"Sto diventando un po' troppo critico per potermi illudere ulteriormente di avere qualche talento" - F. Nietzsche


"Musica est exercitium aritmaeticae occultum nescientis se numerari animi“

- G.W. Leibniz


"I pecoroni non vogliono diventare padroni del loro lavoro!" - C.T.


"Tutta la musica è contemporanea."

lunedì 7 ottobre 2013

Girate la manopola FM della vostra radio, e rabbrividite


Scorrete su e giù la sintonizzazione della vostra radio: vi imbatterete prevalentemente in fenomeni sonori che vengono chiamati e considerati "musica", "canzoni", ma che io considero tragici sintomi di una patologia di massa probabilmente ormai inguaribile, che ha infettato il nostro ambiente e le nostre menti in modo irreversibile. Sono clichées formali di un conformismo tragico e inquietante, dove la variante è la stessa del piumaggio delle galline allevate in prigionia a milioni e poi crudelmente uccise: un conformismo estremo, da campo di concentramento; sono gesticolazioni vocali insensate, scimmiottamenti di gesti che in altre culture, in altri tempi e contesti ( il rock degli inizi, il blues, ecc) avevano un loro senso, ma che oggi sono deprivati di qualsiasi ragione espressiva profonda, senza più alcun senso nè forza, ridotti a scheletri mummificati, cadaveri che ci vengono presentati come creature vive; sono "testi poetici", "liriche" che denunciano la regressione psicotica dei loro autori, descrivono un mondo mentale il cui infantilismo regressivo è aggravato dal totale annichilamento della sana e normale dimensione creativa e fantastica tipica dell'infanzia. Tutto ciò oggi viene spacciato, anche dalla dòxa di sinistra e "progressista", come Musica, catalogata ed etichettata in "generi", "tendenze", venduta come merce: mentre invece è un virus, una terribile malattia mentale che ci fanno comprare, e che ci contagia tutti, ci condanna al non-senso, alla perdita della ragione, della bellezza, della vita. 
Se volete, con spavento, rendervi conto pienamente del fenomeno che mostra con più tragica evidenza lo stato di prostrazione psichica e morale al quale può condurre un certo capitalismo, un certo tipo di mercato, una certa "civiltà industriale", girate la manopola FM della vostra radio, e rabbrividite.