni retribuite, Korngold<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fu molto più<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fortunato e, grazie al proprio sfolgorante precoce talento e
ai buoni uffici<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>del padre,
introdotto nelle alte sfere della Vienna che contava, ebbe fin da piccolo
moltissime offerte di comporre per le più diverse destinazioni: da camera,
sinfoniche, per il teatro, per l’opera, e infine come sappiamo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per il cinema di Hollywood. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg86biEoe55kD_0RyunksmtvjJNSV__QVID1KhBXfgoljuR5xFZ9Xldyg_9lAakqzJ4iCNyvazQLKY3J8QIRcW76Xdi5axn6Tr7XLpyfw0dMLd3Mwx54OlZcJqjd1cfrbXxAkWbln6I5lI/s1600/2407aada98349a5664a6e64e2a69273ae20de64f.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg86biEoe55kD_0RyunksmtvjJNSV__QVID1KhBXfgoljuR5xFZ9Xldyg_9lAakqzJ4iCNyvazQLKY3J8QIRcW76Xdi5axn6Tr7XLpyfw0dMLd3Mwx54OlZcJqjd1cfrbXxAkWbln6I5lI/s1600/2407aada98349a5664a6e64e2a69273ae20de64f.png" height="320" width="254" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><br /></span></b></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-bidi-font-size: 13.0pt;">4 -Erich Korngold - Suite aus Shakepeare "<i>Viel Lärmen Um Nichts</i>" op 11 (1918) 18'</span></b><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><o:p></o:p></span></span></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Verdana; mso-bidi-font-size: 13.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">1.1.1.1.- 2.1.1.0. - Timp, Perc, - Arpa, Harmonium e Pianoforte (2 esecutori), Archi 12.10.8.6.0.<o:p></o:p></span></span></span></div>
</div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
</div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">
</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nel 1918<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>il prestigioso Burgtheater gli chiese di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>comporre le musiche di scena per il dramma Shakespeariano <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Much Ado about Nothing (Molto rumore per
nulla) , </i>e il titolo in tedesco é<span style="mso-bidi-font-style: normal;"> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Viel Lärmen Um Nichts. </b><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Q</span></span>uella di stasera é la seconda esecuzione italiana del brano. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La commedia di Shakespeare, ambientata in una Messina cinquecentesca
sotto la dominazione spagnola, ma la cui trama risale a fonti classiche (Caritone
di Afrodisia, II-II secolo A.C.) e ad altre fonti quali l’ariostesco <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Orlando Furioso, </i>una novella di Matteo
Bandello, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il Cortegiano </i>di
Baldassarre Castiglione,<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>ha una
complicatissima trama intessuta di elementi ora giocosi e farseschi, ora
drammatici e tragici,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che si
intrecciano in una girandola di equivoci, colpi di scena, balli in maschera,
inganni amorosi , agnizioni e così via. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quale migliore occasione per l’autore delle musiche di esercitare la
propria fertile immaginazione musicale, componendo brani vocali, corali e
strumentali dal carattere più vario e colorito? Korngold compose una partitura
che comprendeva 14 numeri, per un orchestra formata, a causa delle ristrettezze
economiche dovute alla guerra in corso, da<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>soli 19<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>strumentisti: 4 legni, 4 ottoni, 3 percussioni, arpa, pianoforte, <u>harmonium</u>
(N.B. strumento molto usato esattamente negli stessi anni anche da Schoenberg e
dai suoi allievi nelle riduzioni per ensemble da camera di opere orchestrali,
nell’ambito della sua associazione <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;">Verein für musikalische
Privataufführungen</span></i><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">), quintetto d’archi.<o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Korngold
stesso fu il direttore delle rappresentazioni al Burgtheater, che ebbero
grandissimo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>successo, e in seguito
ne fece una Suite di 5<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>brani,
riadattata per orchestra sinfonica.<o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">A
questo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>proposito, c’é un piccolo
mistero editoriale degno di nota: i materiali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>della Suite nella versione orchestrale curiosamente oggi non
sembrano essere disponibili presso alcun editore, anche se sappiamo con
certezza che Korngold stesso approntò e diresse questa nuova versione
dell’opera più volte. Probabilmente i materiali<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sono andati<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>persi a seguito del trasloco negli Stati Uniti, e magari riposano in
qualche angolo degli archivi polverosi della Warner Bros., presso la
quale Korngold ebbe un contratto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>stabile
fin dal 1934. Speriamo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che un
giorno<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tornino<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alla luce. <o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dobbiamo perciò supporre che anche le
diverse registrazioni discografiche (vecchie e nuove) oggi esistenti siano
state fatte utilizzando i materiali della versione originale per piccola orchestra,
alla quale manca la sezione dei contrabbassi. Dopo aver ascoltato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tutte le diverse registrazioni
disponibili, e aver riflettuto attentamente sulla possibilità di aggiungere di
mia mano la parte dei contrabbassi, ho deciso di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>non<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>procedere a
questa opera di “restauro”, nella convinzione che, non sapendo con assoluta
certezza se nella seconda versione orchestrale redatta dall’autore ci fosse
effettivamente un parte per i contrabbassi (dalle registrazioni sembra chiaro
che non ci sia), comunque l’opera suoni perfettamente equilibrata così come é,
utilizzando però l’intera orchestra<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>d’archi invece che un piccolo gruppo.<o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
Suite <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Viel Lärmen um Nichts op 11 </i>consta
di una <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ouverture </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e di quattro episodi<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> : Mädchen im Brautgemach, Holzapfel und Schlehwein, Intermezzo,
Hornpipe. <o:p></o:p></i></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E’
notevole rimarcare che Korngold non si preoccupa affatto di ricreare con le sue
musiche una atmosfera “elisabettiana”, né tantomeno di fare un ricalco
ironicamente “neoclassicista” quale quello fatta da Richard Strauss con le sue
musiche per <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le Bourgoise Gentilhomme</i>
di Moliére, ma compone liberamente nello stile a lui più consono e
contemporaneo, in quel modo naturalmente lirico ed elegante che noi potremmo
definire stile della <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Felix Austria.<o:p></o:p></i></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Il che conferma che quel linguaggio, nella musica e
nelle altre arti, era vissuto dall’ élite austro-ungarica dell’inizio del XX
Secolo come talmente universale e cosmopolita, talmente consustanziato al
proprio stile di vita e alla propria <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Weltanschuung,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></i>da poter essere applicato senza alcun
imbarazzo anche a opere artistiche lontanissime culturalmente, geograficamente
e temporalmente, quali un dramma teatrale seicentesco ambientato nella Sicilia
del cinquecento!<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;">L’ <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ouverture</i></span></b><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>é il brano più esteso e articolato, e
segue a grandi linee, e in miniatura, data la piccola dimensione dell’intera
Ouverture,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la struttura della
forma sonata. <o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il
primo tema,in Sol maggiore e dal carattere di danza, gaio e spensierato in
tempo di 6/8 , é affidato ai legni, e suona un po’ come la sinfonia <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Italiana </i>o lo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">scherzo </i>della Sinfonia <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Scozzese</i>
