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la Spira Mirabilis suona senza direttore |
In occasione dei concerti dati a Parigi in questi giorni dalla giovane, brillante formazione con base in Italia Spira mirabilis, attualmente in tour con la 7° Sinfonia di Beethoven, e prossimamente con la 5°, il noto direttore francese Jean-Claude Casadesus ha rilasciato una intervista nella quale esprime una serie di opinioni ragionevoli sulle orchestre che, come la Spira, scelgono di fare a meno del direttore per eseguire il repertorio sinfonico classico.
A dire la verità il fenomeno non è nuovo nè recente (valga per tutti l'esempio ormai più che ventennale dell' americana, straordinaria Orpheus Chamber Orchestra) e sopratutto è, a mio avviso, il segno di una lenta ma inarrestabile mutazione "genetica" delle orchestre da camera, che sempre più decidono di affrancarsi dalla figura di riferimento del "direttore" e affrontano un repertorio sempre più ampio e difficile, incluse opere del Novecento. Vale la pena di commentare brevemente questa mutazione e cercare di capire cosa ci aspetta nel futuro. Siamo forse alla vigilia della grande guerra d'indipendenza delle orchestre? Il Direttore è una figura professionale destinata a cadere nell'oblìo, almeno per una parte consistente del repertorio?
Innanzitutto, mi pare di poter affermare che Spira Mirabilis, come le altre formazioni analoghe, non è una vera orchestra sinfonica, ma un grande ensemble, una specie di quintetto d'archi allargato, che "importa" nella prassi interpretativa orchestrale la migliore tradizione esecutiva della musica da camera, e con tale attrezzatura affronta anche quelle sinfonie che è possibile eseguire senza direttore (per quanto, necessariamente, con molte più prove). Come per un piccolo gruppo da camera, le scelte interpretative sono autonome, senza bisogno di un direttore, il cui ruolo viene assolto, tipicamente, dal I° violino, o da un gruppo ristretto di strumentisti che si consultano preventivamente sul taglio da dare all' interpretazione, e poi fungono da direttore, durante l'esecuzione, per dare alcuni indispensabili attacchi alle loro "file".
Qualcuno storce il naso, vedendoci una specie di dichiarazione di guerra contro i direttori. E' peraltro universalmente noto che le orchestre, e a maggior ragione le migliori, in genere mal sopportano la figura del "capo", anche quando costui sia un musicista di prim'ordine. Come ogni organismo collettivo nel quale sia indispensabile una disciplina ferrea nel lavoro, gli orchestrali tendono presto a sviluppare nei confronti della loro figura di riferimento una certa insofferenza, quasi sempre inespressa o mal sopportata, in mancanza di alternative. Le battute salaci sui direttori non si contano, tra i leggii degli orchestrali, e servono ad alleggerire il peso del dover sopportare uno che ti dice cosa devi fare, e come e quando devi farlo.. poi, "quando il concerto riesce bene, è merito del direttore, quando va male invece è colpa dell'orchestra!" Così pensano, dentro di loro, gli orchestrali.
E' anche possibile che in fenomeni come la Spira ci sia anche una punta di provocazione contro una certa immagine ingombrante del direttore d'orchestra-demiurgo propagandata oggi dai media. Anche noi, lo confessiamo, siamo d'accordo: diciamo la verità, ne abbiamo a sufficienza di personaggi costruiti ad arte dagli uffici stampa, o di "giovani rivelazioni" che a getto continuo vengono "gettate sul mercato sottostante"(come nella vecchia canzone di Jannacci/Cochi & Renato),molte con l'unico appeal di essere imberbi, particolarmente di bell'aspetto e capaci più che altro di spettacolari prestazioni atletico/ginniche dal podio.
Dunque,nel futuro avremo orchestre senza direttore ? Può essere, e non vale la pena di compatire la sua triste sorte, se questo è ciò che il destino gli riserva: in fondo, il direttore d'orchestra come noi lo conosciamo oggi è un fenomeno emerso relativamente tardi nella storia della musica, e potrebbe tramontare senza troppi rimpianti. Se non altro, si tornerebbe ad ASCOLTARE la musica nei concerti, invece che trovarsi costretti a GUARDARE quello strano personaggio che sventola le braccia dal podio....E sarebbe anche un bel risparmio per i budget delle orchestre, perchè i direttori assorbono parecchie risorse economiche, come sappiamo.
