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mercoledì 9 maggio 2012

Permettetemi qualche cattiveria sul "concertone sindacale" del 1 Maggio


Mi occupo un po' in ritardo di una cosa che è successa giorni fa, ma siccome capita ogni anno, diciamo che con questa riflessione mi porto  avanti  col lavoro  per l'anno prossimo: stesso luogo, stessa data.  
Infatti, anche quest' anno, il "concertone sindacale" del 1 Maggio si è abbattuto come uno tsunami su di noi. 10 ore di musica in piazza, davanti alla Sacra Basilica. L' Evento suscita molte domande, e qualche riflessione amara. 
Innanzitutto, bisognerebbe chiedersi: ma i sindacati non hanno il compito precipuo di difendere e sostenere i diritti dei lavoratori nei luoghi di lavoro, nelle trattative contrattuali, nel confronto con "le parti sociali"? Che cosa c'entra con tutto ciò l'organizzazione del concertone del 1°maggio? 
E' compensibile che i sindacati cerchino, legittimamente, il consenso delle popolazioni giovanili non sindacalizzate: ma nel farlo dovrebbero astenersi  dall'ammannir loro, ogni anno, la consueta sfilata di rockettari più o meno democratici e "de sinistra". Ancora più imbarazzante se condita da un delirio di banalità e slogan autoconsolatori quali "oggi è la festa del lavoro! Se voi siete disoccupati la colpa è della classe dirigente che non ha studiato!" (??!)  

Personalmente ritengo che Gianni Alemanno- al quale, sia ben chiaro,  NON vanno assolutamente le mie simpatie politiche-non abbia avuto torto, stavolta, nell'aver chiesto alle Confederazioni sindacali di partecipare alle spese vive per i servizi di pulizia della Piazza S.Giovanni dopo il concertone, e a quelle per il servizio di sorveglianza e sicurezza, garantito, immagino, dalla Polizia Municipale della Capitale. I sindacati non sono una organizzazione dello Stato nè della Pubblica Amministrazione: pertanto, se decidono di organizzare sul suolo pubblico una manifestazione "culturale" (chiamiamola così) che implica dei servizi che l'Ente Locale deve fornire, è giusto che, come ogni altro  privato cittadino o associazione, si facciano carico di parte dei costi relativi.
Altro che menare il can per l'aia con la storia della "cultura giovanile" e con la rivendicazione di inesistenti diritti acquisiti per consuetudine. Non è compito  dei Sindacati organizzare eventi culturali: se lo vogliono proprio fare, vengano trattati come tutti gli altri cittadini.  
Chiuso qui il capitolo burocratico, passiamo alla parte "culturale" della faccenda.    
Non ho potuto, nè, avendone la possibilità, ne avrei avuta la pazienza, di  assistere a tutto il concerto: 10 ore e più di passerella di divi, aspiranti tali, mature rockstar, fino a bolliti ex-VIP. Non è stato  un bello spettacolo.
Che dire delle imbarazzanti versioni "orchestrali" di pezzi famosi dei Rolling Stones, sinfonicizzati alla moda del Festival di San Remo, e strapazzati vocalmente da qualche nostra rock-star ruspante ? il trionfo del Kitsch?
Che dire delle posse più o meno protestatarie/ No Tav/Ows e compagnia bella che sudano correndo su e giù per il palco, mentre sbraitano in dialetto contro "la società" ? Urla nel deserto?  
Ma almeno un gruppo in particolare mi ha colpito, perchè era una spanna sopra tutti  quanto a qualità dell'esecuzione.
STOMP. Era evidente l' alta  qualità dell'insieme, certo frutto di professionalità e di lavoro duro: ma uno si domanda che cosa significa questa esibizione di fisicità & ribellismo da periferie urbane degli anni 70'? questo percuotere latte e bidoni, fingendo rabbia sociale, "riots" da ghetto protestatario, jam sessions da festival di Re Nudo ? E allora uno si risponde che lo show business anglosassone è da sempre bravissimo a trasformare in merce, in grande affare, anche le espressioni più borderline della protesta e del disagio sociale. I 10.000 ragazzi di San Giovanni ci credono, se ne abbeverano, entusiasti, con le bocche aperte, forse senza chiedersi il senso nascosto di questa scaltra operazione commerciale.  
E i sindacati se ne rendono anfitrioni, colpevoli ingenuamente (speriamo) di un gravissimo imbroglio ideologico.

Insomma amici, devo dire l'amara verità: a me il concertone sindacale del 1 Maggio pare la testimonianza di un tragico, imperdonabile fallimento CULTURALE.
Se i sindacati, invece di valorizzare i fenomeni più autentici e progressisti  delle culture giovanili ne inseguono invece le espressioni più subculturali e commerciali, o danno spazio a zombies che sembrano "revenants" da Woodstock (1969!) appena tolti dal congelatore, mentre tutto il contesto intorno è abissalmente cambiato e ciò che era all'epoca urlo di rabbia oggi è belato da ovino allevato in batteria, dimostrano di essere loro stessi (i sindacati) lo strumento inconsapevole dell'ideologia di quel mercato capitalista del quale- a parole- vorrebbero combattere l'oppressione e la cultura.

3 commenti:

  1. Sarò facile da convincere, ma mi sembra ineccepibile.
    Fin qui la pars destruens, e poi?

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  2. Dai ragione. Dopo aver esercitato il diritto alla critica, uno dovrebbe proporre delle alternative.
    Ma in questo caso mi sembrava implicito: i sindacati dovrebbero fare il loro lavoro e non quello di altri.
    Se proprio devono organizzare eventi culturali, allora dovrebbero evitare di riprodurre il festival di San Remo .
    Mi rendo conto che non è facile. Se si vogliono decine di migliaia di persone in piazza, bisogna invitare grandi nomi dello spettacolo.
    e allora, in un modo o nell'altro è inevitabile fare i conti con le modalità e le regole dello show business.
    Forse ci vorrebbe uno sforzo di fantasia, uscire dal seminato , sperimentare cose diverse. inaspettate. Invece di un evento-monstre di un luogo unico , fare tante iniziative "sul territorio" , in ogni città grande e piccola, con musicisti locali, di tutti i generi, musica classica, rock, musica folk..

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