di Mendelssohn: <o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*1<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battuta 5 – II° dopo 2<o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poco dopo, con grande abilità artigianale, Korngold sovrappone a
questo, che ora funziona da “accompagnamento”,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il secondo tema più disteso<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e cantabile, dalla liricità che potremmo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>definire profondamente viennese,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>oppure anche straussiana: </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*2<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>n° 5 di partitura – n° 8 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Segue un episodio di transizione che porta alla ripresa del tema
principale ed é simile a un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Galop </i>alla
Johann Strauss, come quelli che ascoltiamo tutti da Vienna nel concerto di
Capodanno, oppure anche a uno scatenato <i style="mso-bidi-font-style: normal;">CanCan
</i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>parigino: </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*3 (tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>n° 9 di partitura – n° 11 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Con questo si chiude per così dire<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>l’Esposizione della forma-Sonata e inizia lo Sviluppo, che
riprende il I tema in 6/8 dei legni, abbreviato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e modulato in progressione in diverse tonalità, per giungere
ad un curioso interludio nella tonalità di Sibemolle maggiore dove il
protagonista é l‘harmonium, che recita un piccolo semplice “corale” dal sapore
vagamente ironico. L’harmonium come sappiamo é uno strumento che viene
utilizzato prevalentemente in chiesa, a sostituzione dell’organo, ove
questo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>manchi. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non saprei dire se questa scelta inconsueta dipenda dalla vicenda
teatrale shakespeariana alla quale questo momento della partitura allude (il
matrimonio che si celebra in chiesa tra i personaggi di Ero e Claudio?) </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*4
(Solo HARMONIUM)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>n° 14 di
partitura – n° 15 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La Ripresa, quasi del tutto testuale, si svolge correttamente, come
vuole la Forma-Sonata canonica, nel tono della dominante, Re maggiore, e non
vale la pena di darne un esempio musicale perché la grande “orecchiabilità” dei
suoi temi ve lo farà riconoscere all’istante, e approda alla CODA, che é un
virtuosistico e travolgente finale “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Più
Mosso”</i>, nella tonalità “d’impianto” di Sol Maggiore. </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un particolare é degno di nota perché mostra la grande destrezza
artigianale di Korngold: nella coda ritorna, un po’ <i style="mso-bidi-font-style: normal;">en passant</i>, il “Motto” cromatico di quattro note col quale
l’Ouverture si apriva :</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*5<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>battuta 1-2 <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">e infatti <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>eccolo qui
ripresentarsi nella coda </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*6 (tutti)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tre battute prima<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>del n° 24 di partitura<o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*7 (tutti)
n° 25 di partitura, per otto<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>battute<o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<b><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mädchen
im Brautgemach (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">fanciulla nella camera
nuziale?)<o:p></o:p></i></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La cui
traduzione potrebbe essere “ <i style="mso-bidi-font-style: normal;">la fanciulla
nella camera nuziale</i>” é una sentimentale romanza bipartita<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>più una coda, il cui tema principale
inizia in modo capricciosamente cromatico, come alludendo alla acerba età della
fanciulla in oggetto, e poi si distende in una linea melodica molto cantabile,
quasi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">canzonetta </i>teneramente
infantile.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;">*1 (tutti)
n° 1-2 di partitura</span></b><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Degne
di nota sono le due battute di apertura, nelle quali tre soli strumenti (flauto
piccolo, violino e harmonium) eseguono 4 semplici accordi la cui concatenazione
armonica é<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alquanto misteriosa , e
collegata in modo molto ambiguo a quanto segue, ma<o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Servono
a creare una atmosfera incantata, fiabesca.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;">*2
(piccolo, harmonium, violino) battute 1-2 </span></b><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<b><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Holzapfel
und Schlehwein/marcia della Guardia </span></span></b><b><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">(<i style="mso-bidi-font-style: normal;">mela
selvatica e liquore di more?)</i></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L’indicazione<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> Nel tempo di una grottesca marcia funebre </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>chiarisce senza ambiguità il carattere
di questo terzo pezzo della suite. Korngold utilizza da par suo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un modello stilistico mutuato dalla
tradizione popolare, come spesso succede ai <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>compositori viennesi di ogni tempo: e lo fa in un modo che
ricorda molto da vicino ciò che Mahler faceva inserendo delle marce funebri,
più o meno riconoscibili o stravolte, nelle sue sinfonie (la V, VI, VII)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>anche se naturalmente con una
intenzione grottesca sì, ma tragica e disperata.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In Korngold al contrario il tono é ironico e leggero,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>emotivamente distaccato dalla temperie
espressiva di una vera marcia funebre, come se la musica accompagnasse una
pantomima o uno spettacolo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di
marionette. Ma pur con questa differenza di fondo,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>é<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>nell’armonizzazione e nella strumentazione che le somiglianze con Mahler
sono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lampanti: uso finemente
cameristico dell’orchestra,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>colori
strumentali lividi e spettrali,<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>fraseggi aguzzi, interrotti da accenti irregolari e rapide oscillazioni
del tempo,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il classico “legno
battuto” degli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>archi,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e infine ovviamente<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la melodia affidata in alcune parti
alla tromba sola.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;">*1 (tutti)
n° 1-3 di partitura</span></b><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><br /></span></b></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<b><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Intermezzo
<o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Anche
l’Intermezzo é una romanza, che si segnala per la strumentazione<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ridotta, ancor più cameristica : solo
2<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>corni, arpa, harmonium,
pianoforte, archi e .... solo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>due
rintocchi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>del triangolo, che<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>contribuiscono al carattere delicato e
sognante. Il brano infatti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>si snoda
nella serena tonaità di Do maggiore – con solo una momentanea escursione in Mi
bemolle. Il tema é introdotto dal violoncello solo, poi in duo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>con una viola sola.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*1 (tutti)
