Fabio Cifariello Ciardi é un compositore che percorre un cammino
originale e personale nel panorama della musica contemporanea. Mi ero già occupato in questo stesso blog di una sua interessante e curiosa composizione per strumenti e elettronica, Nasdaq Match.
Questa volta sono stato a Reggio Emilia a vedere il suo nuovo lavoro, VOCI VICINE, presentato nell’ambito del
Festival “Aperto”.
L’autore giustamente non definisce Opera, o video-Opera - infatti non
vi figurano cantanti - questo lavoro per giornalista narrante (Gad Lerner, in
questa occasione), video, ensemble strumentale e elettronica; bensì Passione, facendo preciso riferimento
alla temperatura emotiva e tragica
del tema di cui tratta.
Cifariello é uno dei musicisti che riflettono in modo più lucido e
personale sul ruolo del compositore in una società che cambia velocemente, e
nella quale la forza delle “avanguardie” musicali di stampo accademico é da
tempo erosa dai fenomeni della postmodernità; e con questo lavoro mette a segno una originale
proposta di spettacolo dal grande impatto
emotivo, a metà strada tra la cronaca giornalistica, la narrazione, la
riflessione sul compito dei media, la ricerca musicale di alto livello.
Voci vicine é una vera Passione profana; tratta delle
sofferenze dei senza lavoro, degli alluvionati, dei terremotati, delle
innumerevoli vittime incolpevoli delle tragedie nazionali causate da incuria,
cattiva politica, criminalità. Sullo schermo si susseguono, a spezzoni
brevissimi e con montaggio velocissimo, brani tratti da servizi televisivi e da
interviste video-giornalistiche sul campo, “nell’immediatezza degli eventi”.
Sono le voci delle vittime: cittadini comuni, lavoratori, donne,
uomini, anziani che lamentano e protestano – in tutti i dialetti del Bel Paese,
in una Babele corale che paradossalmente sembra unire la nazione solo nel segno
della disperazione – di aver perso tutto, di sentirsi abbandonati dal Sindaco, da
chi doveva soccorrerli e non l’ha fatto, dal Governo....
Si potrebbe nutrire un certo scetticismo di fronte a quella che può
sembrare a prima vista una speculazione mediatico/musicale, ma non é così: pur
avendo scelto un tema fortemente sociale, l’autore non cade nella facile
trappola della denuncia e degli slogans contro il Potere, non prende una
posizione esplicitamente “politica”. Ci offre questi visi sconvolti, queste
voci rotte dalla disperazione e dal pianto, lasciandoli al giudizio degli spettatori, ma intende agire drammaturgicamente ad un
livello più alto.
Lo conferma sopratutto il trattamento delle voci parlanti
degli anonimi che si susseguono sul video, che le fa diventare la materia prima
sulla quale é costruito un
complesso quanto sorprendente tessuto musicale.
Sviluppando una tecnica sulla quale lavora da molto tempo, Cifariello
punta l’attenzione sull’intonazione e
sul ritmo delle voci parlanti. Con
l’aiuto di un software di analisi vocale da lui stesso
programmato, ne sintetizza le caratteristiche musicali per poi
trasferirne e riprodurne l’andamento con gli strumenti e l’elettronica. In
questa singolare “traduzione” musicale, le inflessioni e i ritmi delle voci
diventano così i timbri, le
melodie e le armonie dell’
ensemble strumentale, in mille modi diversi e inventivi.
Ciò che ne esce é un singolare
dialogo corale, intessuto tra le persone in video e gli strumenti che, singolarmente, a piccoli gruppi o tutti
insieme, diventano dei “doppi” i cui interventi punteggiano, accompagnano,
rinforzano, rispondono alle voci in un intreccio armonico/polifonico di grande
impatto.
Voci vicine é violento fino al parossismo, quando
l’ensemble si unisce al ritmo dei cori scanditi (“vergogna, vergogna”) dalla folla che protesta contro il politico in
visita; sottilmente ironico quando un trombone “fa il verso” alla voce del delegato (sindacale?) che arringa
i dimostranti con parole che, urlate nel megafono, diventano incomprensibili ma
assumono un carattere tutto musicale, come una cantilena senza senso; drammatico
quando accompagna, sottovoce e rispettoso, il pianto pieno di dignità di una
madre che ha perso il figlio.
Oltre agli strumenti musicali veri e propri, ogni esecutore impiega
altri strumenti che potremmo definire “poveri”, ma che colorano in modo
efficace, ora spiritoso ora drammatico, la narrazione: fogli di cellophane fruscianti, bottiglie di plastica
crepitanti sotto i piedi, sassi percossi a mo’ di percussioni e altro. Tutto
uno strumentario coloristico che si integra in modo espressivo e coerente con
i vari contesti sonori e con i contenuti emotivi che appaiono a video.
L’elettronica si incarica di cucire il tutto, da sola o come
arricchimento del tessuto sonoro, reggendo le fondamenta armoniche di tutta la
composizione, desunte (così mi ha raccontato l’autore) da alcune “colonne” tratte dall’analisi computerizzata dello spettro sonoro di accordi
complessi ricavati dagli armonici
delle corde gravi del pianoforte.
Qualcuno potrebbe nutrire un certa perplessità sui testi scritti e narrati dal giornalista televisivo Gad
Lerner: interventi forse non abbastanza teatrali per integrarsi pienamente nel contesto drammaturgico. Ma Lerner non é un attore, non recita una parte ma fa veramente se stesso: apparendo più volte in un cono di luce, alternandosi alle parti
musicali, commenta criticamente, dal suo punto di vista di ex(?)-conduttore televisivo, la funzione dei media in un mondo
che trasforma inevitabilmente in spettacolo le tragedie individuali e collettive, perché the show must go on. D'altronde l’autocritica giornalistica acquista tanto più valore quanto più é prestigioso e ben noto il
personaggio che la proclama pubblicamente, e in questo senso la scelta di Gad Lerner come narratore
é certo la migliore possibile.
Ottimi, come sempre, gli
eccellenti musicisti di Icarus Ensemble, ben diretti da Yoichi Sugiyama, e
onore e lode al Festival Aperto organizzato
da I Teatri di Reggio Emilia, per il coraggio di proporre questo spettacolo
originale e rischioso, la cui riuscita non era garantita sul pubblico: che invece ha mostrato di partecipare e apprezzare molto, con
lunghi e convinti applausi.
Per chi lo voglia vedere dal
vivo, lo spettacolo sarà replicato a L’Aquila, per la Società di concerti
“Barattelli”, il 9 Novembre
prossimo.
Renato Rivolta©
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