L'allievo (e celebre violinista) Rudolf Kolish mandò al Maestro una dettagliata analisi del suo IIII quartetto. Schoenberg lo loda ma risponde:
"Dev'essere stata una faticata, e non credo che io ne avrei avuto la pazienza. Ma credi poi che servirà a qualcosa sapere come è fatto? Non posso stancarmi di deplorare l' eccessiva importanza che si dà a queste analisi. Esse hanno tutt'al più come esito quel che ho sempre combattuto: l'accorgersi di come è fatto; mentre ho sempre cercato di aiutare a comprendere che cosa È !
È quel che ho più volte tentato di spiegare a Wiesengrund, e anche a Berg e a Webern. Ma non mi danno ascolto. Non posso stancarmi di ripeterlo: le mie opere sono composizioni dodecafoniche, e non composizioni dodecafoniche."
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