dall’inizio al n° 1 di partitura <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<b><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mummenschanz
(<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Hornpipe</i>)<o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L’ultimo
numero della Suite é una <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Pantomima</i>, e
il titolo si riferisce forse a una scena della commedia Shakespeariana.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span lang="EN-US" style="color: #252525; mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;">Il sottotitolo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Hornpipe</i>, cioé Cornamusa, é la forma di danza popolare usata da
Korngold per chiudere la Suite. Leggiamo da Wikipedia: </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;">La <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">hornpipe</span> è un tempo di danza originario delle
Isole Britanniche nato attorno al XIII secolo. Il nome viene
fatto risalire all'uso popolare di danzare con accompagnamento di una
"hornpipe" <span style="mso-bidi-font-style: italic;">(lett.:
"canna di corno")</span>, strumento ad ancia, con canna semplice
o doppia, ricavato da corna animali.<o:p></o:p></span></i></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Molti compositori, principalmente inglesi, scrissero <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Hornpipes</i>, da Henry Purcell (poi ripreso
da Benjamin Britten nella sua <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Young
person’s guide to the orchestra) </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a Georg Frederich Händel, con la celebre <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Alla Hornpipe </i>che fa parte della sua <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Watermusik, </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e il
brano<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>finale de <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Concerto Grosso N° 7 op.6 .<o:p></o:p></i></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">il biografo italiano di Korgnold , Mario Tedeschi
Turco, sottolineando che in origine la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Hornpipe
</i>é in tempo ternario ( 3/4 o 9/8), mentre quella di Korngold é in tempo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>2/4,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la
accosta per questo motivo alla <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Fuga
all’imitazione della cornetta de postiglione </i>che fa parte del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo </i>BWV 992 di
Bach, anche se<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Hornpipe </i>di Korngold non é affatto una
fuga ma un brano di grande virtuosismo e di spensierata allegria, privo di ogni
intellettualismo, esattamente come<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>vuole la forma originaria e popolare di questa danza.<o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il virtuosismo é richiesto in particolare proprio ai
corni, ( non per niente é una <u>Horn </u>– pipe!) che espongono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il loro tema baldanzoso: <o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*1 (tutti)
dall’inizio a quattro battute dopo il n° 1 di partitura <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L’effetto “cornamusa”, che come sappiamo consiste di un bordone
armonico fisso sul quale svetta la melodia, si presenta quasi subito: </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*2 (tutti)
n° 2 di partitura col levare,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per
otto battute fino<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a “ Lustig” <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="mso-ansi-language: EN-US; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-bidi-font-size: 14.0pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Al centro del brano però il clima epressivo smette per
un attimo di essere <i style="mso-bidi-font-style: normal;">British </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e acquista il carattere inequivocabile
di un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ländler </i>viennese, con tanto di
indicazione <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Lustig”</i></b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>( buffo,
divertente) <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></i>che sappiamo essere usata molto spesso nelle musiche
viennesi, e da Richard Strauss (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Till
Eulenspiegel Lustige Streiche) <o:p></o:p></i></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">*3 (tutti)
“ Lustig” , fino<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>al N°3<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>partitura <o:p></o:p></span></span></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<!--EndFragment-->Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-45169233863734913542014-12-29T18:35:00.003+01:002016-06-05T23:08:50.984+02:00RepertorioZero, il pendolo della Storia da che parte va?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlAdMOfevkEtlFSNfCban_6nDPfvF2UtNx8yylE5tuucvINByrnRxbCXxFILbxmpZCL3OQTV4YY3rLboZTPVLwNS97tbF3ifnPX2P0obj9gnHbzpSYG0clurL7aziVZAOpXMTH2rEIG-s/s1600/zero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlAdMOfevkEtlFSNfCban_6nDPfvF2UtNx8yylE5tuucvINByrnRxbCXxFILbxmpZCL3OQTV4YY3rLboZTPVLwNS97tbF3ifnPX2P0obj9gnHbzpSYG0clurL7aziVZAOpXMTH2rEIG-s/s1600/zero.jpg" width="400" /></a></div>
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<br />
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<div class="Modulovuoto" style="margin-bottom: 13.0pt; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="color: #262626; font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Se dovessimo
riassumere in una parola l’impressione principale avuta all’ascolto del
concerto di Repertorio Zero, senza temere di cadere nella retorica, si potrebbe
usare – senza alcuna ironia – la parola <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Coraggio. </i></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 13px;">Repertorio Zero<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i></b>é
un gruppo di compositori, informatici musicali, strumentisti, nato
principalmente intorno a un’idea semplice quanto rischiosa, e forse utopistica:
inventare una nuova liuteria, cioé nuovi strumenti musicali, “acustici” o
assistiti dal <i style="mso-bidi-font-style: normal;">medium </i>informatico,
adeguati allo stato dell’arte della ricerca musicale contemporanea; e insieme
inventare il repertorio per valorizzarli. </span></div>
<a name='more'></a><span class="Apple-style-span" style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 13px;">Dunque una ipotesi
coraggiosa e visionaria, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ai confini della
terra fertile</i> per dirla con Boulez, sullo sviluppo futuro della musica, che
evidentemente gli animatori di Repertorio Zero<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>prevedono destinata ad arricchirsi di tutte le risorse
fornite dall’ informatica applicata a strumenti vecchi e nuovi; siano essi gli
strumenti tradizionali ripensati, riutilizzati in modi inediti; siano essi
oggetti di comune impiego quotidiano tra i più impensabili per l’impiego
musicale (frullatori, giocattoli, radioline, trombette, campanelli,
sveglie,ogni sorta di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>oggetti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 13px;">sonori) ma i cui suoni risultano
fertili e interessanti da utilizzare in un lavoro compositivo complesso. </span><span class="Apple-style-span" style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 13px;">Nel contesto attuale
della musica<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> contemporanea, </i>dove la
spinta propulsiva delle <i style="mso-bidi-font-style: normal;">avanguardie </i>del
secolo scorso si é indebolita e stenta a proporre nuove ipotesi estetiche
convincenti al suo pubblico, disperdendosi in una poliforme galassia di
neo-accademismi, trovarobato, suggestioni modaiole, Repertorio Zero persegue la
sua ricerca con grande radicalità e rigore, e si caratterizza ormai come punta
avanzata e laboratorio-modello imprescindibile per tutti coloro che si occupano
di ricerca “pura” sul linguaggio musicale contemporaneo – e forse futuro, chissà;
oltre che nell’altissima qualità delle esecuzioni strumentali, che si avvalgono
di un gruppo di musicisti già ben noti e affermati individualmente, e
completamente dediti alla missione di<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>rendere
il miglior servizio possibile ai compositori.</span><br />
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Il concerto
conclusivo del Festival 2014 di Milano Musica, quest’anno dedicato alla figura
del compositore Fausto Romitelli, del quale immaginiamo i lettori conoscano
almeno per sommi capi la vicenda artistica e umana, e sulla figura del quale
