"Sto diventando un po' troppo critico per potermi illudere ulteriormente di avere qualche talento" - F. Nietzsche


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"I pecoroni non vogliono diventare padroni del loro lavoro!" - C.T.


"Tutta la musica è contemporanea."

mercoledì 28 marzo 2012

WE,THE PEOPLE: tre autori americani del XX e XXI secolo

In preparazione del concerto che l' Ensemble da camera dell'Accademia della Scala terrà sabato 31 Marzo alle 16,00 presso il Teatro alla Scala, http://www.teatroallascala.org/it/stagione/concerti/2011-2012/concerti-accademia/ensemble-camera-rivolta.html, con queste composizioni  in programma: 
Michael Torke - Music on the floor
Steve Reich - Double Sextet
Aaron Copland- Appalachian spring
(suite),
ho partecipato alla trasmissione Ultimo Grido di Radio Classica nella quale, insieme al conduttore Luca Ciammarughi, ho presentato  il concerto. 
E' possibile ascoltarla su youtube cliccando qui.

Ho anche  preparato un breve scritto (non specialistico) per il libretto di  sala. Forse qualcuno sarà curioso  di leggerlo. Eccolo.


WE, THE PEOPLE : La musica del XX/XXI secolo in USA
di Renato  Rivolta

Questo concerto offre una rapida panoramica su tre generazioni di compositori americani. C’è un “filo rosso” che lega queste musiche: ognuna al proprio maggiore o minor livello di complessità strutturale, incarna ugualmente un certo anti-intellettualismo tipico della cultura americana. Questi autori non soltanto utilizzano nelle loro opere temi o canzoni di derivazione popolare (Copland), tecniche metriche e armoniche derivate dal Pop (Torke), modelli formali provenienti dall’ibridazione del jazz con le musiche etniche (Reich), ma rivendicano apertamente la loro distanza dall’accademismo di stampo europeo e dalla tradizione romantica ed espressionista. Naturalmente, tale atteggiamento non è in polemica con le “avanguardie” del Vecchio Mondo, verso le quali al contrario ha profonda ammirazione e rispetto. Ma, consapevole della diversa natura dei fenomeni culturali nel continente americano, aderisce all’immagine dell’ Intellettuale e dell’Artista come interprete dei sentimenti del common man, nel quale risiedono i valori profondi- veri o presunti - dell’american way of life: una società che offre uguale opportunità a chi creda nel duro lavoro per conquistare la propria realizzazione umana.
Aaron Copland
Aaron Copland (1900-1990) fu senza dubbio il principale interprete di tale tendenza. Durante il periodo della grande Depressione degli anni ‘30, di fronte alle sofferenze del popolo americano, insieme ad altri giovani autori americani si avvicinò gli ambienti politici socialisti, proponendosi l’obiettivo di comporre musica che avrebbe potuto essere “fruita” ugualmente come musica “d’uso” (la Gebrauchsmusik dei coevi compositori europei tedeschi) e come musica “d’arte”. Copland desiderava creare composizioni che anche gli studenti avrebbero  potuto facilmente imparare, ma che avrebbero anche potuto avere vasto ascolto, come quelle da film, radiofoniche, da ballo. La musica di Appalachian Spring, scritta nel 1943/44 per un balletto della famosa coreografa Martha Graham, ha per soggetto le vicende quotidiane di una immaginaria comunità di coloni nella Pennsylvania del XIX secolo. Vi si celebrano i valori profondi della vita autentica, con le sue cerimonie civili e religiose, e la comunità unita nella solidarietà umana e nelle fatiche del lavoro per strappare alla terra le risorse necessarie alla sua semplice, rustica esistenza.  La musica evoca  le atmosfere sonore di questa America profonda, dagli inni religiosi ai violini fiddle dei suonatori  ambulanti, e  chiude la suite un maestoso corale che ricalca una famosa melodia popolare, Simple Gift.
Steve Reich
Steve Reich (n.1936) è considerato, insieme a Philip Glass e Terry Riley,  uno dei “padri” del minimalismo, corrente musicale che nasce verso la metà degli anni ‘60. Il principio-base di tale linguaggio è la continua iterazione di moduli ritmico/melodici elementari che vengono gradualmente, lentamente modificati in vario modo, sì che lo “sviluppo” avviene in tempi molto dilatati, sollecitando così un tipo di ascolto particolare: confinante quasi con uno stato di veglia ipnotica, ma al tempo stesso attento alle minime variazioni del flusso musicale. Double Sextet, composto nel 2007, e vincitore del premio Pulitzer per la musica,  consiste appunto di due sestetti strumentali disposti simmetricamente nello spazio in modo da evidenziare la complementarietà della fitta trama di geometrie ritmico/armoniche  che vengono costruite dalla somma dei due ensembles. Il brano è un trittico di movimenti senza soluzione di  continuità, Fast –Slow-Fast,  in cui il movimento centrale, dall’andamento processionale e assorto, è contornato dai due veloci che sviluppano variamente  lo  stesso  tipo  di materale-base, per concludersi con un finale travolgente.
MIchael Torke
Michael Torke (n. 1961), che può essere considerato un post-minimalista/post-moderno, ha raggiunto rapida fama negli anni ’80 quando, giovanissimo, pubblicò una serie di CD che lo imposero nel mondo musicale grazie alla freschezza, la brillantezza, l’estrema inventività del suo  linguaggio. Il suo stile è caratterizzato da forti influenze dei modelli  della musica Pop (in una sua composizione dal titolo Adjustable Wrench vi è una citazione da Chaka Khan, cantante  americana nota come La Regina del Funk), ma anche dal sapiente uso di tecniche compositive sofisticate, mutuate dai linguaggi più colti. Vi si riconoscono anche le influenze di Stravinskij (per la raffinata metrica), del jazz, e una forte sensibilità armonica, dal sapore sempre fortemente personale.  Music on the floor è stato  composto nel 1992 per la London Sinfonietta. 



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