"Sto diventando un po' troppo critico per potermi illudere ulteriormente di avere qualche talento" - F. Nietzsche


"Musica est exercitium aritmaeticae occultum nescientis se numerari animi“

- G.W. Leibniz


"I pecoroni non vogliono diventare padroni del loro lavoro!" - C.T.


"Tutta la musica è contemporanea."

mercoledì 28 settembre 2011

Dear Mr. Levine, would you please let Fabio Luisi step in ?



In un articolo uscito sul NewYork Times del 16 Settembre a firma di Anthony Tommasini, si dà conto della vicenda che vede il  bravissimo direttore d'orchestra italiano sostituire, ormai da molti mesi, il blasonato direttore del MET, James Levine. Come è noto, Levine aveva dovuto rinunciare - provvisoriamente, a quanto risulta finora - alla sua intensa attività presso la Metropolitan Opera House, a causa di seri problemi di salute che lo hanno costretto ad un importante intervento  chirurgico.

lunedì 26 settembre 2011

il primo (?) "Flash Mob Orchestrale" in Italia

Uno dei  fenomeni più vivaci che hanno interessato negli ultimi anni il panorama italiano della musica orchestrale è stata la nascita di moltissime formazioni "amatoriali", ispirate al  modello anglosassone dove centinaia di  orchestre e cori, taluni anche di notevole livello qualitativo, punteggiano il territorio nazionale. In Italia non solo  privati o  associazioni, ma anche parecchie Istituzioni Sinfoniche stabili hanno lodevolmente dato vita a orchestre affiliate, aperte a musicisti non professionisti, o studenti, che accorrono numerosi per il solo piacere di  suonare insieme.

domenica 25 settembre 2011

Dedicato a quelli che "la musica non c'entra con la politica! "

Inutile far finta di niente: comunque la si metta, è una brutta storiaccia. Lo Stato di Israele, per via della sua politica intollerante, da tempo fa fatica a farsi amare perfino dai suoi più equilibrati estimatori (tra i quali il sottoscritto), figuriamoci dagli altri: e le pessime conseguenze si vedono ormai anche nel campo della cultura. Vi racconto una vicenda molto esemplare in proposito.
Il 30 Agosto 2011 su The Independent appariva una lettera aperta firmata da un buon numero di musicisti e orchestrali londinesi - alcuni dei quali, secondo le mie informazioni, di origine ebraica -  per chiedere la cancellazione del concerto della Israel Philarmonic Orchestra ai BBC Promenade Concerts, come protesta contro l' "apartheid" esercitato dallo stato di Israele nei confronti dei Palestinesi.

venerdì 23 settembre 2011

Come ti metto in musica la finanza, ovvero: o la Borsa o la nota !


La vulgata corrente vuole che tra le discipline scientifiche e la musica vi siano rapporti molto stretti. Ma io rimango sempre alquanto perplesso di fronte al luogo comune che recita: la musica è matematica (oppure: la musica è architettura). Sembrano affermazioni ragionevoli, che contengono senza dubbio una qualche verità profonda, indagata fin dall'antichità: ma forse non è così semplice, non vi pare? Però, è innegabile che la base strutturale del linguaggio musicale sia costituita da rapporti aritmetici. Le altezze, gli intervalli, le durate, sono espressi in rapporti numerici.
Ad esempio, il La è una frequenza di 440 Hz/sec., l'intervallo  Do-Sol è detta una 5°, la Croma è 1/ottavo, e così via. La fantasia dei compositori si è applicata a questa affascinante caratteristica per sperimentare le più varie associazioni tra musica e altre discipline, innanzitutto quelle scientifiche, ovviamente.  Tralascio tutte le numerose composizioni di cui sono a conoscenza, che hanno provato a mettere in musica che so, equazioni della fisica, serie numeriche, rapporti architettonici etc. 
Un tentativo che trovo particolarmente curioso per i suoi risvolti di indubbia relazione con l' attualità, ma anche molto interessante sul piano stettamente musicale, è quello di "mettere in musica" i movimenti dei mercati azionari, delle Borse. Ve ne voglio portare due esempi, di nessuno dei quali sono purtroppo riuscito a trovare un file audio da allegare qui (protetti da copyright), ma se vi capita vi  consiglio di non perdere l'occasione di andarveli ad ascoltare in concerto.

mercoledì 21 settembre 2011

Ma davvero il pubblico odia la musica "classica contemporanea" ?

Mi dispiace di arrivare con molto ritardo su questo argomento. Probabilmente ne avrete già saputo da altre fonti, o vi sarete già fatti un idea. Ma non posso rinunciare ad aggiungere qualche mia riflessione, perchè la questione è davvero importante. 
Con un articolo  apparso il 28 novembre 2010 su The Guardian, ( QUI la versione originale , e QUI la traduzione italiana ), Alex Ross, critico musicale del New Yorker, autore dell'informatissimo blog The rest is noise,  oltre che del famoso libro omonimo, tenta di rispondere alla vexata quaestio che da decenni tormenta la coscienza di compositori, direttori artistici, musicisti e musicofili appassionati. 

martedì 20 settembre 2011

le "Necessità" (?!) della Musica Popolare Contemporanea...


Metti che una sera, in una città italiana, durante la giornata conclusiva della festa di un grande partito, si  svolga un dibattito pubblico dal curioso titolo  Le NECESSITA' della Musica Popolare Contemporanea.
Aggiungi che al dibattito partecipino tra gli altri il Cantante Rock/Divo locale, L'Organizzatore Privato di Concerti, il Presidente dell'Associazione dei circoli per la musica dal vivo, il Parlamentare Membro della Commissione Cultura della Camera, l'Assessore alla Cultura del Comune. Un parterre di tutto rispetto, dunque.
Che cosa s'intenda con Musica Popolare Contemporanea ( d'ora in avanti qui MPC) l'avevamo già capito fin da quando Veltroni, ministro dei Beni Culturali nel 1° governo Prodi,  dopo  aver ricevuto a Palazzo Chigi Lucio Dalla, Francesco De Gregori e altri, coniò la singolare definizione.

domenica 4 settembre 2011

Sarà vero che siamo alla fine del Postmodernismo ?


I segnali a quanto pare erano già ben visibili da tempo, a volerli vedere, ma forse non ce n'eravamo ancora accorti, non ci avevamo fatto caso. Pare che il Postmodern sia agli sgoccioli. L'annuncio viene dall'interessante intervento apparso sul New York Times dello studioso Edward Docx ( qui la versione inglese). L'autore sostiene che il Postmodern "...ha cercato di eliminare ogni sorta di privilegio da qualsiasi carattere particolare (dell'espressione artistica, NdR) e di sconfessare il  consenso del gusto", di "...destabilizzare le pietre  miliari moderniste dell' identità, del progresso storico e della certezza epistemica" e che "... di conseguenza, svanisce completamente il concetto di  una visione unica del Mondo, di  una visione predominante..... tutte le interpretazioni convivono, e sono tutte su uno stesso piano".