dunque non ci dilungheremo, comprendeva l’esecuzione del ben noto trittico per
ensemble amplificato <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Professor Bad Trip
I, II, III, </i>alternato a due nuove opere di Giovanni Verrando e Riccardo
Nova, compositori milanesi che hanno condiviso con lo stesso Romitelli gli
esordi delle loro carriere musicali, e che per questo motivo hanno ricevuto dal
Festival la richiesta di comporre nuovi lavori, “ispirandosi” o comunque
ricollegandosi al lascito artistico del compositore goriziano/milanese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Eviteremo di
addentrarci nei dettagli compositivi delle singole opere, estremamente
interessanti da più punti di vista: ma sarebbe inutile scriverne qui, non
essendo questa una normale “recensione”, e nessuna descrizione potendo
sostituire l’ascolto diretto. Ci limiteremo quindi a proporre qualche
riflessione di ordine più generale che la serata ha suscitato in chi scrive.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #be1f05; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">SOUND</span><span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Innanzitutto
impressionava l’impatto puramente fonico del concerto: sappiamo che l’amplificazione
dell’ensemble strumentale a (relativamente) alto volume é strutturalmente
consustanziale all’estetica romitelliana, che fonde la lezione del pensiero
compositivo della scuola <i style="mso-bidi-font-style: normal;">spettrale </i>francese
degli anni Settanta con la potenza fonica, l’impurità e la visceralità del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sound </i>del Rock e del Pop: e non a caso
tra gli strumenti dell’ensemble vi sono chitarra e basso elettrici e
sintetizzatore, a fianco dei consueti archi, fiati, pianoforte, percussioni
eccetera.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Il suono amplificato
– ma forse a questo punto dovrei chiamarlo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sound
– </i>che si é ascoltato era di grande ricchezza e potenza, al quale gli
ascoltatori della musica <i style="mso-bidi-font-style: normal;">contemporanea
tradizionale</i> (mi si passi l’ossimoro) non sono abituati. E già questo é un
elemento di immediata evidenza, che contraddistingue i concerti di Repertorio Zero<i style="mso-bidi-font-style: normal;">. </i>La complessità delle opere eseguite,
nelle quali sono integrati strumenti acustici, “elettrici”, informatici, esige
certamente una amplificazione molto raffinata per bilanciare e fondere insieme
le diverse fonti sonore fino a costituire un unico <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sound, </i>al tempo stesso dettagliato, ricco e potente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Ma non c’é solo un
motivo meramente acustico, tecnico, perché l’amplificazione sia così potente e
invasiva: c’é una precisa scelta estetica, coerente con il linguaggio scelto,
che (consapevolmente o meno) emula anche, come già detto, l’impatto sonoro dei
concerti rock. Ci sarebbe da chiedersi se non vi sia una qualche involontaria
contraddizione tra la sostanza strutturalmente complessa delle composizioni
presentate, che esigerebbero un ascolto concentrato e vigile, e la ipertrofica,
fusionale “veste sonora” con la quale sono presentate: che invece sembra
invitare a un ascolto più viscerale, abbandonato, irrazionale, sul modello
appunto del linguaggio rock/pop.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Infatti la
visceralità magmatica, tellurica di almeno quattro delle cinque composizioni
eseguite, le ondate di materia incandescente che scaturiscono dall’amplificazione,
mi hanno fatto pensare all’espressionismo violento dello Schoenberg prima
maniera. Nelle sue opere “liberamente atonali” intorno agli anni Dieci egli
dichiarava di comporre seguendo esclusivamente le proprie emozioni ed
intuizioni, senza altra disciplina particolare, affidandosi alla guida di
quello che in quegli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>stessi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>anni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dottor Freud
definiva l’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Inconscio</i>. Anche lui,
Schoenberg, componeva in quel periodo incubi sonori, visioni allucinatorie,
stati di coscienza alterati, fissità raggelanti, colate di magma rovente: penso
in particolare ai pezzi più “potenti” dell’op.16, dove la grande orchestra
diventa amplificatore, ad altissimo volume, dell’ <i style="mso-bidi-font-style: normal;">UrSchrei </i>espressionista.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Ho pensato che il
pendolo della storia oscilla perennemente, e così, dopo l’indigestione
razionalistico/cartesiana del serialismo Leibniziano e dopo il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“pensiero debole” del postmodernismo,
si direbbe che <i style="mso-bidi-font-style: normal;">i nipotini di Darmstadt</i>
– lo dico qui affettuosamente, con un sorriso scherzoso ai compositori della
serata – volgano nuovamente lo sguardo all’irrazionale, mediato in parte
anche attraverso il filtro più connaturato alla nostra generazione: la musica
rock, con tutto il suo contesto psichico/antropologico/rituale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Ma con in più,
forse, anche un certo barocchismo, un gusto dell'abbellimento, della ghirlanda a
festone floreale, del dettaglio nascosto, sapientemente cesellato, che solo un
attento ermeneuta può scoprire nell’intrico della giungla amazzonica sonora, e
trarne la sua brava soddisfazione di ascoltatore <i style="mso-bidi-font-style: normal;">strutturale</i>. Questo gigantismo fonico, e la sua implicita,
inevitabile retorica magmatico- viscerale io l’ho insomma, per qualche perverso
labirinto del mio pensiero, associato istintivamente a quello delle enormi
compagini orchestrali post-romantiche dal suono super vitaminizzato, dalla
agitazione ipercinetica e dalla timbrica saturata: come anche al medesimo tipo
di gigantismo rock degli anni Settanta, con i suoi distorsori e i
suoi “muri” di amplificatori Marshall. Con una battuta spiritosa viene da dire
che i musicisti di Repertorio Zero siano in un certo senso dei wagneriani
inconsapevoli, che pur esibendo un programma estetico dai connotati fortemente
tecnologico/intellettuali amino anche loro, come tutti e fortunatamente,
lasciarsi travolgere dalla lunghissima onda oceanica dell’ <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Höhepunkt </i>nel Preludio di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Tristan..</i>Ma non é tutto.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; color: #262626; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5j7mzDkpkKAaDJ-V6Inz0wqP2M21q5408_vyNXhvSoDYye7qb9hiHRi98-qd2wdQH5XCWkK_0XY3NYAvads2k7n7VX_A-CPTZ_6QPhU8Fc6GI8eDXHV0uCvLxo2VJcyWZ0MFzsuXjTm0/s1600/IMG_1206.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5j7mzDkpkKAaDJ-V6Inz0wqP2M21q5408_vyNXhvSoDYye7qb9hiHRi98-qd2wdQH5XCWkK_0XY3NYAvads2k7n7VX_A-CPTZ_6QPhU8Fc6GI8eDXHV0uCvLxo2VJcyWZ0MFzsuXjTm0/s1600/IMG_1206.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #be1f05; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;"><br /></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #be1f05; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">DRAMMATURGIA</span><span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Il concerto assume
una nuova forma <i style="mso-bidi-font-style: normal;">rituale </i>anche nel suo
stesso svolgersi scenico, drammaturgico. All’inizio, a luci basse, un “drone”
(un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">continuum </i>sonoro computerizzato
tratto dalla parte elettronica finale di uno dei <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Professor Bad Trip</i>) crea un ambiente emozionale vagamente
science-fiction, e su questo sfondo i musicisti entrano in scena e prendono
posto: al salire delle luci parte la prima esecuzione strumentale, al termine
della quale torna il “drone” che sonorizza “emozionalmente” la preparazione dei
musicisti per l’esecuzione del pezzo successivo, e così via fino alla
conclusione del concerto, che fila in tal modo senza interruzioni, inibendo
ogni applauso: che può scatenarsi, scrosciante e liberatorio,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>solo alla fine dell’intera performance.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">È degno di nota
anche un particolare dettaglio scenografico: le sedie sulle quale stanno
gli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>strumentisti sono curiosamente
legate a coppie di funi pendenti dall’alto, e la scena assomiglia così, con
ironia forse involontaria, a un bizzarro teatro di marionette. Si tratta
insomma complessivamente di una studiata drammaturgia, intesa ad evitare la
ritualità del concerto tradizionale, e a favorire uno stato di ininterrotta
fascinazione, analogo a quello indotto da sostanze psicotrope. Anche qui, mi si
permetta con una innocente battuta di osservare che il fantasma del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Gesamtkunstwerk</i> e dei Pink Floyd (?)
