"Sto diventando un po' troppo critico per potermi illudere ulteriormente di avere qualche talento" - F. Nietzsche


"Musica est exercitium aritmaeticae occultum nescientis se numerari animi“

- G.W. Leibniz


"I pecoroni non vogliono diventare padroni del loro lavoro!" - C.T.


"Tutta la musica è contemporanea."

mercoledì 20 maggio 2015

CO2 di Giorgio Battistelli al Teatro alla Scala



Giorgio Battistelli ha un acuto senso del Teatro e della drammaturgia.
I suoi  lavori sono sempre ispirati a soggetti di grande efficacia, perché ben conosciuti dal pubblico per le precedenti celebri versioni cinematografiche (Prova d'orchestra, Teorema, Miracolo a Milano, Divorzio all' italiana) o perché trattano, sia pur metaforicamente, temi importanti, quali il Potere, il Lavoro (Riccardo III, Experientum Mundi).
Per il Teatro alla Scala ha scritto un lavoro che richiama i temi dell' EXPO che in questi mesi si svolge nella città: non solo la nutrizione e i problemi della sua produzione ed equa distribuzione, ma sopratutto la sostenibilità a lungo termine della vita stessa del pianeta e dei suoi abitanti, umani e animali. 
Tema estremamente ambizioso, probabilmente il più alto che possa oggi trattare un artista, all'incrocio tra scienza e filosofia.
Come sintesi delle tematiche affrontate nell'opera, consiglio di leggere qui la scheda molto interessante scritta da Ian Burton per il sito del Teatro.

martedì 21 aprile 2015

Claudio Abbado: Homo Faber o cantore del Tramonto dell'Occidente?

Ho appena finito di leggere questo libro, che mi pare il rendiconto abbastanza sommario ma fedele di una vicenda umana e artistica esemplare, vissuta nel fuoco dell'attualità, interpretando la temperie socio/culturale con coraggio e passione utopistica.
Abbado fu innanzitutto homo faber, e si fece creatore di opere non solo artistiche ma anche istituzionali.
Fu alto interprete del suo tempo in un periodo (anni ca.1960-2000) caotico e tormentato, ma traboccante di fermenti artistici. Gli è capitato di nascere e vivere nel momento "giusto", e strada facendo ha inventato gli strumenti per realizzare le sue aspirazioni, che forse in altro contesto storico non avrebbe nemmeno immaginato.
Non intendo affatto con questo sminuire il suo valore.
Dico solo che oggi noi siamo invece immersi in una nebbia nella quale orientarsi, intravvedere il cammino da percorrere è più difficile. Dopo la grande crisi bellica e lo sconvolgimento culturale post-bellico, il bisogno di rimettere al giusto posto valori e priorità era impellente e chiaro per tutti.
Oggi viviamo ancora nel fall-out, nell'eco sempre più lontana di quella esplosione, e siamo in un no-man's-land nel quale si intravedono già i futuri sconvolgimenti sociali e culturali, ma questi sono ancora abbastanza distanti, non ci colpiscono ancora direttamente, rifugiati come siamo nelle nostre ridotte sempre più anguste e cieche, ma in grado ancora per un po' di proteggerci.
Oggi, a voler urlare a voce alta che la catastrofe prossima ventura è già qui, fuori dalla nostra porta, si viene presi per pazzi. Ci è dato in sorte di vivere in questa illusoria oasi storica, nella quale le forze telluriche che squasseranno il nostro mondo stanno ancora accumulandosi sottoterra, e noi possiamo ancora per un po' occuparci delle nostre meschine "carriere" personali, o di musichette da ballo per far divertire e distrarre i passeggeri del Titanic sul quale navighiamo.
Tornando al libro: mi pare indulgere eccessivamente nel dipingere Abbado come il cantore del "Tramonto dell'Occidente", una specie di Tiresia che vede solo il Negativo e la Fine della Civiltà.
Se ha dato questa impressione, sopratutto nel periodo centrale, scaligero, della sua carriera, è perché si è assunto il compito (e il dovere storico) di rimettere al posto che loro competeva certi compositori della "Krisis" mitteleuropea dimenticati dalla nostra troppo spensierata borghesia melomane.
Un ultimo appunto sull'autore del libro: è per me incomprensibile, e a tratti fastidioso, questo utilizzare spesso un linguaggio misterico, filosofeggiante, che mi pare forzare le intenzioni e le interpretazioni di Abbado (perfino sull'opera comica rossiniana!) in un contesto tragico da Finis Historiae.
Non sono sicuro che il Maestro avrebbe approvato.

venerdì 27 febbraio 2015

Schoenberg e Korngold, Il sogno infranto della "Felix Austria"



Ho preparato questo testo per un concerto da me diretto il 17 Febbraio 2015 con L'Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, nella serie Discovery. La serata prevedeva una introduzione storico/critica con esempi musicali. Parte del testo che qui sotto riporto era destinata al libretto di sala, parte alla mia presentazione orale prima dell'esecuzione delle opere musicali. 
Il programma era il seguente: 
Gustav Mahler - Blumine, movimento sinfonico (1883-1888)
Arnold Schoenberg - Kammersymphonie II op.38 (1906-1940) 
Franz Schubert/Anton Webern - Deutsche Tänze D820 (comp. 1824 - arr. 1931) 
Erich Wolfgang Korngold - SUITE aus Shakepeare  "Viel Lärmen Um Nichts" op 11 (1918) 
Pubblico ora qui il testo, pensando che forse potrebbe interessare in particolare a chi volesse leggere una abbastanza approfondita descrizione formale della II Kammersymphonie op.38 di Arnold Schoenberg, e le note storico-biografiche su Erich Wolfgang Korngold. Buona lettura!