"Sto diventando un po' troppo critico per potermi illudere ulteriormente di avere qualche talento" - F. Nietzsche


"Musica est exercitium aritmaeticae occultum nescientis se numerari animi“

- G.W. Leibniz


"I pecoroni non vogliono diventare padroni del loro lavoro!" - C.T.


"Tutta la musica è contemporanea."

martedì 27 dicembre 2011

LA MUSICA CONTEMPORANEA E' MORTA.


"La musica contemporanea è morta."
Mi rendo conto che un titolo così, senza nemmeno il  punto interrogativo finale,  tanto per cominciare suona provocatorio. Innanzitutto per la sua genericità (quale "musica contemporanea"? In quali paesi?) e poi per il suo tono apodittico, tranchantNon ho qui l'intento, ne' abbastanza Esprit de géométrie, per parafrasare con argomenti completi e soddisfacenti la famosa, analoga sentenza emessa a suo tempo da Boulez riguardo Arnold Schoenberg e la sua musica. Ma chi vorrà leggere fino in fondo si accorgerà come il titolo sia una deliberata provocazione che precede un accorato appello all'ottimismo della volontà, ad onta del pessimismo della ragione. 

venerdì 23 dicembre 2011

Antropologia del giovane direttore d'orchestra: Genio o "Idiot Savant" ?



‎"In una grande città tedesca viveva un malato di mente, figlio di genitori agiati, che si fissava di essere un geniale direttore d'orchestra. Per curarlo, la sua famiglia gli scritturò l'orchestra migliore e gli diede la possibilità di dirigere la 5° Sinfonia di Beethoven. Anche se il giovane era un profano della più bell'acqua, l'esecuzione non risultò peggiore di tante altre esecuzioni correnti. Infatti l'orchestra, che sapeva suonare il pezzo a occhi chiusi, non si preoccupò affatto degli attacchi sbagliati dati dal dilettante, e la sua (di quest'ultimo) follia si trovò confermata." 
Th.W. Adorno - Introduzione alla sociologia della musica, cap. 7

giovedì 24 novembre 2011

LA CIA finanziò la musica contemporanea europea ( II parte)

Dwight D. Eisenhower
Come racconta Frances Stonor Saunders nel suo libro Gli intellettuali e la CIA - La strategia della Guerra Fredda Culturale (Roma, 2004), fu Dwight D. Eisenhower, Presidente degli Stati Uniti dal 1953 al 1961, a teorizzare con chiarezza quale dovesse essere lo scopo finale della Guerra Fredda Culturale: "un progetto politico e un piano di  guerra psicologica il cui fine doveva essere vincere la terza guerra mondiale senza doverla combattere" . "Il nostro scopo non è conquistare o sottomettere con la forza un territorio. Il nostro  scopo  è più  sottile, più pervasivo, più completo. Stiamo tentando, con mezzi  pacifici, di  fare in modo  che il mondo  creda alla Verità. E la Verità è  che gli  americani vogliono un  mondo di  pace, un mondo  in cui  tutti  abbiano  l'opportunità  della massima crescita individuale. I mezzi  che impiegheremo  per diffondere questa Verità sono chiamati, di frequente, "psicologici". Non ci  s'inquieti per questo  termine: è  solo  una parola di  cinque sillabe. Guerra psicologica è  la battaglia per conquistare le menti e la volontà  degli  uomini."  La CIA operava insomma per fare in modo che le persone, per proprio ragionato  convincimento, fossero convinte che qualsiasi  cosa facesse il  Governo  americano era giusta.

mercoledì 23 novembre 2011

LA CIA finanziò la musica contemporanea europea (I parte)

L'argomento pare più adatto a una spy-story, ma dopo aver letto il documentatissimo, prezioso libro di Frances Stonor Saunders Gli intellettuali e la CIA - La strategia della Guerra Fredda Culturale (Roma, 2004) mi sono convinto che la realtà può superare l' immaginazione, con gli esiti che vedremo. Dunque, la verità è ormai indiscutibile, storicamente assodata: a partire dall'immediato dopoguerra, (dopo il 1945) il Governo degli Stati Uniti avviò un progetto  di propaganda di grande respiro internazionale, volto principalmente a contrastare l'influenza culturale dell'URSS in Europa, e per farlo utilizzò in maniera spregiudicata la CIA come finanziatore e organizzatore "coperto" di convegni, conferenze, pubblicazioni, festival di musica, mostre d'arte e mille altre attività di tipo culturale.