sembra aleggiare nella sala.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #be1f05; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">AUTONOMIA</span><span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">E ancora non é
tutto: bisogna far cenno a un ulteriore elemento essenziale dell’interpretazione,
e cioé ancora una volta al grande coraggio esibito dai musicisti di Repertorio
Zero<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>nell’eseguire tutto il
concerto senza l’ausilio di un direttore d’orchestra.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Pur consistendo il
programma di brani dall’organico numeroso e dalle difficoltà esecutive
rilevanti, che richiederebbero una figura di coordinamento, é stata fatta la
scelta di eseguirlo guidati, per quanto riguarda il mero sincronismo dell’assieme,
esclusivamente dal <i style="mso-bidi-font-style: normal;">click </i>che ogni
strumentista riceve via radio nel proprio auricolare. Al di là della
oggettiva maggiore difficoltà pratica, e il notevole numero di prove
necessarie, la rinuncia alla figura del direttore appare significativa da più
punti di vista.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Innanzitutto, ancora
una volta pare alludere alla prassi dei concerti rock/pop, nei quali non si é
mai vista la presenza di un direttore d’orchestra: salvo rare eccezioni, quali
ad esempio Frank Zappa, il quale talvolta si improvvisava direttore per le sue
composizioni più<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>complesse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">In secondo luogo,
vale come segno palese, sopratutto nella sua evidenza scenica e teatrale, della
volontà di essere autonomi e non affidare il taglio interpretativo alla
mediazione di un direttore che potrebbe essere più un ostacolo che un aiuto, o
non risultare del tutto conforme al pensiero estetico di Repertorio Zero<i style="mso-bidi-font-style: normal;">, </i>che si candida legittimamente ad
essere il depositario della “interpretazione autentica” dell’estetica
romitelliana, e intende evidentemente fissare un punto di riferimento
imprescindibile per altri che vi si vogliano cimentare da ora in poi. Una sorta
di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>filologismo contemporaneo,
insomma.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">In terzo luogo
appare, ed é effettivamente, una grande esibizione di virtuosismo strumentale,
che si aggiunge agli altri elementi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">scenico/rituali
</i>del concerto, e che il pubblico non può non apprezzare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Va considerato
inoltre un ultimo elemento “ teatrale” e scenico non marginale:<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la presenza di un direttore in mezzo
alla scena inevitabilmente avrebbe ostacolato la visione di alcuni dei
musicisti da parte del pubblico, e con le sue inevitabili coreografie avrebbe
impedito allo stesso di focalizzare l’attenzione visiva esclusivamente sugli
strumentisti e sul loro suonare: il che sembra essere il centro del messaggio
visivo di Repertorio Zero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBKuDXbd2mB1D6RAR7xk-N239tyLDdKQes7WnSJtQIuhERP5DxqcWJdmGI9u46aI0sj_HDc457EwZ23vdsHEGVeaH6xEKCaBMyuHYoduPYN8tPtQ54rTZVugL5ytVoZ8XyRBxVlrOZIyg/s1600/IMG_1205.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBKuDXbd2mB1D6RAR7xk-N239tyLDdKQes7WnSJtQIuhERP5DxqcWJdmGI9u46aI0sj_HDc457EwZ23vdsHEGVeaH6xEKCaBMyuHYoduPYN8tPtQ54rTZVugL5ytVoZ8XyRBxVlrOZIyg/s1600/IMG_1205.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;"><br /></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #be1f05; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">ALIENAZIONE?</span><span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Infine, una
riflessione sorge alla mente, nell’assistere a una esecuzione <i style="mso-bidi-font-style: normal;">live </i>nella quale ogni singolo
strumentista é legato al proprio <i style="mso-bidi-font-style: normal;">click</i>,
concentrato su se stesso, con la sua cuffia in testa e davanti al proprio
monitor audio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">La domanda é: questo
è "suonare insieme"? Non lo è più certamente nel senso
tradizionale della parola: appare piuttosto una cosa simile all’ <i style="mso-bidi-font-style: normal;">overdubbing</i> che si pratica<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>in sala d'incisione. Ogni strumentista
esegue la sua parte non più "insieme" agli altri ma piuttosto
"sopra" gli altri, anche se in contemporanea.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">La questione pare
presentare degli aspetti problematici perfino a livello<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>filosofico: si potrebbe in questo caso
parlare di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">alienazione</i> del musicista
che, collegato al suo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">click,</i> é allo
stesso tempo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">presente</i> ma anche <i style="mso-bidi-font-style: normal;">assente</i> dalla effettiva condivisione in
tempo reale dell’ interpretazione?<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Quanto controllo ha
il singolo strumentista non soltanto sul suono globale dell’ensemble, che viene
ovviamente forgiato e bilanciato in ultima analisi dal tecnico seduto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dietro il mixer al centro della sala
(in pratica, il vero direttore dell’esecuzione), ma anche sul come il proprio
suono personale venga integrato<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>e/o distinto da quello<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>degli altri?<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Come si vede,
applicare a un ensemble strumentale proveniente dalla tradizione “accademica”
(fatti salvi chitarra e basso elettrico) le tecniche di amplificazione, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">monitoring, overdubbing </i>normalmente
applicate in altri campi implica delle problematiche degne di approfondimento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Ma é lontano mille
miglia dal mio pensiero ogni scetticismo, ogni pregiudizio nei confronti della
tecnologia in generale, e tanto meno su quella applicata alla musica, e sono
certo che col tempo e con l’abitudine a queste diverse modalità esecutive, i
problemi tecnici e quelli interpretativi troveranno un loro equilibrio
ottimale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #be1f05; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">IL PENDOLO DELLA
STORIA</span><span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Come abbiamo
cercato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di spiegare in questo
resoconto, la sostanza intellettuale della<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ricerca di Repertorio Zero é rigorosa e di alto livello: e
anche se la veste esteriore della <i style="mso-bidi-font-style: normal;">performance</i>
sembra suggerire una estetica della percezione quasi allucinatoria, che rimanda
a stagioni più <i style="mso-bidi-font-style: normal;">underground</i>, la
concreta realizzazione del concerto – che esige risorse tecnologiche ed
economiche notevoli – si prende cura con grande attenzione di ogni singolo
aspetto, da quello esecutivo a quello sonoro a quello drammaturgico. <o:p></o:p></span></div>
<div class="Modulovuoto" style="color: #262626; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 13pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10.0pt;">Siamo quindi di
fronte a un progetto di grande interesse, che potrebbe svolgere un ruolo
positivo nello sviluppo futuro di quella che una volta si chiamava la musica <i style="mso-bidi-font-style: normal;">d’avanguardia. </i>In un tempo nel
quale si dà per scontata la fine delle avanguardie e molti si affollano
nella corsa a improbabili <i style="mso-bidi-font-style: normal;">contaminazioni</i>
più o meno riuscite, viene da pensare che mai come oggi scegliere la strada
dell'avanguardia, se lo si fa con questo coraggio e rigore, sia ancora e sempre
la cosa giusta da fare. </span><span style="color: #262626; font-family: "verdana"; font-size: 10pt;">Il pendolo della Storia e delle mode oscilla continuamente, e forse, dopo un lungo periodo, sta per approdare nuovamente sul lato della ricerca musicale?</span><span class="Apple-style-span" style="color: #262626; font-family: "verdana" , sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: black; font-family: "verdana"; font-size: 13px;"> </span></span></div>
<!--EndFragment--><br />
<div class="Modulovuoto" style="line-height: 19.0pt; margin-bottom: 13.0pt; text-align: justify;">
<span style="color: #262626;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><b>(Articolo presente anche su Il Corriere Musicale)<br />http://www.ilcorrieremusicale.it/2014/11/17/repertoriozero/</b></span></span></div>
<div class="Corpo" style="tab-stops: 35.45pt 70.85pt 106.3pt 5.0cm 177.15pt 212.6pt 248.05pt 283.45pt 318.9pt 354.35pt 389.75pt 425.2pt 460.65pt;">
<br /></div>
