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domenica 14 agosto 2011

FENOMENOLOGIA DI FREAK ANTONI

VA RISCOPERTA L'ATTUALITA' DELLA ELABORAZIONE TEORICO/POLITICA DEL GRANDE PENSATORE EMILIANO


Oggi è il 14 agosto. Sono in città. Già questo non è un gran bel vivere, capirete.
Ancora in mutande (chiedo scusa alle signore) mi affaccio speranzoso alla mia pagina sul Social Network e ci trovo pressochè solo deprimenti appelli, proteste, constatazioni sconsolate sulla manovra economica approvata ieri dal governo...ai quali  partecipo svogliatamente, più che altro per dovere civile.
Poi, in mezzo  ai tanti commenti, spunta un miracoloso post che mi apre una prospettiva inedita, una possibile fuga dalla malinconia, un modo per svoltare la giornata. Il post, inviatomi da un Maurizio che non conosco ma "seguo", e che qui ringrazio di cuore, dice:
"Quando si tocca il fondo – come diceva il buon Freak Antoni, simpatico leader del gruppo demenziale degli Skiantos – quello è il momento in cui si comincia a scavare..."


Ah, che illuminazione, che lampo di luce nel tenebroso mondo della cronaca quotidiana! 
Freak Antoni: che ne è più di lui ? Sarà ormai anch'egli pensionato? Con la dentiera, non morde più ? Non più Demenzial/Apocalittico, ma serenamente Integrato
Freak Antoni e gli Skiantos, eroi della rivoluzione Bolognese!, e già questo mi fa ridere, forse perchè la bonaria città emiliana è quanto di più lontano da una rivoluzione si possa immaginare. Ecco affacciarsi alla mia mente fantasie di bei tempi andati, ecco che inizio a sognare ad occhi  aperti... 
e immagino suoi (del Freak) improbabili concerti alla festa dell'Unità presso la rotonda di Via Ilyich Ulyanov Lenin a Fabbrico(RE) - confrontare su Google maps, c'è davvero - dove mi dicono resista fieramente ancora l'omonima statua del capo dei bolscevichi. E nessuno osa toccarla quella statua/totem, nemmeno la (probabile) amministrazione di destra ora al potere nella operosa cittadina emiliana: cittadina che d'altronde, con quel nome, non potrebbe che essere "operosa".


Torno alle mie fantasticherie : non ritengo che Freak Antoni abbia mai  avuto in tasca la tessera del PCI. Ne sarei francamente sorpreso. Bisogna sapere che il festival de l'Unità di Fabbrico - 98% di voto al PCI alle elezioni politiche del 1976 - era all'epoca l'appuntamento saliente nella vita civile di quella località sprofondata nell'interminabile steppa soviet/emiliana. Vi si celebrava, supportata da pagani riti apotropaici a base di gnocco fritto, erbazzone, tortellini, ballo liscio e canzoni di protesta popolare, l'espressione massima, la più pura, dell'ortodossia di Partito. 
Per questo motivo, un concerto di Freak Antoni a Fabbrico è destinato a degenerare molto presto in "happening", e sfociare poi in franca dialettica politica - per usare un eufemismo - con l'inclito uditorio. Va detto che gli Skiantos non permettono che il banale fatto  di NON saper suonare decentemente nemmeno uno strumento impedisca loro di essere delle riconosciute autorità: musicali e politiche.
I compagni del Partito però, sorpresi dallo scarso rispetto per le istituzioni repubblicane mostrato dalle composizioni musicali di Freak, e sentendo la loro coscienza civile umiliata e offesa da ciò, presto iniziano a rumoreggiare, dapprima con qualche timido tentativo di suggerire al giovane cantante, evidentemente ancor privo di coscienza politica, caute correzioni alle sue liriche, in modo da renderle meglio coerenti con la posizione ufficiale del Partito. Poi, fallito l'approccio democratico, via via più rumorosamente, fino a manifestazioni di conclamato - e sottolineato a pieni polmoni - dissenso politico. Con inevitabile, finale lancio di bottiglie verso il  palcoscenico, costituito solitamente da un carro per trasporto cereali, spettralmente rischiarato da uno o due abat-jour prese in prestito dalla locale sede dell'Arci.
Tale schietto dissenso politico provoca immancabilmente da parte del Nostro l'immediata esecuzione della sua più famosa composizione, 
"Largo all'avanguardia, pubblico di merda", 
contenente, tra gli ispirati ottonari del testo poetico, anche questo delicato distico:  
"Me mi piace scoreggiare, non mi devo vergognare" .
Il seguito  della scena, possiamo immaginarcelo.  
Uno come Freak Antoni, il signore ce lo deve conservare ancora per lunghi decenni.
Più passa il  tempo e più il valore del suo eminente pensiero politico emerge in tutta la sua solare chiarezza teoretica.
Giungono tuttora sporadiche notizie di sue apparizioni pubbliche, a punteggiare qua e là il territorio nazionale, e me ne rallegro di cuore, davvero. Mi conforta non poco sapere che il Freak ancora vive e lotta con noi. Anche se la rivoluzione demenzial/emiliana ha perso molto  della sua "spinta propulsiva", e vivacchia un po' in sordina nelle cantine, a mo' di carboneria, sul passaparola dei reduci di mille battaglie per la libertà d'opinione e di parola. 


Adesso c'è Elio, il turbocapitalista musicale di sinistra, efficentissimo, intelligentissimo, acuto, razionale e illuminista, salutista, ecologista, con le sue Storie Tese che suonano come grandi virtuosi, con tanti soldi in banca, con miliardi di "fans" sul web, con molto glamour in tivvù.
Riconosco che è  bravissimo, geniale, e mi piace molto.  Ma il Freak, è un altra Storia. Una Storia pesa, come si dice a Bologna.


Ascolta qui il pensiero politico di Freak Antoni

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