lunedì 7 novembre 2011

Nel futuro le orchestre faranno a meno del direttore ?

la Spira Mirabilis suona senza direttore 
In occasione dei concerti dati a Parigi in questi giorni dalla giovane, brillante formazione con base in Italia Spira mirabilis,  attualmente in tour con la 7° Sinfonia di Beethoven, e prossimamente con la 5°, il noto direttore francese Jean-Claude Casadesus ha rilasciato una intervista  nella quale  esprime una serie di opinioni ragionevoli sulle orchestre che, come la Spira,  scelgono di fare a meno del direttore per  eseguire il repertorio  sinfonico classico. 
A dire la verità il fenomeno non è nuovo  nè recente (valga per tutti l'esempio ormai più che ventennale dell' americana, straordinaria Orpheus Chamber Orchestra) e sopratutto è, a mio avviso, il segno di una lenta ma inarrestabile mutazione "genetica" delle orchestre da camera, che sempre più decidono di affrancarsi  dalla figura di  riferimento del "direttore"  e affrontano  un repertorio sempre più ampio e difficile, incluse opere del Novecento. Vale la pena di commentare brevemente questa mutazione e cercare di capire cosa ci aspetta nel futuro. Siamo forse alla vigilia della grande guerra d'indipendenza delle orchestre? Il Direttore è una figura professionale destinata a cadere nell'oblìo, almeno per una parte consistente del repertorio?  

domenica 30 ottobre 2011

Gli equivoci della Storia, ieri come oggi: grandi musicisti alle prese con l'ideologia politica

Hitler e il  pianista..
Come è  noto, durante il nazismo gli intellettuali e gli  artisti si trovarono costretti a prendere posizione nei confronti del regime, e poichè Hitler si tacciava di essere competente in musica, (gli piacevano le opere di Wagner, ma curiosamente anche le operette di  Franz Lehàr) i compositori tedeschi, o che comunque lavoravano in Germania, si trovarono al centro dell' attenzione da parte delle alte sfere del Partito più di  quanto  non lo fossero, ad esempio,  i loro colleghi italiani. Per i musicisti tedeschi si trattava di fare i conti con il concetto di Entartete Kunst (Arte Degenerata). La gran parte dei compositori che finirono nella lista dei "degenerati" erano naturalmente ebrei: tuttavia non mancavano molti "ariani".

lunedì 24 ottobre 2011

"Il MONDO ALL'INCONTRARIO" : finito il Postmoderno, arriva l'inverno della cultura ?

‎" Se si crede che la Cultura abbia una utilità, ci si mette poco a confondere ciò che è utile con la Cultura"  
F. Nietzche, frammenti postumi  
Ecco un libro che conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che ci troviamo nel mezzo di un grande disorientamento, e che forse il Postmoderno ha esaurito la sua "energia propulsiva" e la sua funzione storica, essendosi traformato sic et simpliciter in Mercatismo.
Si tratta di Jean Clair - L'inverno della Cultura, pubblicato in Italia da pochi giorni presso Skira. L'autore ha ricoperto ruoli dirigenziali presso importanti istituzioni quali il Centre Pompidou e la Biennale di  Venezia, ed è membro de l'Académie Française. Provenendo non da un outsider neo-dadaista, ma da chi siede al vertice delle agenzie culturali, il  pamphlet  pare che abbia scatenato uno scandalo in Francia, e promette di  fare altrettanto in Italia.

venerdì 21 ottobre 2011

Musicisti nello scantinato : appello per i luoghi dove si "monta" la musica

E' scontato  dire che il lavoro della musica non è solo ispirazione e poesia, ma anche concretissime e banali questioni economiche e logistiche. Ma tra il pubblico presente al concerto di un ensemble o una piccola orchestra da camera, a molti forse non viene da chiedersi DOVE sia stato "montato", "costruito" il concerto cui assistono. Insomma, tutti sappiamo che i musicisti arrivano al concerto dopo un più o meno lungo periodo di prove, ma spesso (anche giustamente) ce ne dimentichiamo, come se ognuno degli strumentisti avesse studiato a casa per conto suo, e poi il concerto fosse una specie di rito collettivo una tantum che nasce, senza preparazione, sotto i nostri occhiLe grandi orchestre sinfoniche hanno la loro "casa", dove dispongono di camerini, mensa, piccole sale da studio, sale prova per l'orchestra e per il coro, eccetera. Alcune grandi  istituzioni possiedono addirittura di 2 sedi, come l'Opera di  Parigi ad esempio, con Garnier e Bastille ! 
Gli ensembles e i gruppi da camera, almeno in  Italia, sono invece in genere degli homeless.

mercoledì 28 settembre 2011

Dear Mr. Levine, would you please let Fabio Luisi step in ?