<!--EndFragment-->Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-15374250462766188992014-11-03T18:30:00.001+01:002014-11-06T11:13:48.675+01:00L'altroieri i compositori italiani popolari in tutto il mondo erano Verdi, Puccini. Oggi Albano, Celentano, Ramazzotti. Non é un po' strano? E perché succede? <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioKJOi2A7svpttIimcHby0cMn8PG8Sjc8ShdYjFQ1Lg_siEB4MH_FsXoBxQHLecIYQGtXNLf1JUumw9_vdjfjTjH9NG2FvxQyFi8PvgbYBnWZwott2OKNWLm-j0eZtwp7_UoXbWAtNZUc/s1600/albano-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioKJOi2A7svpttIimcHby0cMn8PG8Sjc8ShdYjFQ1Lg_siEB4MH_FsXoBxQHLecIYQGtXNLf1JUumw9_vdjfjTjH9NG2FvxQyFi8PvgbYBnWZwott2OKNWLm-j0eZtwp7_UoXbWAtNZUc/s1600/albano-1.jpg" height="168" width="200" /> <span class="Apple-style-span" style="color: black;"> </span><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-decorations-in-effect: none; color: black;"></span></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsHyIjoVEIx1QVRCdNyaq0CkakcirIBouiLY_0LSvHpqMd711V5M2agfKUimNKVqz9HqrHWEksG9JsePZ_JJHlYwqTZBY9xeUh-dsTrpZAhivcLfj518AUeGyPw_SJ34XPV0mh9uSLLtw/s1600/Verdi_2695139b.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsHyIjoVEIx1QVRCdNyaq0CkakcirIBouiLY_0LSvHpqMd711V5M2agfKUimNKVqz9HqrHWEksG9JsePZ_JJHlYwqTZBY9xeUh-dsTrpZAhivcLfj518AUeGyPw_SJ34XPV0mh9uSLLtw/s1600/Verdi_2695139b.jpg" height="199" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lo so, dico una grandissima banalità, ma il problema rimane, grosso come una casa, ed è il seguente.</span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">In tutto il mondo quando dici "Italia" ti rispondono "Cultura" "Rinascimento", Michelangelo, Raffaello, Leonardo, Verdi, Puccini. Ma per quanto riguarda in particolare i musicisti/autori contemporanei, i nomi oggi celebri in tutto il mondo sono Albano, Celentano, Ramazzotti e così via. Dimenticavo Ennio </span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;">Morricone, mi si fa osservare. Giusto. Ma non è un musicista "puro": o meglio lo è, ma la sua celebrità l'ha ottenuta come autore di musiche (bellissime) da film, mentre la sua produzione "pura" rimane sconosciuta, cosa della quale lui stesso si duole moltissimo. </span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E il fenomeno di cui parlo non è limitato al nostro paese: dovendo nominare un compositore celebre ad esempio di area germanica (la nazione musicale per eccellenza) dopo Wagner, Schumann, Strauss, Mahler, chi nominereste?</span></div>
<a name='more'></a> <span class="Apple-style-span" style="font-family: Times;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il pendolo della storia della musica, a partire da un secolo fa, sembra oscillare da tutt'altra parte. </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non sono così ingenuo da pensare che la popolarità presso i contemporanei sia indice di qualità. E la storia ci insegna che molti artisti "inattuali" hanno dovuto attendere anche secoli prima che i tempi fossero maturi per la comprensione del loro lavoro da parte del vasto pubblico: Bach ne è l'esempio più clamoroso. </span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma è chiaro che abbiamo un problema. La musica contemporanea di estrazione "accademica", anche quella "neo-qualcosa", non è popolare; sembra destinata a rimanere confinata dentro un circuito e un pubblico di minoranza. Ma forse questa constatazione è frutto di una pura illusione ottica? Anche il pubblico che a fine del XIX secolo affollava le sale da concerto e i teatri d'opera era una minoranza, prevalentemente costituita dalla classe allora dominante, la borghesia che voleva veder rispecchiata nelle forme di spettacolo la propria ideologia, i propri valori e stili di vita. Oggi, in una società più stratificata e frammentata, è forse più difficile che mai per il musicista "puro" parlare alle diverse componenti della società?</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Avanzo una ipotesi provocatoria: il Novecento, con le sue aspirazioni universalistiche di riscatto dei popoli, con le sue utopie ideologiche, ha finito per fare della parola "Cultura" un feticcio, uno slogan. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Certamente Verdi e Puccini e Mahler e Strauss sapevano bene di essere innanzitutto dei produttori di cultura. Ma il teatro d'opera era invece recepito dal pubblico innanzitutto come intrattenimento (oggi gli americani dicono "entertainment"). A teatro ci si andava per mille ragioni diverse, oltre che per ascoltare musica e vedere belle scene o balletti: per divertimento, per status symbol, per pubbliche relazioni, per moda, eccetera. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Toscanini fu il primo, a inizio secolo, a esigere il buio in sala e il silenzio assoluto durante le recite alla Scala! Ma </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Wagner a Bayreuth aveva già da decenni chiuso il cerchio, collocando il melodramma in un' aura di sacralità riservata al pubblico più "colto" e consapevole. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dunque questo "feticcio" della Cultura oggi rischia di essere controproducente?</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">I discorsi alti, il modo verboso, sussiegoso, intellettualistico col quale vengono generalmente presentate le composizioni contemporanee nuoce alla loro stessa causa, allontanando il grande pubblico invece di avvicinarlo? </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">O invece, banalmente, ci si lamenta che non c'è abbastanza cultura in circolazione, ma nella realtà le cose stanno diversamente, e in una grande città può succedere che nella stessa sera ci siano fino a 4 o 5 concerti tutti molto interessanti e cosi dovendo scegliere a quale recarsi, per forza di cose il pubblico sembra essere ovunque poco?</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'offerta culturale è eccessiva o mal coordinata?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".0"><span class="Apple-style-span" style="color: #141823;"><br /></span></span></span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".0">
</span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650856811689605:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650856811689605:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0.$end:0:$0:0">E' vero, ultimamente SEMBRA che la rottura più profonda nel rapporto tra "pubblico" e musica "contemporanea" si sia parzialmente rimarginata; c'é un miglioramento nella ricezione e frequentazione delle proposte attuali. Ciò é avvenuto grazie al fatto ch</span></span><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650856811689605:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650856811689605:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650856811689605:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0">e almeno da 10-15 anni i promotori (editori, organizzatori) hanno iniziato a selezionare meglio le opere da presentare, e anche grazie a un approccio più comunicativo da parte dei compositori: i quali oggi affrontano più spesso temi di attualità, oppure usano un linguaggio meno iniziatico; oppure ancora presentano il loro lavoro in un contesto più accattivante, ad esempio con spettacoli multimediali, tecnologici, visualmente affascinanti. Resta da vedere se questo "trend" sia destinato a continuare oppure é un escamotage temporaneo, non di lungo respiro. </span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body"><span class="UFICommentBody" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0.$end:0:$2:0">Certamente la musica dovrebbe spiegarsi da sola: se ha bisogno di diagrammi e teorie c'é qualcosa che non va. Spetta ai musicologi il compito, DOPO, di analizzare, descrivere, trovare punti di contatto o di frattura con il passato eccet</span></span></span><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0">era. E tuttavia oggi comporre senza preoccuparsi di comunicare qualcosa che "parli" alla <i>ggénte</i> sembra che non basti più. E'</span></span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$2:0"> necessario costruire il terreno nel quale una musica possa essere recepita al meglio. Sto parlando di EDUCAZIONE musicale (e non uso la parola "Cultura" apposta). P</span></span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$4:0">oi é necessario che i compositori imparino veramente la lezione: il distacco dalla <i>communis opinio </i></span></span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650859721689314:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$4:0">non ha fatto del bene innanzitutto a loro stessi. E in qualche modo ha ragione chi dice che le attuali incursioni barbariche nel mondo della musica "classica" sono la conseguenza del fatto che i compositori "colti" hanno abbandonato il campo...</span></span></span></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650915881683698:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650915881683698:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0.