Ma ci sono anche alcune considerazioni contrarie da fare, di banale buon senso. Come dice anche Casadesus nell'intervista citata, innanzitutto gestire in autonomia le prove significa certo maggiore responsabilizzazione e reciproca collaborazione tra i musicisti (e ciò è un bene), ma dall'altra parte implica maggior dispendio di tempo per la concertazione, e per alcuni fondamentali problemi tecnici legati alla distanza fisica tra le fonti sonore. In orchestra chi è dietro fa fatica ad ascoltare chi è davanti, e ancor più quando si suona forte. Un altro aspetto problematico è che l'equilibrio sonoro tra le varie sezioni orchestrali può essere efficacemente percepito e regolato solo da una posizione centrale: idealmente, appunto quella del direttore. Quanto più l'organico orchestrale supera una certa dimensione e le distanze fisiche tra gli strumentisti si allungano, tanto più questi problemi diventano ardui da risolvere senza qualcuno che possa ascoltare e coordinare il tutto da fuori. Quanto più l'opera eseguita presenta complessità e difficoltà ritmiche, tanto più il perfetto sincronismo sarà arduo da raggiungere perchè il ritardo del suono tra una parte e l'altra dell'orchestra rende impossibile la sincronizzazione autonoma. E allora c'è poco a fare, o si ha tempo per lunghissime e costose sessioni di prova (e nel caso di composizioni particolarmente complicate, senza nemmeno la garanzia di esito sicuro), o il direttore rimane la scelta più conveniente.
Dunque, è prevedibile che in futuro ci saranno sempre più orchestre senza direttore, ma di dimensioni ragionevolmente ridotte, mentre il grande repertorio sinfonico , tardoromantico e moderno (per non parlare dell'Opera), non potrà farne a meno....
Dunque,nel futuro avremo orchestre senza direttore ? Può essere, e non vale la pena di compatire la sua triste sorte, se questo è ciò che il destino gli riserva: in fondo, il direttore d'orchestra come noi lo conosciamo oggi è un fenomeno emerso relativamente tardi nella storia della musica, e potrebbe tramontare senza troppi rimpianti. Se non altro, si tornerebbe ad ASCOLTARE la musica nei concerti, invece che trovarsi costretti a GUARDARE quello strano personaggio che sventola le braccia dal podio....E sarebbe anche un bel risparmio per i budget delle orchestre, perchè i direttori assorbono parecchie risorse economiche, come sappiamo.
Ma ci sono anche alcune considerazioni contrarie da fare, di banale buon senso. Come dice anche Casadesus nell'intervista citata, innanzitutto gestire in autonomia le prove significa certo maggiore responsabilizzazione e reciproca collaborazione tra i musicisti (e ciò è un bene), ma dall'altra parte implica maggior dispendio di tempo per la concertazione, e per alcuni fondamentali problemi tecnici legati alla distanza fisica tra le fonti sonore. In orchestra chi è dietro fa fatica ad ascoltare chi è davanti, e ancor più quando si suona forte. Un altro aspetto problematico è che l'equilibrio sonoro tra le varie sezioni orchestrali può essere efficacemente percepito e regolato solo da una posizione centrale: idealmente, appunto quella del direttore. Quanto più l'organico orchestrale supera una certa dimensione e le distanze fisiche tra gli strumentisti si allungano, tanto più questi problemi diventano ardui da risolvere senza qualcuno che possa ascoltare e coordinare il tutto da fuori. Quanto più l'opera eseguita presenta complessità e difficoltà ritmiche, tanto più il perfetto sincronismo sarà arduo da raggiungere perchè il ritardo del suono tra una parte e l'altra dell'orchestra rende impossibile la sincronizzazione autonoma. E allora c'è poco a fare, o si ha tempo per lunghissime e costose sessioni di prova (e nel caso di composizioni particolarmente complicate, senza nemmeno la garanzia di esito sicuro), o il direttore rimane la scelta più conveniente.
Dunque, è prevedibile che in futuro ci saranno sempre più orchestre senza direttore, ma di dimensioni ragionevolmente ridotte, mentre il grande repertorio sinfonico , tardoromantico e moderno (per non parlare dell'Opera), non potrà farne a meno....
Tutto questo discorso naturalmente vale almeno fino a che esisterà quel fenomeno artistico nato in Europa che chiamiamo "musica classica", ma la cui permanenza anche nel futuro non appare oggi più scontata, alla luce della globalizzazione e della crisi.
Ma questo è un altro discorso.
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