In un articolo uscito sul NewYork Times del 16 Settembre a firma di Anthony Tommasini, si dà conto della vicenda che vede il  bravissimo direttore d'orchestra italiano sostituire, ormai da molti mesi, il blasonato direttore del MET, James Levine. Come è noto, Levine aveva dovuto rinunciare - provvisoriamente, a quanto risulta finora - alla sua intensa attività presso la Metropolitan Opera House, a causa di seri problemi di salute che lo hanno costretto ad un importante intervento  chirurgico.

lunedì 26 settembre 2011

il primo (?) "Flash Mob Orchestrale" in Italia

Uno dei  fenomeni più vivaci che hanno interessato negli ultimi anni il panorama italiano della musica orchestrale è stata la nascita di moltissime formazioni "amatoriali", ispirate al  modello anglosassone dove centinaia di  orchestre e cori, taluni anche di notevole livello qualitativo, punteggiano il territorio nazionale. In Italia non solo  privati o  associazioni, ma anche parecchie Istituzioni Sinfoniche stabili hanno lodevolmente dato vita a orchestre affiliate, aperte a musicisti non professionisti, o studenti, che accorrono numerosi per il solo piacere di  suonare insieme.

domenica 25 settembre 2011

Dedicato a quelli che "la musica non c'entra con la politica! "

Inutile far finta di niente: comunque la si metta, è una brutta storiaccia. Lo Stato di Israele, per via della sua politica intollerante, da tempo fa fatica a farsi amare perfino dai suoi più equilibrati estimatori (tra i quali il sottoscritto), figuriamoci dagli altri: e le pessime conseguenze si vedono ormai anche nel campo della cultura. Vi racconto una vicenda molto esemplare in proposito.
Il 30 Agosto 2011 su The Independent appariva una lettera aperta firmata da un buon numero di musicisti e orchestrali londinesi - alcuni dei quali, secondo le mie informazioni, di origine ebraica -  per chiedere la cancellazione del concerto della Israel Philarmonic Orchestra ai BBC Promenade Concerts, come protesta contro l' "apartheid" esercitato dallo stato di Israele nei confronti dei Palestinesi.

venerdì 23 settembre 2011

Come ti metto in musica la finanza, ovvero: o la Borsa o la nota !


La vulgata corrente vuole che tra le discipline scientifiche e la musica vi siano rapporti molto stretti. Ma io rimango sempre alquanto perplesso di fronte al luogo comune che recita: la musica è matematica (oppure: la musica è architettura). Sembrano affermazioni ragionevoli, che contengono senza dubbio una qualche verità profonda, indagata fin dall'antichità: ma forse non è così semplice, non vi pare? Però, è innegabile che la base strutturale del linguaggio musicale sia costituita da rapporti aritmetici. Le altezze, gli intervalli, le durate, sono espressi in rapporti numerici.
Ad esempio, il La è una frequenza di 440 Hz/sec., l'intervallo  Do-Sol è detta una 5°, la Croma è 1/ottavo, e così via. La fantasia dei compositori si è applicata a questa affascinante caratteristica per sperimentare le più varie associazioni tra musica e altre discipline, innanzitutto quelle scientifiche, ovviamente.  Tralascio tutte le numerose composizioni di cui sono a conoscenza, che hanno provato a mettere in musica che so, equazioni della fisica, serie numeriche, rapporti architettonici etc. 
Un tentativo che trovo particolarmente curioso per i suoi risvolti di indubbia relazione con l' attualità, ma anche molto interessante sul piano stettamente musicale, è quello di "mettere in musica" i movimenti dei mercati azionari, delle Borse. Ve ne voglio portare due esempi, di nessuno dei quali sono purtroppo riuscito a trovare un file audio da allegare qui (protetti da copyright), ma se vi capita vi  consiglio di non perdere l'occasione di andarveli ad ascoltare in concerto.

mercoledì 21 settembre 2011

Ma davvero il pubblico odia la musica "classica contemporanea" ?