$end:0:$0:0">il pensiero sostanzialistico, se posso così definirlo- cioè di fiducia nell'onestà intellettuale e nel talento del compositore quali uniche garanzie di qualità, io lo apprezzo molto. Tuttavia </span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650915881683698:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650915881683698:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650915881683698:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0">mi pare che chi si limita a ciò trascuri di considerare il contesto reale nel quale la musica concretamente viene eseguita e vive. </span></span></span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650915881683698:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650915881683698:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650915881683698:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0">Un esempio attualissimo: le recenti vicende dei teatri e orchestre romane rischiano di far si che Roma, la capitale, con non so quanti milioni di abitanti, si potrebbe trovare molto presto a disporre di una sola orchestra sinfonica. Il che sarebbe di una gravità inaudita. Io interpreto questa situazione come la possibile anticipazione di quello che potrebbe essere il panorama nazionale dei prossimi anni, e non solo nel nostro sfortunato paese: in tutto il mondo si sta scoprendo che gestire e mantenere un'orchestra è impresa sempre più difficile, economicamente e anche per il calo di interesse del grande pubblico verso la musica "classica". Negli Stati Uniti </span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;">da molto tempo anche le maggiori orchestre sinfoniche fanno programmi "pop" (musiche da film, concerti Halloween, eventi multimediali) per mantenere il loro pubblico e possibilmente farlo crescere. Domando a chi scrive musica "colta" per orchestra, per ensembles: come ti poni di fronte all'ipotesi di un futuro, pericolosamente prossimo, nel quale gli strumenti per eseguire la tua musica non esistano più oppure siano ridotti al lumicino? Continui ad accontentarti dell'onestà intellettuale e del talento del compositore?</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: #141823;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0.$end:0:$0:0">Se dovessi insomma cercare di tirare le fila delle infinite discussioni che si fanno quasi quotidianamente sull'argomento, di persona o sui <i>social networks,</i> mi verrebbe voglia di concludere che tutti sentiamo, in maniera più o meno accentuata, il problema ideologico che io ponevo come provocazione: quando si é incominciato</span></span><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$text0:0:$0:0"> a distinguere la "vera Cultura" dal resto, e a farne un feticcio ideologico, non tanto (</span></span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;">meglio,</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: #141823;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$text0:0:$0:0">non soltanto) per farne uno strumento di autoaffermazione di una classe intellettuale egemone, ma anche e SOPRATUTTO come slogan social/politico ("<i>le masse devono imparare la Cultura! la Cultura deve essere per tutti!</i>") e giù concerti nelle fabbriche, nei centri sociali, nelle manifestazioni politiche, allora é si é accelerato il moto di una spirale che ha paradossalmente ancora più allargato la distanze tra autori e <i>fruitori</i>.</span></span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: #141823;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$text0:0:$0:0"> </span></span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: #141823;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$text0:0:$2:0">Del resto, Il dibattito sulla natura ideologica della distinzione di generi "leggero" e "pesante" nel nostro paese risale almeno agli anni '50, seguito e amplificato poi dalla pubblicazione di alcuni libri fondamentali tra i quali ad esempio <i>Apocalittici e integrati </i>di<i> </i></span></span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;">Umberto Eco</span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;">.<br />Dunque siamo più che mai ancora dentro quella storia, e se possibile la situazione é diventata nel frattempo ancora più complessa perché la società si é ulteriormente stratificata, frammentata. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: #141823;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650928798349073:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$text0:0:$2:0">Per concludere, inevitabilmente senza una vera conclusione, dico che l'unica cosa che sappiamo con certezza é che le cose cambiano, e che il cambiamento é inevitabile: e che a</span></span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;">nche quando sembra essere una perdita di valori ai quali siamo affezionati, con i quali siamo diventati ciò che siamo, forse perderli o dimenticarli non sempre é un male.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: #141823;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650990808342872:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650990808342872:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0.$end:0:$0:0">Tempo fa avevo domandato a me stesso </span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650990808342872:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650990808342872:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650990808342872:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0">se sarebbe stato spaventoso pensare a un futuro nel quale la gente avesse dimenticato Beethoven (come supremo esempio di ciò che per la società di oggi é la musica <i>classica</i></span></span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: #141823;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650990808342872:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650990808342872:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_650990808342872:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0">).</span></span></span></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="UFICommentBody" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.0.$end:0:$0:0">Fantasticavo un futuro (sperabilmente lontano) nel quale la musica che oggi consideriamo <i>classica</i> e che gode ancora tutto sommato di parecchio favore potrebbe essere dimen</span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0">ticata, relegata alla cura e al culto di una infima minoranza di "eletti": più o meno come oggi i cultori di Guillaume de Machaut.</span></span></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E mi dicevo che non necessariamente in quel futuro lontano mancherà nutrimento di alta qualità per le orecchie dei posteri.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0">Al posto della musica <i>classica</i> ci sarà certamente altro, magari oggi del tutto inimmaginabile. </span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Verdana, sans-serif;">Qualche altro musicista, o qualche altra forma di musica "d'arte" che sostituirà nel futuro quello che Beethoven significa oggi per noi.</span></div>
<span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0"><br /></span></span></span></span></span></div>
<span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0"><br /></span></span></span></span></span></div>
<span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0"><br /></span></span></span></span></span></div>
<span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0"><span data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body.0.3.0.$end:0:$0:0"><br /></span></span></span></span></span></div>
<span data-ft="{"tn":"K"}" data-reactid=".hn.1:3:1:$comment650822828359670_651006005008019:0.0.$right.0.$left.0.0.1:$comment-body">
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<span data-reactid=".0"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12px;"><a aria-live="polite" class="UFILikeLink" data-ft="{"tn":">"}" data-reactid=".0.1" href="https://www.facebook.com/renato.rivolta/posts/650822828359670#" role="button" style="color: #6d84b4; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; text-decoration: none;" title="Aimer ça"></a></span></span></div>
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<a aria-live="polite" class="UFILikeLink" data-ft="{"tn":">"}" data-reactid=".0.1" href="https://www.facebook.com/renato.rivolta/posts/650822828359670#" role="button" style="color: #6d84b4; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; text-decoration: none;" title="Aimer ça"></a></div>
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Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1356820124571583484.post-76107868506156291232014-10-23T11:47:00.002+02:002014-10-23T11:47:20.948+02:00Fabio Cifariello Ciardi , “VOCI VICINE” a Reggio Emilia: l’urlo e la rabbia di un paese in crisi di nervi. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjok-49LtibWa_nhi8UpmPKc-J6rccVXP7rLsqZKby4WwcsJydmnN5hKAmCKTeqm_2_XN3KEmUwDSTGwMFlKYS1egHOcOdODC4X4TGvUswGT6y6aRpr6z6KsE92IPKfFZeh8ur-WX8LMAk/s1600/FAbio+Cifariello+1+.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjok-49LtibWa_nhi8UpmPKc-J6rccVXP7rLsqZKby4WwcsJydmnN5hKAmCKTeqm_2_XN3KEmUwDSTGwMFlKYS1egHOcOdODC4X4TGvUswGT6y6aRpr6z6KsE92IPKfFZeh8ur-WX8LMAk/s1600/FAbio+Cifariello+1+.JPG" height="239" width="320" /></a></div>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Fabio Cifariello Ciardi é un compositore che percorre un cammino
