Dwight D. Eisenhower |
Come racconta Frances Stonor Saunders nel suo libro Gli intellettuali e la CIA - La strategia della Guerra Fredda Culturale (Roma, 2004), fu Dwight D. Eisenhower, Presidente degli Stati Uniti dal 1953 al 1961, a teorizzare con chiarezza quale dovesse essere lo scopo finale della Guerra Fredda Culturale: "un progetto politico e un piano di guerra psicologica il cui fine doveva essere vincere la terza guerra mondiale senza doverla combattere" . "Il nostro scopo non è conquistare o sottomettere con la forza un territorio. Il nostro scopo è più sottile, più pervasivo, più completo. Stiamo tentando, con mezzi pacifici, di fare in modo che il mondo creda alla Verità. E la Verità è che gli americani vogliono un mondo di pace, un mondo in cui tutti abbiano l'opportunità della massima crescita individuale. I mezzi che impiegheremo per diffondere questa Verità sono chiamati, di frequente, "psicologici". Non ci s'inquieti per questo termine: è solo una parola di cinque sillabe. Guerra psicologica è la battaglia per conquistare le menti e la volontà degli uomini." La CIA operava insomma per fare in modo che le persone, per proprio ragionato convincimento, fossero convinte che qualsiasi cosa facesse il Governo americano era giusta.