Mi dispiace di arrivare con molto ritardo su questo argomento. Probabilmente ne avrete già saputo da altre fonti, o vi sarete già fatti un idea. Ma non posso rinunciare ad aggiungere qualche mia riflessione, perchè la questione è davvero importante. 
Con un articolo  apparso il 28 novembre 2010 su The Guardian, ( QUI la versione originale , e QUI la traduzione italiana ), Alex Ross, critico musicale del New Yorker, autore dell'informatissimo blog The rest is noise,  oltre che del famoso libro omonimo, tenta di rispondere alla vexata quaestio che da decenni tormenta la coscienza di compositori, direttori artistici, musicisti e musicofili appassionati. 

martedì 20 settembre 2011

le "Necessità" (?!) della Musica Popolare Contemporanea...


Metti che una sera, in una città italiana, durante la giornata conclusiva della festa di un grande partito, si  svolga un dibattito pubblico dal curioso titolo  Le NECESSITA' della Musica Popolare Contemporanea.
Aggiungi che al dibattito partecipino tra gli altri il Cantante Rock/Divo locale, L'Organizzatore Privato di Concerti, il Presidente dell'Associazione dei circoli per la musica dal vivo, il Parlamentare Membro della Commissione Cultura della Camera, l'Assessore alla Cultura del Comune. Un parterre di tutto rispetto, dunque.
Che cosa s'intenda con Musica Popolare Contemporanea ( d'ora in avanti qui MPC) l'avevamo già capito fin da quando Veltroni, ministro dei Beni Culturali nel 1° governo Prodi,  dopo  aver ricevuto a Palazzo Chigi Lucio Dalla, Francesco De Gregori e altri, coniò la singolare definizione.

domenica 4 settembre 2011

Sarà vero che siamo alla fine del Postmodernismo ?


I segnali a quanto pare erano già ben visibili da tempo, a volerli vedere, ma forse non ce n'eravamo ancora accorti, non ci avevamo fatto caso. Pare che il Postmodern sia agli sgoccioli. L'annuncio viene dall'interessante intervento apparso sul New York Times dello studioso Edward Docx ( qui la versione inglese). L'autore sostiene che il Postmodern "...ha cercato di eliminare ogni sorta di privilegio da qualsiasi carattere particolare (dell'espressione artistica, NdR) e di sconfessare il  consenso del gusto", di "...destabilizzare le pietre  miliari moderniste dell' identità, del progresso storico e della certezza epistemica" e che "... di conseguenza, svanisce completamente il concetto di  una visione unica del Mondo, di  una visione predominante..... tutte le interpretazioni convivono, e sono tutte su uno stesso piano".

domenica 28 agosto 2011

Perchè le Rock-Stars amano accoppiarsi con intere orchestre sinfoniche ?

RILEVANTI DANNI BIOLOGICI (e culturali) DI UNA COPULA CONTRONATURA


Questo curioso fenomeno del Rock Sinfonico (qui una scheda essenziale) resiste da decenni, anzi cresce. A me la definizione non piace per nulla. La trovo inutilmente tronfia.
Dico subito la mia opinione: il sedicente Rock Sinfonico ha visto nel passato forse un paio di episodi di un qualche interesse, ma nella maggioranza dei casi distrugge le migliori qualità di ciascuno dei due linguaggi musicali, e sprofonda inevitabilmente nel maelström della tamarraggine, della quale io indicherei qui un notevole esempio, forse tra i più preclari.

giovedì 18 agosto 2011

Quale genio della musica ha composto la sigla di Radio Parlamento??


Chi ha come me sulle spalle un discreto numero di primavere forse ricorda Tribuna Politica, a cura di Jader Jacobelli.  Questa trasmissione televisiva , in onda sulla RAI fin dagli anni '60,  consisteva in un ordinatissimo, disciplinatissimo, austero dibattito tra esponenti politici e giornalisti, moderato dal suddetto J.J., del quale è memorabile anche la garbata ma esilarante imitazione che ne faceva il compianto Alighiero Noschese.
La "sigla" musicale introduttiva di Tribuna Politica, che potete ascoltare qui,  consisteva di una nobile, severa melodia, elegantemente fiorita in contrappunto a due voci.

domenica 14 agosto 2011

FENOMENOLOGIA DI FREAK ANTONI

VA RISCOPERTA L'ATTUALITA' DELLA ELABORAZIONE TEORICO/POLITICA DEL GRANDE PENSATORE EMILIANO


Oggi è il 14 agosto. Sono in città. Già questo non è un gran bel vivere, capirete.
Ancora in mutande (chiedo scusa alle signore) mi affaccio speranzoso alla mia pagina sul Social Network e ci trovo pressochè solo deprimenti appelli, proteste, constatazioni sconsolate sulla manovra economica approvata ieri dal governo...ai quali  partecipo svogliatamente, più che altro per dovere civile.
Poi, in mezzo  ai tanti commenti, spunta un miracoloso post che mi apre una prospettiva inedita, una possibile fuga dalla malinconia, un modo per svoltare la giornata. Il post, inviatomi da un Maurizio che non conosco ma "seguo", e che qui ringrazio di cuore, dice:
"Quando si tocca il fondo – come diceva il buon Freak Antoni, simpatico leader del gruppo demenziale degli Skiantos – quello è il momento in cui si comincia a scavare..."

venerdì 12 agosto 2011

"You too can lead like the great conductors!"



