"Sto diventando un po' troppo critico per potermi illudere ulteriormente di avere qualche talento" - F. Nietzsche


"Musica est exercitium aritmaeticae occultum nescientis se numerari animi“

- G.W. Leibniz


"I pecoroni non vogliono diventare padroni del loro lavoro!" - C.T.


"Tutta la musica è contemporanea."

giovedì 23 ottobre 2014

Fabio Cifariello Ciardi , “VOCI VICINE” a Reggio Emilia: l’urlo e la rabbia di un paese in crisi di nervi.


Fabio Cifariello Ciardi é un compositore che percorre un cammino originale e personale nel panorama della musica contemporanea. Mi ero già occupato in questo stesso blog di una sua interessante e curiosa composizione per strumenti e elettronica, Nasdaq Match.
Questa volta sono stato a Reggio Emilia a vedere il suo nuovo lavoro, VOCI VICINE, presentato nell’ambito del Festival “Aperto”.
L’autore giustamente non definisce Opera, o video-Opera - infatti non vi figurano cantanti - questo lavoro per giornalista narrante (Gad Lerner, in questa occasione), video, ensemble strumentale e elettronica; bensì Passione, facendo preciso riferimento alla temperatura emotiva e  tragica del tema di cui  tratta.

lunedì 20 ottobre 2014

Fare il "compositore contemporaneo" è un MESTIERE ?


Ogni tanto mi capita di essere destinatario delle amare riflessioni di compositori più o meno miei coetanei che raccontano di essere stati manipolati, terrorizzati, o addirittura di aver avuto "tagliate le gambe" o di essere stati pesantemente ostacolati psicologicamente nella loro formazione creativa dai loro Maestri di Conservatorio, tipicamente gli esponenti di punta delle "avanguardie" degli anni '70. 
A loro dire, chi dichiarasse di amare Schumann o pretendesse di analizzare in classe che so, Schubert,  veniva fatto oggetto di sprezzanti commenti, di pubblico disonore. Peggio succedeva a chi scrivesse musica tonale o usasse triadi consonanti, pur magari in un contesto di non rigorosa armonia "tradizionale"; e se in una composizione atonale o seriale - di rigore in quegli anni negli ambienti accademico/ conservatoriali- venisse reperita qualche ottava o, peggio che andar di notte, raddoppio di ottava o di unisono nell'orchestrazione, scattava l'ostracismo e l'accusa di essere reazionario se non "fascista"! 
Insomma, secondo questi racconti, pare che in alcune classi di composizione di quel periodo vigessero delle regole Zdanoviane; che i giovani compositori fossero tutti dei piccoli Shostakovic torturati dai torvi Ispettori del Ministero della Cultura Popolare, e che molti brillanti compositori in erba fossero a tal punto condizionati, choccati dal terrorismo psico/ideologico dei loro Maestri,  da smettere di studiare o di scrivere musica. 

COSA VERAMENTE PENSAVA SCHOENBERG

L'allievo (e celebre violinista) Rudolf Kolish mandò al Maestro una dettagliata analisi del suo IIII quartetto. Schoenberg lo loda ma risponde: 
"Dev'essere stata una faticata, e non credo che io ne avrei avuto la pazienza. Ma credi poi che servirà a qualcosa sapere come è fatto? Non posso stancarmi di deplorare l' eccessiva importanza che si dà a queste analisi. Esse hanno tutt'al più come esito quel che ho sempre combattuto: l'accorgersi di come è fatto; mentre ho sempre cercato di aiutare a comprendere che cosa È !
È quel che ho più volte tentato di spiegare a Wiesengrund, e anche a Berg e a Webern. Ma non mi danno ascolto. Non posso stancarmi di ripeterlo: le mie opere sono composizioni dodecafoniche, e non composizioni dodecafoniche."