originale e personale nel panorama della musica <i style="mso-bidi-font-style: normal;">contemporanea. </i>Mi ero già occupato <a href="http://renatorivolta.blogspot.it/2011/09/come-ti-metto-in-musica-la-finanza.html" target="_blank">in questo stesso blog</a> di una sua interessante e curiosa composizione per strumenti e elettronica, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Nasdaq Match.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Questa volta sono stato a Reggio Emilia a vedere il suo nuovo lavoro, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">VOCI VICINE</i>, presentato nell’ambito del
Festival “Aperto”.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
L’autore giustamente non definisce Opera, o video-Opera - infatti non
vi figurano cantanti - questo lavoro per giornalista narrante (Gad Lerner, in
questa occasione), video, ensemble strumentale e elettronica; bensì <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Passione</i>, facendo preciso riferimento
alla temperatura emotiva e<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tragica
del tema di cui<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tratta.</div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Cifariello é uno dei musicisti che riflettono in modo più lucido e
personale sul ruolo del compositore in una società che cambia velocemente, e
nella quale la forza delle “avanguardie” musicali di stampo accademico é da
tempo erosa dai fenomeni della postmodernità; e con questo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lavoro mette a segno una originale
proposta di<span style="mso-spacerun: yes;"> spettacolo dal </span>grande impatto
emotivo, a metà strada tra la cronaca giornalistica, la narrazione, la
riflessione sul compito dei media, la ricerca musicale di alto livello.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Voci vicine</i> é una vera <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Passione </i>profana; tratta delle
sofferenze dei senza lavoro, degli alluvionati, dei terremotati, delle
innumerevoli vittime incolpevoli delle tragedie nazionali causate da incuria,
cattiva politica, criminalità. Sullo schermo si susseguono, a spezzoni
brevissimi e con montaggio velocissimo, brani tratti da servizi televisivi e da
interviste video-giornalistiche sul campo, “nell’immediatezza degli eventi”.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Sono le voci delle vittime: cittadini comuni, lavoratori, donne,
uomini, anziani che lamentano e protestano – in tutti i dialetti del Bel Paese,
in una Babele corale che paradossalmente sembra unire la nazione solo nel segno
della disperazione – di aver perso tutto, di sentirsi abbandonati dal Sindaco, da
chi doveva soccorrerli e non l’ha fatto, dal Governo.... </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Si potrebbe nutrire un certo scetticismo di fronte a quella che può
sembrare a prima vista una speculazione mediatico/musicale, ma non é così: pur
avendo scelto un tema fortemente sociale, l’autore non cade nella facile
trappola della denuncia e degli slogans contro il Potere, non prende una
posizione esplicitamente “politica”. Ci offre questi visi sconvolti, queste
voci rotte dalla disperazione e dal pianto, lasciandoli al giudizio degli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>spettatori, ma intende agire drammaturgicamente ad un
livello più alto.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Lo conferma sopratutto il trattamento delle voci parlanti
degli anonimi che si susseguono sul video, che le fa diventare la materia prima
sulla quale é<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>costruito un
complesso quanto sorprendente tessuto musicale. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Sviluppando una tecnica sulla quale lavora da molto tempo, Cifariello
punta l’attenzione sull’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">intonazione </i>e
sul <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ritmo </i>delle voci parlanti. Con
l’aiuto di un software di analisi vocale da lui<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>stesso<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>programmato, ne sintetizza le caratteristiche musicali per poi
trasferirne e riprodurne l’andamento con gli strumenti e l’elettronica. In
questa singolare “traduzione” musicale, le inflessioni e i ritmi delle voci
diventano così i timbri,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>le
melodie e le armonie<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dell’
ensemble strumentale, in mille modi diversi e inventivi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ciò che ne esce é un singolare
dialogo corale, intessuto tra le persone in video e gli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>strumenti che, singolarmente, a piccoli gruppi o tutti
insieme, diventano dei “doppi” i cui interventi punteggiano, accompagnano,
rinforzano, rispondono alle voci in un intreccio armonico/polifonico di grande
impatto. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i>Voci vicine é</i><i> </i>violento fino al parossismo, quando
l’ensemble si unisce al ritmo dei cori scanditi (“<i style="mso-bidi-font-style: normal;">vergogna, vergogna</i>”) dalla folla che protesta contro il politico in
visita; sottilmente ironico quando un trombone<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“fa il verso” alla voce del delegato (sindacale?) che arringa
i dimostranti con parole che, urlate nel megafono, diventano incomprensibili ma
assumono un carattere tutto musicale, come una cantilena senza senso; drammatico
quando accompagna, sottovoce e rispettoso, il pianto pieno di dignità di una
madre che ha perso il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>figlio.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Oltre agli strumenti musicali veri e propri, ogni esecutore impiega
altri strumenti che potremmo definire “poveri”, ma che colorano in modo
efficace, ora spiritoso ora drammatico, la narrazione: fogli di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">cellophane </i>fruscianti, bottiglie di plastica
crepitanti sotto i piedi, sassi percossi a mo’ di percussioni e altro. Tutto
uno strumentario coloristico che si integra in modo espressivo e coerente con
i vari contesti sonori e con i contenuti emotivi che appaiono a video.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
L’elettronica si incarica di cucire il tutto, da sola o come
arricchimento del tessuto sonoro, reggendo le fondamenta armoniche di tutta la
composizione, desunte (così mi ha raccontato l’autore) da alcune “colonne” tratte dall’analisi computerizzata dello spettro sonoro di accordi
complessi ricavati dagli armonici<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>delle corde gravi del pianoforte. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Qualcuno potrebbe nutrire un certa perplessità sui testi scritti e narrati dal giornalista televisivo Gad
Lerner: interventi forse non abbastanza teatrali per integrarsi pienamente nel contesto drammaturgico. Ma Lerner non é un attore, non recita una parte ma <i>fa</i> veramente se stesso: apparendo più volte in un cono di luce, alternandosi alle parti
musicali, commenta criticamente, dal suo punto di vista di ex(?)-conduttore televisivo, la funzione dei media in un mondo
che trasforma inevitabilmente in spettacolo le tragedie individuali e collettive, perché <i style="mso-bidi-font-style: normal;">the show must go on. </i>D'altronde l’autocritica giornalistica acquista tanto più valore quanto più é prestigioso e ben noto il
personaggio che la proclama pubblicamente, e in questo senso<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la scelta di Gad Lerner come narratore
é certo la migliore possibile.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ottimi, come sempre, gli
eccellenti musicisti di Icarus Ensemble, ben diretti da Yoichi Sugiyama, e
onore e lode al Festival <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Aperto </i>organizzato
da I Teatri di Reggio Emilia, per il coraggio di proporre questo spettacolo
originale e rischioso, la cui riuscita non era<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>garantita sul pubblico: che invece ha mostrato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di partecipare e apprezzare molto, con
lunghi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e convinti applausi. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per chi lo voglia vedere dal
vivo, lo spettacolo sarà replicato a L’Aquila, per la Società di concerti
“Barattelli”, il 9<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Novembre
prossimo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Renato Rivolta© </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br style="mso-special-character: line-break;" />
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<!--[endif]--></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<!--EndFragment-->Renato Rivoltahttp://www.blogger.com/profile/09064230902839583904noreply@blogger.com0