DIVERTENTE E ISTRUTTIVO"TED TALK" IN VIDEO DEL DIRETTORE D'ORCHESTRA ISRAELIANO ITAY TALGAM


TED (Technology, Entertainment, Design) è una organizzazione nonprofit  nata nel 1984 negli Stati Uniti e "devoted to ideas worth spreading".  I TED Talks sono pubbliche conferenze tenute con linguaggio semplice e divulgativo da esperti e protagonisti di ogni disciplina, dalle scienze alle arti, e caratterizzate da un approccio  originale e creativo. 
Tra quelle dedicate alla musica, questa mi è piaciuta particolarmente. Con spirito e garbata ironia, ma senza risparmiare una frecciata (forse inutilmente velenosa) a Riccardo Muti circa la sua uscita dal Teatro alla Scala, Talgam confronta lo stile di alcuni grandi direttori come Kleiber, Muti, Strauss, Bernstein, soffermandosi in  particolare sulla loro attitudine psicologica verso l'orchestra, il  loro personale modo di coinvolgere gli strumentisti nell' interpretazione. 

giovedì 11 agosto 2011

CONTRO le contaminazioni con il "folk"

"Da Bregovic a Einaudi successo folk nella musica"
"ANCHE GLI  AUTORI  PIU' SOFISTICATI  TENTATI  DALLA TRADIZIONE" 
Così titola un articolo sul Corriere della Sera . 
"Contaminazioni" : io la odio da sempre, questa parola. Mi fa venire in mente un contagio, un'epidemia, e in un certo senso è proprio così. Mettere a casaccio il cromosoma di una musica dentro l'altra senza sapere come funzionano, quali sono le loro origini, dinamiche genetiche, significati profondi, non può che creare mostri musicali. Ed è esattamente ciò che troppo spesso si ascolta in giro. Esperimenti musical/genetici andati a male, deformi, mostruosi....

mercoledì 10 agosto 2011

"La musique classique était la musique pop de son époque. Liszt était une rock star"

(Un punto di vista forse banale, minimale: ma convincente!)
  
extraits d'un entretien avec Vestard SHIMKUS / Pianiste, interprète et compositeur
Pensez-vous que la musique classique soit en train de se démocratiser actuellement ?
Je l’espère. Dans l’histoire, la plupart de la musique classique a été composée comme une forme de divertissement populaire. Subtile, de haute qualité et souvent incroyablement créative, elle est aussi bien un divertissement pour les cours des nombreux châteaux que pour un large public. Liszt était une rock star de son époque, et les mélodies de Mozart étaient fredonnées à tous les coins de rue de Vienne. Cette musique était pensée pour être populaire et démocratique. Aujourd’hui, ça dépend surtout du musicien lui-même (et de son énergie sur scène), qu’il veuille ou non que la musique classique devienne attrayante pour un large public.

Classical (Pakistani) music needs more respect!

Mentre qui in occidente, in nome della world music montiamo dei "pastiches" musicali fatti con ingredienti di tutto il mondo - ma il risultato è quasi sempre indigesto, va detto - ecco che in Pakistan, ad esempio, i musicisti classici si lamentano che la loro musica tradizionale vada persa perchè "tutti vogliono diventare rock star". 
E' un po' come per la cultura dell'ecologia: mentre il mondo "sviluppato" riscopre le proprie radici culturali, il Km zero e, talvolta, la decrescita, quello "emergente" distrugge e dimentica la propria identità per adottare valori importati, tarocchi. IDENTITA', una parola molto di moda oggi. Ma cosa significherà mai, esattamente?


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Gidon Kremer: perchè chiudo con la corsa alla celebrità

Con una lettera al direttore artistico del Festival di Verbier, il celebrato violinista spiega perchè declina l'invito.

FINALMENTE!!  Per la prima volta un autentico artista, un musicista onesto, universalmente stimato e al di sopra di ogni sospetto, prende pubblicamente posizione contro la deriva superficiale e "glamour" del business della musica classica e contro la logica dell' "evento" a danno dei valori musicali. Speriamo che sia il primo segno di una inversione di tendenza. Non perchè la musica "classica" debba essere triste o seriosa (se mai lo è mai stata, oggi giustamente non è più così) ma perchè ci sono in circolazione troppi fenomeni da circo, promossi e sostenuti spesso per ragioni che hanno  poco  a che fare con la musica: look, sex appeal, capacità di far parlare di sè , superficiale virtuosismo, malinteso cross-over linguistico etc etc..
La lettera di  Kremer, affettuosa, sincera, piena di scuse per la dolorosa decisione, ben argomentata,  dovrebbe valere da esempio per tanti esponenti dello star-system. Speriamo ....
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I "basic tools" del nuovo business nella musica classica

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Sul Sunday Times di qualche tempo fa è apparsa la notizia che  Gustavo Dudamel ha cambiato improvvisamente agenzia artistica, passando  alla "concorrenza". Dalla blasonata Askonas Holt alla più piccola ma mordace Van Walsum.
Ciò  che trovo interessante non è la notizia in se', ma la ragione di questa decisione, che è  il  risultato di una sorda lotta fra le tre maggiori agenzie Londinesi. 
Ecco come la spiega il  titolare dell'agenzia "vincitrice": 
"Purists may moan, but visual appeal is increasingly regarded as being not just a desirable extra, but a basic tool of classical-music promotion. The internet offers exciting possibilities for attracting new audiences, but also threatens more traditional ways of promoting music and musicians — especially with concert fees falling as the recession bites." 
Dunque, al netto del valore professionale di Dudamel, se ne deve dedurre che se un musicista oltre a essere bravo  nel suo  mestiere è  anche giovane e di bell'aspetto ("a basic tool"!)  ha molte più chances di  fare una carriera ai più alti  livelli. 
Pare una banalità, e in effetti lo è. Ma per il mondo della musica"classica" forse è una novità relativamente recente.
L'antica lezione di Karajan (musica classica e business) sta oltrepassando anche gli ultimi confini che la separavano dal vasto  mondo dei massmedia. Con tutto ciò che ne consegue. Vedremo Dudamel su MTV a dirigere Lady Gaga ?  
Forse è destino, e non c'è  niente di cui stupirsi o scandalizzarsi. 
O no ? 

Is a miracle maestro worth £20,000 a concert?

http://www.overgrownpath.com/2011/08/is-miracle-maestro-worth-20000-concert.html

Il compenso dei direttori d'orchestra di serie A, le orchestre sedicenti "autogestite", e le belle parole sul "portare la musica alle masse ". Ora qualcuno (in Inghilterra e in USA) inizia a sentire puzza di bruciato..

Reunion tour per gli Area

http://www.newsmag.it/7926/musica/reunion-tour-per-gli-area

Ho conosciuto di persona gli Area in versione originale (ho un'età, certo) e ho molto ammirato la loro musica: violenta certo, ma rigorosa, strutturata, mai furba o volgare, ed eseguita sempre con grande virtuosismo. 
Di solito queste "reunion" mi paiono minestre riscaldate, e se mancano di ingredienti indispensabili, come in questo  caso  l'insostituibile Stratos, mi fanno anche un po' di tristezza.
Ma poi mi dico che invece saranno ancora bravissimi e terranno fede alla loro nobile storia, e allora perchè no? Almeno i ggiovani di oggi avranno l'occasione di  ascoltare dal vivo un gruppo che ha significato tanto per molti, e non solo musicalmente: ad es., la loro posizione filopalestinese era già  presente in tempi  non sospetti. 
Non li metto certo sullo stesso piano dei bolsi PFM o di altri arzilli vecchietti che hanno bisogno di arrotondare la pensione,( a quando I Corvi, I Camaleonti, Il Balletto di Bronzo, Le Orme, Gli Osanna*...??) ma mi fa ugualmente un po' impressione il deja vu, e mi domando perchè lo fanno.... l'argomento avanzato dal loro agente deve essere stato molto convincente. 
Beh, spero che  si divertano (non come i Police , che dopo due date si sono scazzottati) e ci guadagnino bene. In fondo, non fanno male a nessuno .
Hare Krishna, Paolo Tofani !


* Vogliamo continuare l'elenco?  I Delirium, il Banco del Mutuo Soccorso....  chi se ne ricorda altri me lo scrive per piacere ?